Yana ha comprato una casa per la madre, l’ha trasferita con le sue cose, ma la suocera si è già installata e ha persino cambiato le serrature!

Giulia firmò lultimo documento con un sospiro di sollievo, appoggiandosi allo schienale della sedia nello studio del notaio. Il sole di settembre filtrava dalle finestre, illuminando i timbri ancora freschi sul contratto di compravendita. Finalmente, la casa per sua madre era ufficialmente sua.
“Congratulazioni, signora Conti,” sorrise il notaio, porgendole i documenti. “La casa è ora di proprietà di sua madre.”
“Grazie mille,” rispose Giulia, riponendo con cura le carte nella cartella. “Mamma sarà felicissima. Ha sempre sognato una casa con giardino.”
E che casa! Un grazioso bilocale con un cortile spazioso, in un quartiere tranquillo non lontano dal centro di Bologna. La signora Maria, madre di Giulia, viveva da anni in un minuscolo monolocale, lamentandosi sempre dei vicini chiassosi. Ora avrebbe finalmente il suo angolo di pace.
Il giorno dopo, Giulia e suo marito Luca si misero allopera con il trasloco. La signora Maria saltellava tra le scatole, battendo le mani per la gioia.
“Giulietta, tesoro, sei un angelo!” ripeteva, ammirando le stanze spaziose. “Che bel posto! Pianterò rose, magari un limone”
Luca trasportava i mobili in silenzio, lanciando a Giulia sguardi eloquenti. Lui non aveva mai approvato lacquisto, convinto che alla suocera sarebbe bastata una villetta più modesta. Ma alla fine, erano i soldi di Giulia, e aveva deciso lei.
“Mamma, ecco le chiavi,” disse Giulia porgendole un mazzo. “Quella del cancello, quella della porta principale e quella del retro. Ricordati quale è quale.”
“Certo, certo,” annuì Maria, accogliendo le chiavi come fossero reliquie. “Sei così premurosa”
Per sera, tutto era sistemato. Maria passeggiava per la casa, incredula. Giulia la guardava con orgoglio.
“Ora vivi e goditela,” disse abbracciando sua madre. “Domani torno per aiutarti con le piccole cose.”
“Grazie, amore mio,” sussurrò Maria con la voce rotta dallemozione.
Sulla strada di casa, Giulia si fermò a prendere Luca dalla madre di lui, la signora Adriana, dove aveva lasciato lauto quella mattina. La suocera la accolse sulla soglia con una smorfia.
“Allora, hai comprato il palazzo a tua madre?” sbottò, senza nemmeno salutare.
“Sì, ho comprato una casa,” rispose Giulia con calma. “Mamma si merita una vecchiaia serena.”
“E noi no?” sbuffò Adriana. “Noi viviamo in questa catapecchia, col tetto che perde e le pareti umide, e voi regalate palazzi agli estranei!”
Giulia aggrottò le sopracciglia. “Estranea? Mamma è la mia famiglia.”
“Be, almeno un regalo alla famiglia lavreste potuto fare,” borbottò Adriana mentre li accompagnava al cancello.
Giulia ignorò il commento. La suocera era sempre stata invidiosa. Limportante era che Maria fosse felice.
Una settimana dopo, Giulia parcheggiò davanti alla casa di sua madre e notò subito qualcosa di strano. Panni stesi al sole ma non di Maria. Mai sua madre avrebbe messo in mostra mutande da uomo o foulard sgargianti.
Scrutò il cortile: scatoloni sconosciuti, borse. Sul portico, riconobbe con orrore i vestiti di sua madre.
Il cuore le martellò nel petto. Provò ad aprire la porta con le chiavi che aveva dato a Maria, ma non giravano. La serratura era nuova.
“Ma che diavolo” borbottò, controllando tutte le entrate. Nuove serrature ovunque.
Una vicina, affacciandosi, le disse: “Ah, sta cercando la vecchia padrona? Lhanno cacciata tre giorni fa.”
“Cacciata? Questa è casa di mia madre!”
“Lo so, lo so,” annuì la donna. “Ma ora cè tua suocera. Dice che la casa è sua.”
Giulia sentì il sangue ribollire. Avevano buttato fuori sua madre? Adriana si era appropriata della casa?
“E dovè mia madre ora?”
“Se nè andata con le valigie. Piangeva, poverina.”
Giulia serrò i pugni e si diresse alla porta. Adriana apparve sorridente, con un mazzo di chiavi alla cintola.
“Ah, sei arrivata! Ci stiamo sistemando,” disse, compiaciuta.
“Dovè mia madre?”
“Ah, è in veranda. Abbiamo dovuto riorganizzare gli spazi.”
Maria, pallida e stanca, si avvicinò. “Giulietta, grazie a Dio”
“Cosa succede qui?”
“Tua suocera ha cambiato le serrature. Dice che la casa è di famiglia.”
Giulia si voltò verso Adriana. “Questa è casa di mia madre. Ridammi le chiavi. Subito.”
“Non alzare la voce! Qui ci vivo io ora! Hai detto che volevi una casa per la famiglia!”
“Per mia madre, non per te!”
Adriana scrollò le spalle. “Che cosa vuoi che sia? Una vecchia non ha bisogno di tutto questo spazio.”
Giulia chiamò la polizia.
“Che fai?!” strillò Adriana. “Siamo famiglia!”
“La famiglia non ruba le case,” ribatté Giulia.
In dieci minuti, la suocera fu sbattuta fuori. Un fabbro cambiò le serrature. Maria tornò dentro, tremante.
“Perdonami, mamma. Non avrei mai immaginato”
“Figlia mia, non è colpa tua.”
Rimisero tutto a posto. Adriana aveva perfino cambiato le lenzuola.
“Che sfacciataggine,” commentò Giulia, rimet

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Yana ha comprato una casa per la madre, l’ha trasferita con le sue cose, ma la suocera si è già installata e ha persino cambiato le serrature!