La suocera detestò fin dal primo istante Martina, la moglie di Luca. Tra loro non c’era modo di trovare un’intesa, un minimo punto d’incontro. Per la madre, Martina era una ragazza rozza, senza classe, assolutamente inadeguata per suo figlio. Eppure, nonostante la sua apparente mediocrità, quella giovane era riuscita a scavarsi un posto nel cuore di Luca. La suocera, però, non si dava pace e faceva di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al loro matrimonio, cercando di seminare zizzania a ogni occasione.
Giulia, la madre di Luca, era convinta che il figlio avesse ereditato una certa debolezza mentale, proprio come suo padre, per essersi lasciato incantare da una ragazza così insignificante. “Nessun barlume di saggezza,” borbottava tra sé, scuotendo la testa.
Martina, ai suoi occhi, era un disastro ambulante, una provinciale senza speranza. Persino il suo aspetto fisico era un’offesa per Giulia: capelli radi e tagliati male, un naso aquilino che spiccava sul viso, occhi troppo vicini e infossati. E poi quei fianchi larghi, così ingombranti che sembrava non riuscissero a passare dalle porte della loro elegante casa a Firenze! Per la suocera, Martina era nata per sgobbare nei campi della campagna toscana, non certo per vivere nel lusso cittadino.
Senza un briciolo d’istruzione, passava le giornate a vendere trucchi dozzinali in un negozietto di periferia. Sapeva contare i soldi e ammiccare ai clienti, e questo era tutto il suo talento.
E poi, il suo passato! Una vergogna che non meritava nemmeno di essere menzionata. Sua madre viveva ancora in un paesino sperduto, con le mani sporche di terra e letame. Non le aveva insegnato né ordine né pulizia, e ora toccava a Giulia combattere contro la sciatteria di Martina. La nuora, dal canto suo, se ne stava lì, pigra, a sorseggiare tè dozzinale davanti alla televisione, senza muovere un dito.
Il padre di Martina? Un ex galeotto, morto dietro le sbarre. Lei evitava di toccare l’argomento con la suocera, e come darle torto? Cosa poteva mai dire a una donna che si considerava una regina, una nobildonna d’altri tempi? Era evidente che Martina portava con sé un’eredità genetica misera, per non parlare del fatto che era pure più vecchia di Luca di qualche anno.
Luca, invece, era un ragazzo pieno di promesse, un giovane innocente che la madre aveva protetto con cura dalle grinfie di ragazze sfacciate. Ma aveva abbassato la guardia, e Martina, con uno schiocco di dita e un sorriso furbo, lo aveva trascinato all’altare. Sapeva come irretire gli uomini, questo era chiaro: bastava guardarla negli occhi, pieni di astuzia.
Giulia osservava la scena con il cuore stretto, sentendosi soffocare dall’amarezza. “Non c’è fumo senza fuoco,” si ripeteva, aggrappandosi a quel detto popolare che sembrava confermare i suoi sospetti.
Anche la vita di Giulia non era stata una passeggiata, ma lei l’aveva affrontata con dignità. Suo marito, Antonio, si era dato all’alcol subito dopo le nozze. Beveva senza sosta, fino a consumarsi. Poi aveva iniziato a tradirla, correndo dietro a ogni sottana. Lei, però, sopportava tutto in silenzio, perdonandolo ogni volta: non voleva privare Luca di un padre. Raccoglieva le valigie per andarsene, ma poi vedeva gli occhi lucidi del figlio e tornava indietro, convincendosi che Antonio non fosse poi così perduto, non così infedele.
Morì giovane, quando Luca aveva appena finito il liceo. Dopo la sua scomparsa, Giulia tirò un sospiro di sollievo, anche se dovette crescere il figlio da sola. Vivevano in armonia, loro due contro il mondo. Si raccontavano i sogni al mattino, cenavano insieme davanti a una tazza di tisana, leggevano libri in silenzio. Poi, come un fulmine a ciel sereno, arrivò Martina. La pace si trasformò in caos, e Luca sembrava perso, incapace di trovare equilibrio. Non osava contraddire la madre, ma nemmeno sopportava le lacrime della moglie. Era un’anima tormentata, intrappolata tra due fuochi, senza via d’uscita.
Gli amici gli consigliarono di tagliare il cordone e andare a vivere per conto suo. Luca trovò il coraggio, preparò un discorso per affrontare Giulia, pronto alle sue lacrime e alle accuse: “Come puoi abbandonarmi, sangue del mio sangue?” Ma durante l’ennesima lite, annunciò che avrebbe affittato un appartamento. Promise di farle visita, ma non bastò: Giulia svenne, e i medici faticarono a rianimarla. Da allora, Luca mise da parte ogni sogno di indipendenza.
Litigò persino con Martina, ma la pace durò poco: lei rimase incinta. Giulia sperava in un divorzio, mentre i due compravano culle e vestitini. Nonostante la lieta notizia, le ostilità tra nuora e suocera non si placavano. Sembravano due galline costrette nello stesso pollaio, pronte a beccarsi senza sosta, mostrando al mondo la loro reciproca antipatia.
Giulia, con la sua aria da gran dama, non attaccava Martina direttamente, ma riversava tutto il suo disprezzo su Luca:
– “Di’ a tua moglie che con quelle mani inutili farebbe meglio a non averle. Il cibo che prepara lo butto via, i piatti li rilavo io. Neanche un cane mangerebbe quella robaccia…”
Martina, trovando la sua lasagna nel secchio, scoppiava in lacrime e minacciava di fare le valigie. Giulia si chiudeva in camera, e lei bussava furiosamente, pretendendo spiegazioni. In quei momenti, la suocera chiamava Luca, avvertendolo che, se non avesse messo a tacere “quella pazza”, le sarebbe venuto un colpo.
Luca sbuffava, cercando di calmare la moglie. Martina gli graffiava il viso, urlando che non gli importava della salute del loro futuro figlio. Giulia, per attirare l’attenzione del figlio, si lasciava cadere a terra con un tonfo drammatico. Poi anche Martina scivolava lungo il muro, fingendo uno svenimento. Povero Luca, non sapeva più chi salvare per primo, intrappolato in quel teatro dell’assurdo.
La colpa ricadeva sempre su di lui. Aveva scelto la donna sbagliata. Era troppo legato alla madre. Non era riuscito a comprare una casa, né a domare la moglie. Entrambe gli lanciavano ultimatum: “O me, o lei.”
Non potete immaginare quante accuse piovessero su Luca ogni giorno. A volte si instaurava una tregua, ma era fragile e breve. Nei rari momenti di calma, prima di uscire per lavoro, madre e moglie gli porgevano le guance per un bacio, augurandogli buona giornata. Durante le feste, lui comprava regali identici per evitare litigi.
Martina pretendeva di vedere gli scontrini, sospettando che lui favorisse la madre. Se il dono di Giulia costava anche solo un euro in più, lei si rabbuiava, minacciando di negargli ogni affetto. Il regalo finiva scagliato contro Luca, mentre Giulia applaudiva soddisfatta. Poi, quando il figlio entrava nella sua stanza, lei tirava fuori il misuratore di pressione, simulando un malore mortale.
E così vivono, in un circolo infinito. Nulla cambia. A volte Luca desidera che la madre raggiunga il padre nell’aldilà. Subito dopo si pente, odiandosi per quei pensieri oscuri. Ultimamente sogna spesso Antonio, che gli strizza l’occhio e gli offre un bicchierino. Luca si sorprende a pensare che anche lui vorrebbe bere, per dimenticare tutto. Ma non è un uomo da alcol… non ancora.