15 settembre 2023. Oggi ho dovuto cedere per la seconda volta a Massimiliano, quel brontolone di mio genero. Lo detesto da quando si è sposato con Federica, ma non posso negare che è un bravo ragazzo, anche se continua a giocare a quei suoi orribili simulatori di guida online. Posso perdonargli le sue maniere rustiche e la natura goffa, che si erano plasmati quando suo padre, un meccanico di Cosenza, lo ha allevato in un garage. Tuttavia, ho dovuto tollerarlo in casa per via di Aurora, la piccola, che mi ha incantato. Fin dal primo momento che Federica ha saputo di essere incinta, Massimiliano ha smesso di urlare in quelle chat di gaming e si è dedicato a lei con un impegno che non gli avevo mai visto.
Non è che non sapesse stare con le mani in mano… Massimiliano ha cercato di sistemare l’anta del forno e ha spento la luce all’ingresso senza chiamare l’elettricista. Ma era pur sempre un estraneo in questa casa, e io, dopo dieci anni di vedovanza, non ho mai avuto un uomo che comprendesse la gentilezza di un pasticcio di verdure al tegamino. Era come se volesse strappare a Federica la sua strada…
Quando l’ho visto aprire il frigo con le mani sporche, ho trattenuto a stento la lingua. “Massimiliano, è per Aurora che l’ho preparato. La sua carne è fresca di mercato. La tua sara invece fatta con la polpa di tacchino avanzata.”联邦卡只是露出笑容, non capendo quanto fossi arrabbiata. Ma con lui non si può mai parlare seriamente. Resta là, in cucina, e si complimenta sempre per il caffè che faccio. “Mamma, sei un’artista!” e non sa che è il tipo di caffè che gli do che ha un sapore amaro.
Poi ci sono state le sue chiacchiere. Un giorno mi hanno chiamato per sistemare l’elettricità alla bettola dietro l’angolo, e lui, con la sua testa di marmo, ha proposto di fissare un badante. “Mamma, non sei così forte da reggere quell’argenteria!” mi aveva detto Federica. Ma cosa potevo fare? Non potevo certo mostrarmi fragile davanti a lui. Ho stretto i denti e ho sostenuto la spesa con i miei risparmi, che grazie a Dio non avevo investito in passaggi in più per il suo stipendio. Ogni mese ne versa 500 euro nel conto di Aurora, anche se ho visto che lui spende per i suoi abiti nuovi. Ma quante maglie può davvero indossare?
I suoi parenti di Cosenza sono un altro disastro. La madre, Isabella, si è presentata un fine settimana con un cestino di fichi secchi e un grembiule pieno di macchie di sugo. “Mamma, sei ancora come a casa!”, ha detto appena entrò. Poteva almeno portare qualcosa di decente, come molti fanno qua a Milano. Ma evidentemente, nella loro cultura, quelli di famiglia sono sopra ogni regola. Isabella ha iniziato a parlare in modo caustico delle mie uova strapazzate, dicendole troppo secche. “Massimiliano ha sempre avuto la bocca veloce, così gli è stato insegnato a Cosenza!”, ha commentato guardando con ostilità i miei occhi severi.
Poi però, una sera, mentre stavamo a tavola, è successo qualcosa che mi ha sconvolta. Massimiliano ha parlato sottovoce del fatto che suo padre lo aveva mandato via di casa quando aveva quattordici anni. “Lo volevo andare a imparare l’informatica a Torino”, mi ha confessato, “ma lui non me lo ha permesso e mi ha costretto a lavorare in pietra nella sua bottega.” Non gli ho risposto. Tutto quel dolore nascosto in lui… forse non è un mascalzone come credevo.
Comunque, in questi giorni mi sono dedicata a lui, in silenzio. Gli ho chiesto di fissare l’aria condizionata in camera sua, anche se non avevo bisogno. E ho visitato un corso open day in un college vicino, anche se non l’ho detto a nessun altro. Forse, nel fondo, lui è solo un ragazzo con una barca di problemi, che si aggrappa a Federica e ad Aurora come a una salvezza.
Oggi, quando l’ho visto sorridere mentre sistemava le carte per la candidatura, ho detto a me stessa: “Sì, anche se è un ciarlatano, non è tutto cattivo.”
Ciao, dolore.