Suocera e i suoi piani per la casa di campagna

La Suocera e i suoi Piani Estivi

L’altro giorno mia suocera, Teresa Romano, ha tirato fuori una notizia che mi ha lasciato a bocca aperta. Pare che quest’estate porterà alla sua casa di campagna i nipoti di sua figlia Natalia—Sofia e Luca—mentre la nostra bimba, Anna, di soli sei anni, ha deciso di riportarcela per tutta l’estate! E tutto questo senza nemmeno il minimo discutere! Quando io e mio marito, Marco, abbiamo provato a protestare, Teresa ha solo sbuffato: *“È giusto, Elena! Non posso mica prendere tutti i nipoti con me!”* Giusto? E ora dobbiamo sottostare ai suoi regali decreti? Sono ancora furiosa e ho bisogno di sfogarmi, perché altrimenti esplodo.

Tutto è iniziato un paio di settimane fa, quando mia suocera ha chiamato e, tra una chiacchiera e l’altra, ha annunciato i suoi *“piani”*. All’inizio non avevo capito dove volesse arrivare. *“Elena,”* ha detto, *“quest’anno porto Sofia e Luca in campagna. Sono più grandi, sono facili da gestire, mentre Annina può restare con voi.”* Credevo scherzasse. Anna adora la casa di campagna di Teresa—ci sono il giardino, l’altalena, il fiume poco distante. Ogni anno passava lì due settimane, e io e Marco erano contenti: Anna era felice e noi potevamo riposare. Ma che mia suocera decidesse di non portare affatto nostra figlia, preferendo riportarcela come un pacco? Questo è troppo!

Ho subito detto a Marco: *“Hai sentito cos’ha combinato tua madre? Perché decide al posto nostro?”* Marco, come al solito, ha cercato di smussare: *“Elena, vuole passare del tempo con i nipoti di Natalia. Anna starà bene anche a casa, ce la possiamo cavare.”* Cavarcela? Certo, ma non è questo il punto! Perché Teresa non ci ha chiesto il nostro parere? Io e Marco lavoriamo, avevamo dei piani per l’estate—volevamo prendere ferie e portare Anna al mare. E ora? Dobbiamo cancellare tutto perché ha deciso così la suocera? E poi quella frase sulla *“giustizia”*—come se ci stesse facendo un favore!

Ho voluto parlarle direttamente. L’ho chiamata e le ho detto: *“Teresa, perché non ne abbiamo parlato prima? Anna ama la campagna, e noi contavamo che ci andasse come sempre.”* E lei: *“Elena, non cominciare. Sofia e Luca non vengono da tempo, li prendo io. Anna è vostra, arrangiatevi.”* Mi è caduto il telefono. *Arrangiatevi?* Anna non è più sua nipote? E perché i figli di Natalia hanno la precedenza? So che Natalia, la figlia di Teresa, vive più vicino alla casa di campagna e che lei passa più tempo con i suoi bambini. Ma metterli così apertamente davanti ad Anna è una sfacciataggine.

Ho provato a spiegarle che abbiamo dei piani, che Anna sarà delusa, che vorrebbe andare in campagna. Ma lei mi ha interrotta: *“Elena, non fare drammi. Anna può stare a casa, io non sono di gomma, non posso portare tutti.”* Di gomma? Chi le ha chiesto di esserlo? Non le abbiamo mai imposto Anna, ci siam sempre accordati prima. Ora invece ci impone la sua decisione. Marco, invece di sostenermi, si limita ad alzare le spalle: *“Elena, mamma sa cosa fa. Non litigare.”* Non litigare? Sono al limite: ho quasi voglia di portare Anna in campagna io stessa e vedere se Teresa osa mandarla via!

La cosa più dolorosa è per Anna. Già mi chiede: *“Mamma, quando andiamo dalla nonna in campagna? Voglio giocare sull’altalena e raccogliere le fragole!”* Non so cosa risponderle. Dirle che la nonna ha scelto gli altri nipoti? È una bambina, non capirebbe, ma si rattristerebbe. E io non voglio che si senta meno amata. Ho persino proposto un compromesso: prendesse tutti e tre i nipoti almeno per un mese, e noi avremmo coperto le spese. Ma lei è stata irremovibile: *“Elena, ho deciso. Non interferire.”* Non interferire? Ora sono un’estranea nella vita di mia figlia?

Ho parlato con Natalia, sperando potesse far ragionare sua madre. Ma si è limitata a scrollare le spalle: *“Elena, mamma decide da sé. Sofia e Luca volevano andare da tempo, e Anna è ancora piccola, starà bene a casa.”* Piccola? Anna ha solo un anno meno di Sofia, che differenza fa? Ho capito che con Natalia è inutile—lei è contenta che i suoi figli siano favoriti. E io e Marco siamo qui a combattere con questa *“giustizia”* della suocera.

Ora sto pensando a cosa fare. Forse fregarsene e portare Anna al mare, come avevamo programmato? Ma mi brucia che Teresa abbia escluso nostra figlia così facilmente dai suoi piani. O magari parlare con Marco, chiedendogli di mettere sua madre di fronte a un ultimatum? Ma so che non le va di contraddirla. Dice: *“Elena, è mia madre, ama Anna, vuole solo essere equa.”* Equa? Equo è prendere una nipote e riportare l’altra come un bagaglio?

Non ho ancora deciso come agire. Ma una cosa è certa: non permetterò che Anna si senta meno importante. Se Teresa crede di poter impartire i suoi decreti *“giusti”*, si sbaglia di grosso. Troveremo il modo di rendere quest’estate indimenticabile per Anna—che sia in campagna o no. E a mia suocera ricorderò che i nipoti non sono solo quelli di Natalia. Se vuole fare la nonna con tutti, deve imparare a discuter”E intanto, mentre Anna gioca felice in giardino, io preparo la valigia per il mare, decisa a dimostrare a Teresa che la nostra famiglia non si fa comandare come un esercito al suo servizio.”

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