Non riesco a capire da dove vengano questi tuoi sospetti così feroci. Non riesco. Ogni giorno, da quando abbiamo iniziato a frequentarci, sento solo accuse. Nei tuoi occhi cè sempre un velo di diffidenza.
Massimo, cosè questo? chiese la ragazza con tono severo, stringendo tra le mani una camicia. Questa macchia rosa? È rossetto? Di chi? Ah, sì, eri rimasto tardi al lavoro
Chiara, ma che dici? sospirò stanco il ragazzo, riordinando i documenti. Sono appena tornato dal turno. Che rossetto? Nellufficio cè solo linfermiera nonna Maria. Dai, per favore Sono distrutto.
Chiara strinse le labbra, accartocciò la camicia e si diresse verso il bagno. Massimo lasciò sfuggire un respiro pesante.
Erano già sei mesi che Chiara e Massimo stavano insieme. E sembrava che tutto nella loro vita fosse perfetto, tranne una cosa: Chiara era una ragazza tremendamente gelosa. Trovava pretesti dove non ce nerano.
Guarda gemeva Chiara. Mi tradisce, ne sono sicura. Guarda qui.
Tese la camicia alla sorella e incrociò le braccia. Era visibilmente turbata.
Elena, la sorella di Chiara, esaminò la macchia, la annusò e scoppiò a ridere.
Perché ridi? si offese Chiara.
È marmellata di fragole.
Chiara strappò la camcia dalle mani della sorella e annusò a sua volta. Sullo suo volto, la sorpresa si mescolava alla confusione.
Devi calmarti. Non capisco da dove ti vengano tutte queste paranoie.
Chiara si sedette di fronte a Elena.
Non è che abbiamo semplicemente iniziato a frequentarci. Lho portato via da unaltra relazione confessò, distogliendo lo sguardo. Capisci? Lui ha tradito la sua ex con me. E io allinizio pensavo che non mi avrebbe mai lasciata, ma poi ho capito che invece sì, lo farà. E come. E
Questo non è un motivo per pensare al tradimento. Impara a fidarti.
Mi fido obiettò Chiara. È solo che ho paura di perderlo.
Elena scosse la testa, senza sapere cosa dire.
Dove sei stato? chiese Chiara, incrociando le braccia. È luna di notte.
Massimo sospirò esausto.
Chiara, sei tu che mi hai detto di uscire con gli amici. Abbiamo visto la partita. Ci siamo rilassati un po. Che cè che non va?
Dario è tornato a casa ore fa, ho chiamato Lucia. Dove sei stato nelle ultime due ore?
Dario è andato via prima perché aveva promesso alla moglie, io e Stefano siamo rimasti. Chiara, per favore, basta. Vado a dormire.
Massimo entrò in camera e si lasciò cadere sul letto. Voleva solo dimenticare, allontanare quella gelosia costante. Voleva sentirsi leggero, come un tempo. Ma Chiara aveva rovinato tutto. Di nuovo. Come sempre.
Chiara uscì dal supermercato e si incamminò verso casa. Era concentrata sul telefono e non notò nulla intorno a sé. Ma quando girò la testa per caso, trattenne il fiato. Dallaltra parte della strada, Massimo aveva un braccio intorno alle spalle di una bionda. Lei parlava ridendo, e lui la teneva vicina senza vergogna.
Gli occhi di Chiara si annebbiarono. Lasciò cadere la busta della spesa e corse verso di loro. Afferrò la ragazza per un braccio e la tirò via con forza.
Lo sapevo! gridò Chiara. Sapevo che mi tradivi. Lo sapevo! Sei senza cuore. Hai mentito per tutto questo tempo. No scosse la testa. No. Avevo ragione! Tu, tu sei un bugiardo!
Massimo la fissò cupo, le mani serrate dallamarezza, gli occhi cercando quelli della bionda, che si era allontanata confusa.
Chiara
Non parlarmi. So già cosa dirai. Non voglio sentire scuse inutili.
È mia cugina. Di secondo grado disse Massimo, anticipandola.
Cosa? Chiara rimase immobile.
La figlia di zia Anna. Lhai conosciuta. E Vittoria è mia cugina, siamo cresciuti insieme. E ora è meglio che tu torni a casa. Ne parleremo là.
Chiara obbedì e si allontanò, mormorando un frettoloso “scusa” alla ragazza sconcertata.
Massimo tornò a casa tardi. Era profondamente ferito. Le labbra serrate così forte da sembrare scomparse, gli occhi che evitavano Chiara.
Massimo
Ne ho abbastanza ammise il ragazzo. Non capisco da dove vengano questi sospetti. Non li capisco. Ogni giorno, da quando stiamo insieme, sento solo accuse. Nei tuoi occhi cè sempre diffidenza. Mi fai scenate per le pazienti, per le infermiere, per i dottori. Perfino per i lampioni. E ora è troppo Sono stanco, davvero.
Massimo! gridò Chiara. Vuoi lasciarmi? Ti prego Ti amo! Perdonami, ti scongiuro. Non so cosa mi prenda, ma farò di tutto perché non accada più. Ti prego
Chiara quasi si inginocchiò davanti a lui, afferrandogli le mani e cercando il suo sguardo. Massimo si sentì stringere il cuore. Lamava davvero, aveva addirittura lasciato una relazione di cinque anni per lei. Non avrebbe mai pensato di poterlo fare, ma Chiara gli aveva conquistato lanima. E ora ora i dubbi lo consumavano.
Ti amo sussurrò, stringendole la mano e guardandola negli occhi. Ma quello che fai non è normale. Non posso vivere così.
Non lo farò più singhiozzò Chiara. Mai. Resta con me. Non capisci, non posso stare senza di te.
Massimo espirò e la attirò a sé. Non poteva lasciarla. Non poteva, nemmeno dopo tutto questo.
Per qualche mese, la relazione tra Chiara e Massimo fu perfetta. Lei non lo tormentava più o almeno non lo mostrava e lui gioiva della sua compagnia, senza più cercare scuse per rimanere al lavoro.
Poi arrivò lautunno, e con esso la stagione dei malanni. I pazienti aumentarono, e Massimo era costretto a tornare tardi, esausto. Cenava e cadeva a letto.
Chiara ricominciò a sospettare. Allinizio cercò di credergli, di non chiedersi perché la sua camicia profumasse di un altro. Dopotutto, al lavoro cerano soprattutto donne mature. Niente di cui preoccuparsi. Ma ogni giorno i dubbi crescevano. Lo controllava, ispezionava le camicie, cercava di scoprire qualcosa.
Una sera, tornato dal lavoro, Massimo andò subito a farsi la doccia. Questa volta fu rapido, voleva solo dormire. Apri





