«Non vieni da me solo per l’appartamento?» — La storia di una nonna che ha deciso di mettere alla prova i suoi nipoti

«Non vieni da me per l’appartamento, vero?» — La storia di una nonna che ha voluto mettere alla prova i suoi nipoti

La nonna Anna ha passato gran parte della sua vita in un quartiere tranquillo alle porte di Bologna. Dopo la morte del marito, è rimasta sola in un bilocale che aveva ereditato dalla madre. I genitori dei suoi nipoti erano sempre occupati, sempre in viaggio o al lavoro fino a tardi, così la nipote più piccola, Sofia, spesso restava dalla nonna.

Il nipote maggiore, Matteo, era stato il preferito della famiglia fin da piccolo. Gli compravano i giochi migliori, lo iscrivevano a mille corsi e poi gli hanno pagato l’università più prestigiosa. Sofia invece era sempre stata nell’ombra — non faceva capricci, non chiedeva attenzioni, era cresciuta troppo in fretta. Studiava, lavorava, affittava una stanza e non chiedeva mai niente a nessuno. L’unica persona che le dava davvero affetto era la nonna Anna.

Sofia andava a trovarla quasi ogni settimana — dopo il lavoro, nei weekend, con qualsiasi tempo. A volte portava la spesa, altre le medicine, altre ancora veniva solo per un tè e due chiacchiere. E proprio durante una di queste serate normali, la nonna Anna la accolse in silenzio, con lo sguardo serio.

«Perché vieni così spesso, Sofia?» le chiese, fissando la televisione. «Forse vuoi solo assicurarti l’appartamento quando non ci sarò più?»

Sofia, che stava lavando il pavimento del corridoio, si bloccò.

«Nonna, ma cosa dici? Che c’entra l’appartamento? Ti ho promesso un po’ di minestra — vuoi anche delle polpette al sugo?»

La nonna sbuffò ma non rispose. Sofia sorrise, nascose come al solito la delusione e andò in cucina. Mise su l’acqua per il tè, tirò fuori la cioccolata che piaceva tanto alla nonna e iniziò a preparare la cena.

Dopo qualche minuto, la nonna entrò e le disse una cosa che le strinse il cuore:

«Sai, ho già firmato tutto per Matteo. Quindi non serve che ti sforzi tanto. Non avrai niente comunque.»

Sofia si raddrizzò, si asciugò le mani e rispose calma:

«E fai bene. Non vengo da te per l’appartamento. Sei la mia famiglia, mi hai cresciuto, ora tocca a me prendermi cura di te. L’appartamento è solo quattro mura.»

La nonna tacque. Ma il suo sguardo era cambiato — adesso c’era diffidenza, quasi preoccupazione. Bevvero il tè, parlarono della telenovela che piaceva alla nonna e non tornarono più sull’argomento quella sera.

Qualche giorno dopo, Sofia ricevette una chiamata dal fratello. Urlava al telefono, accusandola di aver «convinto» la nonna a mettere l’appartamento a nome suo.

«Sei uguale agli altri!» gridò. «Non voglio più averci a che fare!»

Subito dopo chiamò la madre. Stessa storia: «Perché l’hai fatto? È la nostra casa di famiglia!» Sofia, confusa, riattaccò e andò subito dalla nonna.

«Nonna, cosa sta succedendo?» chiese con calma. «Matteo dice che hai messo l’appartamento a mio nome. Non capisco. Ho un amico avvocato, se serve possiamo sistemare tutto. Ma dimmi la verità: hai firmato qualcosa?»

La nonna si sedette lentamente, sospirò e confessò. Le vicine l’avevano spaventata con storie di parenti che «si prendevano cura» dei vecchi solo per l’eredità. Così aveva deciso di metterli alla prova. A Sofia aveva detto che l’appartamento era di Matteo. E a Matteo che era di Sofia.

«E così ho visto chi siete davvero» disse con tristezza. «Tu, Sofia, sei rimasta quella di sempre, buona e leale. E tuo fratello… beh, hai sentito come ha reagito.»

Sofia scosse la testa. Non era arrabbiata. Solo che adesso era tutto chiaro: dove c’era affetto e dove invece solo interesse.

La nonna le propose di trasferirsi da lei, visto che l’appartamento ora era legalmente suo. Ma Sofia rifiutò.

«Tu sei abituata alla tranquillità, nonna. Io ho un’altra vita — lavoro, amici, impegni. Lasciamo tutto com’è. Verrò a trovarti come sempre. L’appartamento non è importante.»

Da allora nulla è cambiato. Sofia continua a farle visita, le porta i dolci che le piacciono, guarda con lei le telenovelas e le regala solo un po’ di calore. E la nonna sa che la sua nipotina è l’unica a cui lei conta davvero. Non per i metri quadrati. Ma per amore, e basta.

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