Ecco la storia adattata alla cultura italiana:
Arianna ricorda la sua infanzia felice, anche se ora ha venticinque anni e nella vita ha già conosciuto tante gioie, ma anche tante difficoltà e delusioni.
Quando il giovane e valoroso tenente Romeo, appena uscito dallAccademia Militare, ha chiesto a Lara di sposarlo, lei non riusciva a crederci. Si frequentavano da più di due anni, mentre Romeo studiava, e i loro incontri erano rari. Gli allievi ufficiali non ottenevano spesso il permesso di uscire.
“Lara, andiamo subito in comune a fare la dichiarazione, ci sposeremo, poi io partirò per la nuova destinazione, mi sistemerò. E tu verrai più tardi, ti verrò a prendere,” diceva Romeo, felice di aver finito gli studi, ottenuto i gradi e il titolo, e presto sarebbe diventato un uomo serio e sposato.
“Daccordo,” rispose Lara, piena di gioia. Da tempo desiderava andarsene di casa, lontano da un padre ubriacone e sempre pronto a litigare, e non le dispiaceva neanche lasciare la madre.
La madre di Lara lo difendeva quando era sobrio, gli preparava da mangiare, ma poi tutto ricominciava da capo. A nessuno importava davvero di lei, limportante era che avesse qualcosa da mangiare e da mettersi addosso. Lo stipendio del padre, sua madre lo strappava via con urla e scenate, prima che lui lo bevesse tutto.
Insomma, di bello nella vita non ne aveva visto molto.
“Quando avrò una figlia,” sognava Lara, “la amerò e la crescerò in modo diverso. E non ci saranno mai litigi in casa mia, perché non sposerò mai un uomo come nostro padre. Troverò un bravo ragazzo.”
Lara raggiunse Romeo in un paesino sperduto nelle Alpi, dove lui era di stanza. Un posto piccolo, ma almeno avevano subito un bilocale. Romeo si era dato da fare, alcuni mobili erano dellesercito, altri li aveva comprati lui.
“Romeo, sono così felice, siamo finalmente insieme e non abbiamo bisogno di nessuno. E qui sono padrona io,” gioiva Lara, mentre il marito la stringeva felice.
Circa un anno e mezzo dopo nacque la loro bambina, Arianna. A quel punto, però, Lara se la cavava quasi da sola: il marito era sempre fuori per esercitazioni o servizio, raramente la sera riuscivano a fare il bagnetto alla piccola insieme. Lui tornava quando la bambina dormiva e se ne andava allo stesso modo. Le mancava, certo.
Passò il tempo. La bimba cresceva, Romeo fu trasferito in unaltra città, un capoluogo di provincia, comunque meglio di un paesino. Poi ancora un trasferimento e un altro, e Arianna cambiò scuola più volte. Giravano lItalia in continuazione, finché un giorno il padre tornò a casa e disse:
“Bene, andiamo in una grande città, probabilmente resteremo lì per sempre.”
“Finalmente, te lo sei meritato,” disse Lara. “Ero stufa di stare sempre in giro tra queste caserme. Gli altri vivono nello stesso posto tutta la vita.”
“Lara, hai sposato un militare, potevi scegliere un civile. Non capisco di cosa ti lamenti. Hai tutto: casa, macchina, soldi.”
Ma Lara evidentemente aveva preso il carattere della madre, e con il tempo smise di occuparsi di Arianna, che più cresceva più si avvicinava al padre. Tra loro cera unintesa perfetta. A Lara non importava nulla.
Gli diedero un trilocale in centro. Prima avevano sempre avuto appartamenti piccoli, ma quando entrarono in quello nuovo, rimasero senza parole. Ad Arianna piaceva soprattutto il balcone, al decimo piano la vista era incredibile.
