5 ottobre 2023
Dopo otto anni d’amore, se n’è andato così, senza drammi. Ha detto solo: “È meglio così.”
Mi chiamo Valentina, ho 27 anni e vivo a Bologna. La mia anima grida in un silenzio che nessuno sente. Quello che mi è successo sembrerà banale a chi legge. Storie così ce ne sono a migliaia. Ma quando il dolore ti spezza il petto, non è più ordinario. Ti divora le notti, ti ruba il respiro, e alzarsi dal letto sembra una montagna.
Ho passato otto anni con un uomo che credevo fosse il mio per sempre. Si chiamava Alessandro. Ci siamo conosciuti quando avevo appena diciann’anni, e da allora non ci siamo mai lasciati. Abbiamo condiviso tutto: la prima stanza in affitto, le cene di studenti con pochi euro, le notti insonni prima degli esami, i primi lavori, i primi errori. Siamo cresciuti insieme. Mi conosceva come nessun altro. Ero certa che noi saremmo stati per sempre.
Poi, una settimana fa, tutto è finito.
Si è seduto accanto a me e ha detto:
“Valentina, voglio che ci lasciamo. Non sento più un futuro per noi. Ti amo, ma non è più come prima. È giusto così. Sarà meglio per entrambi.”
Il mondo si è fermato. L’aria è diventata pesante. Non capivo. Non avevamo litigato. Nessun tradimento, nessuna menzogna. Eravamo felici, credevo. Mi diceva ogni giorno che mi amava. Mi stringeva ogni sera prima di dormire. Era tutto finto, allora?
Gli ho chiesto: “C’è un’altra?”
Ha abbassato lo sguardo: “No. È solo che… le cose sono cambiate. Non so spiegarlo. Non sento più quello che provavo.”
Io, invece, lo sento ancora. Lo amo. Non come a vent’anni, con quel fuoco che ti brucia dentro. Ma in modo diverso, profondo, quieto come l’abitudine di respirare. Lui era la mia famiglia. Era la mia persona. O almeno, così credevo.
Mille dubbi mi assalgono. Forse mente? Forse si è innamorato di un’altra? O forse ha avuto paura, sentendosi stretto in una vita già scritta? Qualcuno gli avrà detto che a trent’anni la vita ricomincia, e lui ha deciso di cancellarmi dal suo copione?
Ma perché non dirmi la verità? Perché lasciarmi in questo vuoto, dove tutto crolla e non c’è nulla a cui aggrapparsi?
Ho provato a parlargli. Lo supplicavo di spiegarsi. Volevo capire. Volevo almeno la possibilità di lottare, di recuperare quello che avevamo. Ma lui era calmo. Troppo. E quella calma mi uccideva più di tutto.
Ha detto: “È finita, punto. Non servono colpevoli.”
Ma se non c’è un colpevole, perché mi sento punita?
Ora sono sola. Ogni cosa in casa mi parla di lui. La sua tazza del caffè che non lavava mai. Il suo cuscino che non riesco a buttare. Persino il silenzio ha il suono della sua voce.
Vado al lavoro, sorrido ai conoscenti. Tutti pensano che sia tutto a posto. Dentro, invece, è come un deserto. Vorrei urlare.
Leggo storie online di tradimenti, di lutti, di separazioni con figli. Cerco di convincermi che il mio dolore non è il peggiore. Che passerà. Ma per ora, non passa.
Quello che ferisce di più non è la perdita, ma l’incomprensione. Eravamo una cosa sola. Com’è potuto andarsene così, senza lottare? Come si ama per otto anni e poi si chiude tutto con un “è meglio così”?
Non scrivo per pietà. Scrivo perché non so come sopravvivere a questo silenzio. A questo “perché” senza risposta.
Se qualcuno che legge ha vissuto qualcosa di simile, ditemi come avete fatto. Come si torna a credere che l’amore non è un capriccio, ma qualcosa di vero?
Non so ancora come andare avanti. Ma so una cosa: io non ho mentito. Il mio amore era vero. Se lui non l’ha saputo mantenere, ha perso più di me. Perché io so ancora amare. Lui… ha solo scelto di scappare.
**Lezione oggi:** Non tutte le ferite sanguinano. Alcune ti svuotano piano, finché non riconosci più te stessa. Ma anche questo passerà. Dicono.