Era l’ora di preparare il compleanno, e la giornata si prospettava pesante. Da tempo non riuscivo a smettere di agitarmi, nonostante il sole di Napoli splendesse fuori dalla finestra. Sesquenni erano un evento raro, e volevo che qualcosa rimanesse impresso.
“Ale, hai quasi finito in cucina?” urlai, dirigendomi verso la sala. Sentivo i rumori della pentola e l’odore del sugo che riempiva l’appartamento.
“Mamma, quasi! Sto finendo con gli antipasti!” rispose Alessia, ridendo. “Chissà, forse hai già controllato se Michele si è ricordato della bevanda?”
Ero sfinita. Da anni, Michele non faceva altro che promettere e dimenticare. L’avevamo affidato l’incarico di prendere l’acqua minerale perch’era già uscito due volte, ma sapevo che l’aveva già passata una mezz’ora a guardare video su YouTube.
Quando entrai nella sua stanza, lo trovai seduto sul letto, con il telefono in mano e un’espressione assorta. “Miche, non hai detto ti saresti mosso?” chiesi, cercando di non usare il tono aspro che spesso sgorgava da me.
“Sì, sì, nonno Maria, ci penso anch’io!” disse lui, senza guardarci. “Dài, non preoccuparti…”.
“Gli invitati arrivano a momenti.”
“Sì, sì… Vengo subito.”
Tornai in salotto, mordendomi il labbro. Chi lo aveva sposato, quella poverina di Alessia? Chi mai avrebbe sposato un uomo che viveva solo per le sue lamentele? Tuttavia, non potevo impedire che si rifiutasse di andare via. Avevo visto mia nipote dare un’occhiata al telefonino e sorridere timidamente. Chiara era la sola che davvero faceva sentire il sole splendere in quel soggiorno.
“Ehi, nonno,” disse lei, saltellando in corridoio con la sua borsetta. “Ricordi il dolce?”
“Sì, tesoro, ci arrivo!” risposi, abbracciandola. “Lo porterà Michele da ‘Angolo Dolce’, sai, lì ho prenotato un dolce speciale.”
“E non ha dimenticato?”
“L’ho appena controllato. Non ti preoccupare.”
Tornai da Michele, che era tornato in camera. “Miche, non dimenticarti del dolce. Lo voglio da ‘Angolo Dolce’ in via Toledo.”
“Sì, sì, mi ricordo,” disse lui, massaggiandosi le tempie.
Quindici minuti dopo, se ne andò finalmente. “Miche, i soldi hai preso per il dolce?” lo richiamai.
“Davvero?” fece finta di pensare. “Ero sicuro l’avessi pagato.”
“Oh, no. Era un anticipo, buttiere, hai pagato in contanti quando lo ritiri.”
Alessia intervenne con un sorriso nervoso. “Nostra nonna, ho la carta sul tavolino. Lascia, lo prende lui.”
Gli consegnai i soldi e lo guardai uscire. “Sbrigati,” dissi, cercando di non alzare la voce.
Alessia cominciò a preparare i piatti, ma non sembrava tranquilla. “Mamma, non ti preoccupare così. Vieni, ho visto come hai messo il tavolo. Sembra un matrimonio.”
“Il quartiere capisce che la nonna riceve i suoi antichi colleghi,” ridevo, ma dentro ero tesa. Avevo insegnato italiano per trentacinque anni, e la mia reputazione non poteva permettersi uno sgarbo.
Gli ospiti arrivarono uno a uno: zio Raffaele con sua moglie, due ex colleghe, un’amica di quartiere con il marito, e una cugina con due bambini. La festa cominciò a decollare, ma Michele non faceva ancora capolino.
“Chiama, Ale,” sussurrai. “Non è normale.”
Lei telefonò e tornò con un sorriso forzato. “Non ha problemi con la fila. Sarà presto qui.”
“Mio Dio,” mormorai. “Non mi preoccupa… è solo che…”.
I primi piatti furono serviti su un lungo tavolo: bruschetta, polpette, cacio e pepe e torta di ricotta. Le risate non stavano a stare, e per un momento dimenticai il dolce, finché un trillo non mi fece sussultare.
Era Michele. Finalmente. Lo guardammo tutti, sperando che facesse capolino portando il dolce, ma invece vide un uomo con un pacco in mano. Un fattorino.
“Ciao, sono qui da ‘Angolo Dolce’. Ha ordinato un dolce da consegnare?”
“Sì, ma… è strano. Non avrebbe dovuto essere lui che lo prendeva.”
Diedi i soldi al fattorino e sistemai il dolce in cucina. Alessia mi seguì, con gli occhi lucidi. “Non ti preoccupare, mamma. Tutto si aggiusta.”
“E invece sì,” sussurrai. “Da anni permetto a un uomo di stare in questa casa, pur sapendo che non ci darà mai nulla. Oggi basta. Inizi il nuovo capitolo.”
Chiara tornò per sentire solo silenzio. “Allora, dove è papà?” chiese.
“In via Toledo, dietro il telefono,” risposi, guardandola con orgoglio. “Ma ti ho già portato il dolce. Guarda, ha le rose in cioccolato.”
La vidi sorridere e correrlo in salotto, dove gli ospiti stavano aspettando il brindisi. Il caffè era servito, i commenti di lode continuavano… E allora lui tornò, con un bicchiere pieno di vino e un sorriso che sembrava non arrivare agli occhi.
“Ciao a tutti!” esclamò, accompagnato da sguardi corrucciati.
“Michele,” disse Alessia, piana come il mare. “Dove sei stato?”
“Ciao… ho incontrato un’amico, hai capito?” disse, bevendo un lungo sorso. “E il dolce c’è già. Vedo che mi stupisce.”
“Non l’hai preso tu,” intervenni, fredda come il marmo. “Questo l’ho portato io, perch’hai già dimenticato.”
“Chi se ne cura? Sono qua,” mormorò, ma non aveva più lo stesso incanto. Gli ospiti si guardarono, e un senso forte di tensione calò sul tavolo.
“Volevo ringraziarvi tutti per essere venuti,” mi alzai, improvvisamente decisa. “Ma oggi non guarderò più i miei errori dal punto di vista di un’altra persona. Con questo compleanno, ho deciso di tracciare una pagina d’acciaio. Michele, domani ti dài da fare. Questa casa è mia, e al suo interno viviamo solo coloro che ho scelto.”
Tutti tacquero. Michele si alzò con fatica, barcollando. “Cavoli, nonna! Tutto per uno scherzo!”
“No,” dissi, guardandolo con indifferenza. “La tua famiglia meritava di più.”
Il giorno successivo, lui se ne andò, senza un’altra parola. Alessia e Chiara mi accolsero in un abbraccio, e per la prima volta in anni, piansi per loro.
“Nonna, posso chiederti qualcosa?” disse Alessia. “Ti abbiamo portato via il tuo tempo?”
“No,” risposi, guardandola negli occhi. “Ho capito che non si può indulgere nell’errore. Hai il diritto di scegliere ogni giorno una vita migliore. Ci vorrà tempo, ma insieme ce la faremo.”
Oggi, seduta in cucina con il caffè e il romanzo, sorrido. Ho imparato che a volte la fine è solo l’inizio di qualcosa di migliore. E chi mi ha insegnato questo? Niente e nessuno. Solo un dolce, un compleanno, una decisione.