Arianna andava in una buona scuola. Il padre continuava il servizio, la madre lavorava anche lei. Spesso Arianna sentiva la madre litigare con lui. Lui rimaneva in silenzio, mentre Lara trovava sempre qualcosa per cui criticarlo. Iniziavano a discutere per nulla. La figlia aveva pietà di lui, che usciva sul balcone, si sedeva su una sedia e leggeva il giornale, aspettando che la moglie si sfogasse. Lara non osava seguirlo là fuori, la gente avrebbe spettegolato.
Dopo due anni i genitori divorziarono. Arianna rimase con la madre, il padre si trasferì in un altro quartiere. Romeo lasciò lappartamento a loro.
“Arianna, vieni da me nei weekend o durante le vacanze, ecco lindirizzo,” disse il padre prima di andarsene, e lei nascose quel foglietto prezioso lontano dalla madre.
Nei periodi di vacanza, Arianna andava dal padre, passeggiavano nel parco, andavano al cinema, mangiavano il gelato. La madre, invece, evidentemente risentita con lex marito, sfogava tutto su di lei. Ormai Arianna era alle superiori e aveva imparato a reagire. Tra loro cera una pace fredda, ma vivevano come estranee.
Quando dovette scegliere se studiare nella sua città o altrove, ovviamente scelse la seconda opzione. Voleva solo allontanarsi dalla madre. Si iscrisse alluniversità, andò a vivere in un dormitorio e finalmente era felice. Felice di non vedere più sua madre.
“Alle vacanze tornerò a casa, visiterò papà,” pensava.
Ma quando arrivarono le vacanze e tornò, rimase delusa. La madre non viveva più da sola, ma con Igor, un uomo solo sette anni più grande di lei. Arianna vide per la prima volta un uomo ubriaco in casa. Suo padre beveva poco, solo alle feste, quindi per lei fu uno shock. Igor era sempre alticcio. Non capiva se lavorasse o no, ma ogni tanto usciva e tornava nella stessa condizione.
“Mamma, davvero ti piace che Igor sia sempre ubriaco?” chiese una volta, senza trattenersi. “E poi litiga sempre.”
“Non sono affari tuoi, non ti intromettere. Igor ha avuto una vita difficile. Se non ti piace, vai da tuo padre, nessuno ti trattiene.”
Arianna andò da suo padre, perché il giorno prima, mentre la madre era fuori, Igor aveva fatto irruzione nella sua stanza. Fortunatamente la madre era tornata in tempo. La mattina dopo Arianna fece la valigia e partì. Due giorni dopo sarebbe tornata alluniversità. Non capiva perché la madre difendesse quelluomo, sopportasse le sue scenate e addirittura i suoi gesti violenti.
“Finché Igor vive in quella casa, non ci metterò più piede,” decise.
E così fu. Una volta, al quarto anno, dopo aver dato gli esami, Arianna andò dal padre. Anche lui viveva con unaltra donna, Anna, che era gentile e affettuosa con la figliastra. E proprio davanti a casa del padre, Arianna fu investita da unauto. Finì allospedale con una gamba rotta.
Il padre andava a trovarla, a volte ci andava Anna da sola se lui era in missione. Alla fine Arianna decise di avvisare la madre e la chiamò.
“Mamma, ciao, sono in ospedale.”
Lara promise che sarebbe andata. Arrivò, si lamentò un po, e due giorni dopo tornò con una sconosciuta.
“Figlia mia, questa è un notaio, devi firmare dei documenti. Tuo padre non ci ha pensato, ma io non lascerò mia figlia senza un tetto. Dopo la mia morte avrai una casa. Te lo prometto, parola mia.”
Arianna firmò. Poi si laureò e rimase in quella città. Trovò lavoro. Sognava di comprarsi una casa, ma con cosa? Però non si scoraggiava.
Una volta chiamò la madre.
“Mamma, ciao, come stai? Come va la vita, la salute?”
“Così così, tiro avanti. Ho lasciato Igor, ero stufa delle sue sbronze.”
“Davvero?