In Questa Famiglia Non Ci Sei

Oggi era una di quelle giornate che ti spezzano il cuore. “Tu qui non ci sei!” La voce di Giovanna vibrava di rabbia. “Capisci? In questa famiglia non esisti più!”

“Cara, calmati,” tentai di dire, ma mia moglie mi interruppe.

“Zitto! Con il tuo silenzio, per anni le hai permesso di fare ciò che voleva!”

Alessia era sulla soglia del salotto, la valigia in mano. Il suo volto era pallido, le labbra tremavano, ma lo sguardo restava fiero.

“Va bene, mamma. Come dici.”

“Non chiamarmi mamma!” esplose Giovanna. “Ho una sola figlia, e non sei tu!”

Mi lasciai cadere sulla poltrona, coprendomi il viso. Alessia cercò i miei occhi, sperando in una parola di difesa. Ma rimasi muto.

“Papà?” sussurrò.

“Alessia, non è il caso di essere così duri?” Alzai la testa. “Parliamone con calma.”

“Di cosa?” Giovanna afferrò una cornice e la scagliò a terra. Il vetro andò in frantumi. “Ci ha disonorati! Tutta Città di Castello punta il dito!”

Alessia guardò la foto spezzata: il nostro ultimo Natale, sorrisi felici. Ora sembrava una crudele beffa.

“Signora Rossi,” corresse Alessia, “non è colpa mia.”

“Non è colpa tua?” Mia moglie le si avvicinò. “Frequenti un uomo sposato! Distruggi una famiglia! E ora aspetti pure un bambino da lui!”

Alessia portò istintivamente una mano al ventre. La notizia era già volata per il nostro paesino umbro.

“Lo amo,” disse piano.

“Lo ami!” la derise Giovanna. “Un quarantenne con tre figli! Cosa ci trovi, in quel farabutto?”

Alessia impallidì ulteriormente.

“Vittorio mi ama. Andremo a vivere insieme.”

“Dove?” ghignò mia moglie. “Qui? In casa mia? Credi che permetterò a te e a quel…”

“Giovanna, basta,” interruppi. “È pur sempre nostra figlia.”

“Nostra?” Mia moglie mi fulminò. “Non ho partorito una figlia così! L’abbiamo cresciuta, mandata all’università, aiutata col lavoro. E lei cosa fa? Si lega al primo uomo sposato!”

Alessia posò la valigia.

“Vittorio non è un estraneo. Ci conosciamo da un anno.”

“Ah, un anno intero!” esclamò Giovanna. “Un anno di bugie! Dicevi di lavorare fino a tardi, e invece correvi dall’amante!”

“Non mentivo, solo…”

“Nascondevi! È la stessa cosa!”

Mi alzai e mi affacciai alla finestra. Fuori, la pioggerella rendeva grigia Piazza Matteotti.

“Piccola,” dissi senza voltarmi, “cosa dice Vittorio? Ha avviato il divorzio?”

“Certo,” rispose Alessia. “Ha depositato le carte in tribunale.”

“Depositato,” ripeté Giovanna. “Ma la famiglia è già distrutta. I suoi figli cresceranno senza padre.”

“Non si amavano,” spiegò Alessia. “Vivevano come coinquiline. Vittorio dice che era un matrimonio d’interesse.”

“Tutti i mariti dicono così!” rise amara Giovanna. “Mogli mai amate, figli mai voluti! Poi, quando si stufano, tornano a casa!”

“Lui è diverso.”

“Sono tutti uguali! Credi che non conosca la vita? Quante storie così ho visto! Promettono monti d’oro, poi spariscono appena scoprono della gravidanza!”

Alessia trasalì.

“Sa del bambino. Ne è felice.”

“Felice? Allora perché non è qui con te? Perché non difende l’amore della sua vita?”

“È… in trasferta. Tornerà fra una sett
Mia moglie replicò con un sorriso amaro sulla perfetta tempistica della sua trasferta, ed io, osservando le spalle curve di mia figlia mentre usciva nella pioggia notturna, compresi che avevamo appena perso per sempre il frammento più fragile del nostro cuore.

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