Ho dormito con il mio ragazzo senza sapere che era morto due giorni primaora sono incinta del figlio del suo fantasma.
Episodio 1
Giuro che lho visto. Lho toccato. Lho baciato. Lho sentito. Il suo respiro era caldo, le sue labbra sapevano di mentacome sempre. Indossava quella felpa grigia che lo faceva sembrare un bullo tenero, e che lo infastidiva perché troppo larga. Era reale. Mi ha abbracciato tutta la notte. Mi ha sussurrato ti amo allorecchio. Ha detto che ci saremmo sposati lanno prossimo. Ricordo ogni secondo. Il modo in cui scivolava le dita sul mio braccio. Come piangeva quando piangevo io. Come mi amava con una passione che mi faceva credere che lanima mi si spezzasse in due. E poi è scomparso.
Mi sono svegliata sola. Ma non avevo paura. Pensavo fosse andato a correre, come faceva a volte. Il suo profumo era ancora sulle lenzuola. La mia pelle bruciava ancora dove mi aveva toccato. Ma qualcosa non tornava.
Ho chiamato.
Di nuovo.
E ancora.
E poi, la mia migliore amica, Beatrice, è entrata nella mia stanza, il volto pallido. Non capivo perché piangesse.
Ginevra ha sussurrato. Non lo sai?
Ho riso. Sapere cosa?
Luca è morto.
Ho sbattuto le palpebre. Morto come?
Ha pianto più forte. Due giorni fa. Un incidente in macchina. La notte del temporale.
No. No. No. No.
Ho urlato. Lho spinta. Le ho detto che era crudele. Che non era divertente. Le ho mostrato il messaggio che Luca mi aveva mandato la sera prima. La nota vocale che diceva: Sto arrivando. Mi manca il tuo corpo accanto al mio. Lei ha guardato il telefono, tremando.
Ginevra non poteva essere lui. Era già allobitorio.
Il mondo ha vacillato.
Le mie ginocchia hanno ceduto.
Sono corsa in bagno, ho preso lasciugamano che aveva usato, ancora umido. La felpa lasciata per terra. Il segno dei suoi denti sul mio collo.
Lui era stato qui.
Doveva esserlo.
Ma la verità era Luca era stato sepolto ieri.
E in qualche modo, quella notte, avevamo fatto lamore.
Passarono i giorni. Le notti diventarono insopportabili. Non riuscivo a dormire. Ogni volta che chiudevo gli occhi, lo vedevo. A volte in piedi ai piedi del letto. A volte sussurrandomi allorecchio. Una notte ho sentito la sua voce: Non piangere, amore. Sono ancora con te. Ho provato a registrarlo, ma cera solo statica e il mio respiro terrorizzato.
Poi ho saltato il ciclo.
Due volte.
Pensavo fosse lo stress. Il dolore. Il trauma.
Finché non ho vomitato per la quinta volta in un giorno.
Ho fatto il test.
Due linee.
Positivo.
Sono caduta in ginocchio.
Lunica persona con cui ero stata era Luca.
Ma lui era morto.
Sepolto. Decomposto. Andato.
Eppure, qualcosa cresceva dentro di me.
Qualcosa che scalciava di notte.
Qualcosa che brillava sotto la mia pelle quando le luci si spegnevano.
E ogni volta che piangevo e dicevo di non farcela
Lo sentivo sussurrare dallombra:
Non sei sola. Nostro figlio sta arrivando.
Episodio 2
Non ricordo di essermi addormentata. Ricordo solo di essermi svegliata nella vasca da bagno, con il test di gravidanza ancora stretto in mano, quelle due linee rosa che ridevano della mia sanità mentale. Non parlavo con nessuno da giorninemmeno con Beatrice. Il telefono suonava decine di volte. Il suo nome illuminava lo schermo. Ho ignorato tutte le chiamate.
Come spiegare che aspettavo un bambino da un uomo sepolto da settimane? Chi mi avrebbe creduto? Nemmeno io ci credevo davvero. Fino a quella notte.
Avevo appena chiuso gli occhi quando qualcosa ha premuto il mio ventre dallinterno. Non era un calcio normale. Sembrava intelligente. Deliberato. Quasi volesse attirare la mia attenzione. Mi sono alzata di colpo, ansimando, le mani sulla pancia. E poi lho sentita di nuovo.
La voce di Luca. Dentro la mia testa.
Non avere paura, amore. Ti ho scelto io.
Ho urlato e sono scappata dal letto. Mi sono guardata la pancia allo specchio, sollevando la maglietta. Avrei giurato di aver visto un bagliore azzurro sotto la pelle. È lampeggiato e poi è sparito. Le gambe mi hanno ceduto. Sono caduta a terra, singhiozzando.
Il giorno dopo, mi sono costretta ad andare in ospedale. Ho detto alla dottoressa che ero rimasta incinta dopo la visita del mio ragazzo. Ho mentito sulle date. Ho mentito su tuttotranne i sintomi.
Sogni strani. Pelle che brilla. Voci di qualcuno che non cè.
Lespressione della dottoressa è cambiata lentamente da preoccupata a sospettosa.
Faremo degli esami ha detto con cautela. Lo stress può influire molto sulla mente, specialmente con gli ormoni della gravidanza.
Ha premuto lo stetoscopio sul mio ventre. Il suo volto si è irrigidito.
Non sento il battito. Ma qualcosa si muove.
Ha ordinato unecografia. Mentre ero sdraiata sul lettino freddo, il volto della tecnica è impallidito. Ha continuato a regolare lo scanner. Non ha detto nulla finché non le ho chiesto cosa succedeva.
Cè un feto ha sussurrato. Ma sta brillando.
Sono scappata dallospedale senza aspettare i risultati. Quella notte, ho fatto un altro sogno. Luca era in piedi nella nostra vecchia meta, vicino al lago, il vento che muoveva la sua felpa.
Nostro figlio non è come gli altri ha detto, con una voce più dolce del vento. Sono io e qualcosa di più.
Cosa vuoi dire? ho chiesto.
Ma lui ha solo sorriso, triste. Lo capirai presto. Ma devi proteggerlo.
Mi sono svegliata e le tende erano completamente aperte, anche se avevo chiuso tutto a chiave. La felpa che Luca indossava nel sogno era piegata con cura sul bordo del letto. Lho toccata. Era ancora calda.
Allora ho capitociò che cresceva dentro di me era reale. Era suo. E mi stava cambiando.
Il giorno dopo, ho finalmente chiamato Beatrice. Avevo bisogno di aiuto. È arrivata di corsa e mi ha abbracciata forte. Le ho raccontato tutto. Le ho mostrato il bagliore sul mio ventre. Le ho parlato dei sogni, della voce, del bambino.
Non ha riso.
Non ha urlato.
Ha sussurrato: Devo portarti da qualcuno.
Lho seguita fino a una vecchia casa nascosta dietro la chiesa di sua nonna. Dentro, cera una donna anziana con lunghe trecce grigie e occhi pallidi. Mi ha guardato una sola volta e ha detto:
Non sei la prima. Ma devi essere lultima.
Le ho chiesto cosa intendesse, ma la sua risposta mi ha gelato il sangue.
Porti in grembo il figlio di unanima legata. Quel bambino è sia una benedizione che un avvertimento. Suo padre non sarebbe dovuto




