Non firmare quel contratto,” sussurrò la donna delle pulizie al milionario durante i negoziati. Ma ciò che sentì dopo lo lasciò di ghiaccio.

“Non firmare questo contratto,” sussurrò la donna delle pulizie al milionario durante i negoziati. Ma quello che sentì dopo lo lasciò di ghiaccio.

Ginevra cominciò la sua giornata come al solito, svegliandosi prima dellalba nel suo piccolo appartamento a Milano. Non appena la vecchia sveglia suonò appena, la spense in fretta per non svegliare il fratellino, Luca, che dormiva ancora profondamente.

Il suo viso pallido e il respiro affannoso le ricordavano la malattia che lo divorava lentamente. Mentre preparava una colazione modesta, Ginevra pensava ai soldi necessari per le medicine di Luca. Lo stipendio da addetta alle pulizie bastava a malapena, e le bollette sembravano moltiplicarsi ogni settimana.

“Oggi andrà meglio,” si disse, sistemandosi la divisa grigia prima di uscire. Il grattacielo lussuoso della multinazionale era un contrasto stridente con la sua vita. Ogni mattina passava attraverso le porte di vetro con un timido sorriso e si dirigeva nello spogliatoio per iniziare il turno.

Per la maggior parte dei dipendenti, era invisibile, e in fondo, le andava bene così. Quel giorno, però, il proprietario dellazienda, il signor Massimo De Santis, era insolitamente teso. Il milionario, noto per la sua freddezza e precisione, si preparava per un incontro cruciale con investitori stranieri.

Il suo aspetto impeccabile e il portamento altero lo rendevano una figura intimidatoria. “Non tollererò errori oggi,” ordinò alla sua squadra prima di entrare nella sala riunioni.

Intanto, Ginevra puliva silenziosamente i corridoi, notando il nervosismo degli impiegati che correvano avanti e indietro. Quando arrivò il momento, Massimo entrò nella sala con i suoi avvocati, mentre gli investitori già sfogliavano documenti con sorrisi calcolatori.

Ginevra, incaricata di dare una ripassata alla stanza, cercava di passare inosservata mentre lucidava il tavolo. La porta non era del tutto chiusa, e da fuori riusciva a cogliere frammenti di conversazione.

Uno degli investitori, un uomo anziano con un forte accento, insisteva che Massimo firmasse subito. “Questa è unoccasione unica, signor De Santis,” diceva. Lui rispose con tono gelido: “Non prendo decisioni affrettate. La mia squadra verificherà tutto.”

Nonostante la fermezza, Massimo sembrava sotto pressione. Ginevra, mentre finiva di pulire, si bloccò sentendo il nome di uno degli investitori. Il cuore le si fermò: era lo stesso uomo legato al crollo finanziario che aveva rovinato suo padre anni prima.

I ricordi tornarono a galla. La sua famiglia aveva perso tutto per una frode che aveva portato suo padre alla tomba. Senza pensarci due volte, Ginevra entrò nella sala, ignorando gli sguardi sconcertati.

“Signor De Santis, fermi! Non firmi quel contratto,” disse con voce tremante ma decisa.

La stanza cadde nel silenzio. Massimo si alzò lentamente, il volto tra lo stupore e lira. “Cosa sta facendo qui?” chiese con voce tagliente.

Ginevra abbassò lo sguardo ma non si ritrasse. “Volevo solo avvertirla. Quelluomo è inaffidabile. La mia famiglia ha perso tutto per colpa di gente come lui.”

Massimo la fissò con un sorriso sarcastico. “E lei chi è per dirmi cosa fare?”

Le parole lo ferirono come un coltello, ma Ginevra tenne duro. “Non ho nulla da perdere, signor De Santis. Volevo solo avvertirla.”

Massimo fece un cenno alla sicurezza. “Portatela via e assicuratevi che non mi interrompa mai più.”

Fu scortata fuori, il cuore che le batteva allimpazzata e le lacrime agli occhi. Aveva rischiato il lavoro, ma sapeva di non poter fare altrimenti.

Nella sala, Massimo cercò di riprendere il controllo. “Mi scuso per linconveniente,” disse con calma. “A volte è inevitabile. La dipendente si sarà lasciata prendere dallemozione. Risolveremo.”

Gli investitori si scambiarono occhiate sospettose. Dopo mezzora di conversazioni tese, decisero di rimandare.

“Magari sarà meglio riprendere in un altro momento,” disse il capo degli investitori.

Massimo annuì, capendo che insistere sarebbe stato inutile.

Dopo che se ne furono andati, rimase solo, il pensiero di Ginevra che lo tormentava. Perché aveva rischiato tutto per avvertirlo?

Quella sera, tornò a casa con un groppo in gola. Luca la guardò con occhi luminosi. “Gine, ho finito un altro disegno,” disse, mostrandole una casetta con un giardino pieno di fiori.

“È bellissimo, Luca. Un giorno vivremo in un posto così,” rispose, cercando di sembrare fiduciosa.

Intanto, Massimo, nel suo ufficio, continuava a fissare i documenti. Le parole di Ginevra gli risuonavano nella testa. “La mia famiglia ha perso tutto per colpa di gente come lui.”

La mattina dopo, mentre Ginevra puliva i vetri, Massimo la fissò per un attimo. Lei distolse lo sguardo, il cuore in gola. Ma lui non disse nulla.

Più tardi, chiamò la sua assistente. “Raffaella, trovami tutto quello che cè su quegli investitori.”

Scoprì così che Ginevra aveva ragione. Transazioni sospette, cause nascoste, aziende fallite. Quella donna lo aveva salvato da un disastro.

La sera stessa, la invitò a cena, insieme a Luca.

La serata fu piacevole, e Massimo si accorse di ammirare sempre più il coraggio e lonestà di Ginevra.

“Mi ha cambiato la vita,” le disse alla fine, prendendole la mano. “Voglio che sappia quanto conta per me.”

Ginevra arrossì, il cuore pieno di speranza.

Settimane dopo, mentre camminavano verso il municipio per il loro matrimonio, Luca, in un abito elegante, sorrideva fiero.

“Sei tutto quello che ho sempre cercato,” sussurrò Massimo.

“E tu la mia nuova vita,” rispose Ginevra, sorridendo.

Vissero così, felici, in una villa fuori Firenze, con Luca che finalmente guarì e un futuro luminoso davanti a loro.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

nine + 13 =

Non firmare quel contratto,” sussurrò la donna delle pulizie al milionario durante i negoziati. Ma ciò che sentì dopo lo lasciò di ghiaccio.