**Lo scherzo fallito**
Arianna, una ragazza vivace e allegra, non riusciva a vivere un giorno senza scherzare. A scuola strappava risate a tutti, e alluniversità faceva parte di una compagnia teatrale comica. Persino nella scelta dei ragazzi, cercava sempre chi avesse un buon senso dellumorismo.
“Ari, ma perché cambi fidanzato così spesso?” le chiese un giorno la sua amica Beatrice. “Uno lo frequenti, un altro lo lasci, e intanto te ne trovi un terzo.”
“Bea, sai bene che per me lumorismo è fondamentale. Io non riesco a stare senza ridere! Non è colpa mia se mi capitano ragazzi come Luca, che non sorrideva mai, o Matteo, che rideva anche se gli facevi locchiolino. Troppo estremo pure quello!”
“Eh, ti toccherà cercare a lungo prima di trovare quello giusto,” rise Beatrice.
“Mi piace divertirmi, fare battute. Voglio un ragazzo con cui ridere insieme,” spiegò Arianna.
“Ari, ma la vita non è solo uno scherzo. Io, per esempio, cerco un uomo serio, tutte queste risate lasciamole perdere,” rispose Beatrice.
“Siamo diverse, Bea. A me piacciono i ragazzi che sanno ridere, anche di sé stessi, che vedono il lato positivo delle cose. È bello stare con persone così, basta che gli scherzi non siano offensivi.”
Arianna adorava il primo aprile, il giorno perfetto per gli scherzi, quando nessuno poteva offendersi. Alluniversità e poi in ufficio, organizzava sempre qualche burla, e raramente cadeva nei tranelli altrui. Era semplicemente il suo carattere.
Aveva avuto storie, certo. Luca era troppo serio, si offendeva per niente, e così era finita presto. Matteo rideva alle sue battute e guardavano insieme spettacoli comici, ma alcune sfumature dellumorismo gli sfuggivano, e anche quella relazione si spense.
**La rottura**
Quando conobbe Marco, pensò di aver finalmente trovato luomo giusto, con cui ridere e scherzare. Il primo aprile, si nascoste dietro langolo di casa e, quando lui passò, saltò fuori con una smorfia esagerata, gridando “Buu!” per spaventarlo. Lo scherzo non funzionò, ma Arianna aspettava una sua risposta.
Stranamente, Marco non reagì. Due giorni dopo, però, mentre lei portava in salotto due tazze di caffè e una cioccolata, lui le lanciò ai piedi un serpente giocattolo, così realistico da muoversi. Arianna sobbalzò, il vassoio cadde e il caffè schizzò ovunque.
“Marco, ma che fai? Il caffè era bollente, potevo scottarmi!” gridò indignata.
Lui scrollò le spalle. “Era la mia rivincita. Non pensavo ti spaventassi così.”
Litigarono, poi fecero pace. Ma un mese dopo, Marco ripeté lo scherzo, questa volta con un serpente vero, non velenoso, preso in prestito da un amico. Lo gettò davanti ad Arianna mentre beveva il tè prima di uscire. La ragazza, terrorizzata, si arrampicò su una sedia urlando.
Marco rise, raccolse il serpente e lo mise in una scatola.
“Ma perché ti spaventi così? Non è velenoso!”
“Così non si scherza! Prendi il tuo serpente e vattene, seriamente. È finita.”
Si lasciarono. Arianna amava gli scherzi, ma innocui, che non mettessero in pericolo la salute. In ufficio, tutti sapevano che era difficile beffarla, ma lei divertiva tutti con la sua faccia impassibile mentre diceva assurdità.
Con il collega Massimo, in particolare, cera un continuo scambio di burle. Mai un rimpianto, mai unoffesa. Massimo la rincorreva con battute, e il primo aprile diventava una gara a chi la spuntava.
Per Arianna, però, Massimo era solo un collega. Non laveva mai considerato come un uomo, forse perché quelle risate erano un antidoto alla noia quotidiana.
**Primo aprile**
Quellanno, Arianna preparò dei croissant alla marmellata, ma per Massimo ne fece uno speciale, pieno di peperoncino.
“Massì, prendi un caffè con noi, ho fatto anche dei dolcetti!” disse, porgendogli il croissant avvelenato con un sorriso innocente.
Massimo si fidò, prese un morso, poi un altro, e subito corse via, tossendo.
“Ari, di nuovo con gli scherzi?” rise qualcuno.
“Tranquilli, il peperoncino è solo per lui!”
Quando tornò, Massimo era serio. “Come ho fatto a abbassare la guardia?”
Tutti risero, ma Arianna sapeva che Massimo non lavrebbe lasciata andare così.
**Lo scherzo incredibile**
Verso fine giornata, mentre Arianna beveva un tè in cucina, entrò Massimo.
“Ah, il tè va bene, ma io voglio una mela!” Prese un coltello e iniziò a tagliarla, finché non urlò: “Ahi! Mi sono tagliato! Ari, passami un tovagliolo!”
Arianna, che aveva il terrore del sangue, cercò freneticamente un panno. Quando glielo porse, però, la mano di Massimo cadde a terra, e la manica era vuota.
Le girò la testa, il pavimento le venne incontro, e svenne. Quando riaprì gli occhi, vide i colleghi impauriti e Massimo pallidissimo.
“Scusa, Ari, non pensavo era una mano finta!”
Arianna, anche se spaventata, rise. “Be’, hai vinto tu. Lo scherzo è riuscito, anche se un po troppo!”
Massimo, in preda ai sensi di colpa, le preparò il tè e le offrì una cioccolatina, continuando a scusarsi.
“Basta, Massì! Anchio ti ho preso in giro. Finalmente ce lhai fatta!”
Arianna non era arrabbiata, solo un po delusa di sé stessa per quella debolezza. Ma mentre osservava Massimo preoccupato, una pensiero la folgorò:
*Ma guarda è davvero premuroso. Perché non lho mai notato?*
Massimo era un bravo ragazzo, simpatico, divertente, e soprattutto con un grande senso dellumorismo. E se anche quello scherzo non era riuscito, la colpa non era sua. Da allora, iniziarono a frequentarsi.
Arianna capì che con Massimo avrebbe riso ancora molto. E non sbagliò. Lui le confessò:
“Mi piaci da tempo. Con te non ci si annoia mai. Ma vedevo che mi consideravi solo un collega.”
“È vero, ma qualcosa è cambiato”
Persino al municipio fecero ridere la celebrante, e il loro matrimonio fu una festa piena di allegria.
**La lezione**
Si dice che “se con una persona puoi ridere e anche stare in silenzio, potete superare tutto”. È vero. Arianna e Massimo costruirono una famiglia unita e felice, dove le risate non mancarono mai. Perché, come si sa, ridere allunga la vita.