7 Luglio! Non può essere! Solo una coincidenza. Ma anche il nome Andrea.

**7 luglio! Non può essere! Solo una coincidenza. Ma anche il nome Andrea**

Stamattina, mentre fissavo il ritratto delluomo, mi sembrava di cercare qualcosa di familiare nei suoi lineamenti.

La signora dellufficio del personale del Comune aveva finito di sistemare i documenti per la nuova dipendente. Poi mi ha chiamato:

Innocenza Andriivna, venga un attimo! Cè la sua nuova collega.

Poco dopo, entrai nellufficio e mi rivolsi alla donna, ormai matura, che mi aspettava:

Lei è la nuova addetta alle pulizie?

Sì!

Io sono la responsabile dei servizi, mi chiamo Innocenza Andriivna mi presentai, poi aggiunsi subito: E lei?

Vera rispose, ma vedendo il mio silenzio interrogativo, si corresse: Vera Alessievna.

Segua, le mostro il suo posto di lavoro uscimmo dallufficio, continuando a chiacchierare. Si occuperà del terzo piano

***

Ero felice di aver trovato quel lavoro. Sorridendo, osservavo il mio nuovo regno:

“Due anni alla pensione. E qui potrei continuare anche dopo. Ottocento euro di stipendio, più i bonus. Finalmente io e Demetrio vivremo decentemente. I figli sono grandi e se ne sono andati. Oddio, non so neanche come si chiama il nostro sindaco! Che vergogna se me lo chiedono! È quasi ora di pranzo. Al primo piano cè la foto di tutti i sindaci. Perché non lho mai guardata?”

***

Tornando dalla mensa, mi fermai davanti alla bacheca e lessi il nome del primo cittadino: **Andrea Borisovich anno di nascita 1983.**

Così giovane, neanche quaranni pensai. Poi mi tornò in mente: Andrea? 1983?

Mi girai, rilessi la data di nascita:

**7 luglio! Non può essere! Solo una coincidenza. Ma anche il nome Andrea. Il patronimico e il cognome sono diversi. Però, chi adotta può cambiarli Persino il nome.**

Rimasi a fissare il ritratto, sperando di riconoscere qualcosa di mio.

***

Il nuovo lavoro mi tenne occupata, e i pensieri strani passarono in secondo piano.

Quella sera, a casa, parlai a lungo con Demetrio. Poi lui andò in salotto a guardare la partita, e io in camera mia.

Avevamo un grande trilocale. Con i figli ormai fuori casa, cera spazio. Demetrio a volte dormiva con me, ma sempre meno.

Quella notte, sdraiata sul letto, la mente tornava al passato. A un segreto che non avevo mai svelato a mio marito.

Prima di sposarmi, avevo avuto un figlio: Andrea. Avevo solo diciannove anni, senza soldi né lavoro. Vivevo in un dormitorio, impossibile crescere un bambino lì. Resisti sei mesi, poi lo portai in un orfanotrofio.

Tre anni dopo, sposai Demetrio. Non ci chiedemmo mai nulla del passato. Poi arrivarono le nostre due figlie.

Ora sono grandi. Una studia alluniversità, sposata, con bambini. Laltra vive a Milano. Io, invece, non ho mai avuto una vera professione. Per ventanni ho lavorato come addetta alle pulizie in una fabbrica, finché non fallì. Poi la figlia di unamica mi propose questo posto al Comune.

E ora il sindaco Andrea Borisovich, nato nel 1983. No, non mi lamento della mia vita. Ma in tutti questi anni, non ho mai smesso di pensare a mio figlio. A volte lo sognavo. Vorrei solo sapere se è lui, e se sta bene.

***

Passarono alcuni giorni.

Stavo pulendo al terzo piano quando sentii delle voci. Andrea Borisovich stava parlando con un collaboratore. Mi vide, annuì e passò accanto a me senza fermarsi.

Davanti agli occhi mi apparve Vittorio, il ragazzo di cui ero innamorata quarantanni fa. Era allegro, spensierato, e io sognavo di vederlo serio, importante. Ma non riuscivo a immaginarlo. Ora, guardando Andrea Borisovich, capii che era esattamente così che avrei voluto Vittorio.

Ma lui se nè andato appena seppe che aspettavo un figlio. Disse che sarebbe partito per lavorare. Aspettai, sperai. Poi capii che era scappato.

“È possibile che Andrea Borisovich sia mio figlio?”

“Se non lavessi dato via, non sarebbe diventato così. Ma le mie figlie hanno successo. La maggiore ha una bella casa, la macchina. La minore pure. Figlie ma il figlio non cè.”

“E se non avessi sposato Demetrio? No, tutto sarebbe stato diverso. Per me, per lui, per Andrea. Anche se forse Andrea non è mio figlio. Quante coincidenze assurde ci sono al mondo?”

“E poi, che importa? Lui ha dei genitori, aveva solo sei mesi quando lo lasciai. Probabilmente non gli hanno mai detto della sua adozione. Un altro patronimico. E la sua infanzia, a giudicare da tutto, è stata felice. Non capita spesso che un ragazzo normale diventi sindaco.”

***

Dopo pranzo, una collega più giovane, Elena, mi si avvicinò:

Ciao, zia Vera!

Ciao!

Venerdì festeggiamo il compleanno di Loredana, che pulisce il sesto piano. Compie quarantacinque. Ci sei?

Certo! Sorrisi.

Allora, duecento euro a testa. E porta qualcosa di originale, un antipasto, insomma

Va bene tirai fuori il portafoglio.

Festeggiamo tutti i compleanni qui.

Elena, chiamami Vera. Siamo colleghe.

Certo, Vera!

***

Venerdì, dopo il lavoro, ci riunimmo in un ufficio vuoto al settimo piano. Tavolo apparecchiato, brindisi.

A un certo punto, la porta si aprì. Entrò Andrea Borisovich. Sorrise:

Loredana Olegovna, auguri! e le porse un pacchetto. Un piccolo regalo.

Grazie, Andrea Borisovich! gli occhi della festeggiata luccicavano.

Andrea Borisovich, si unisca a noi! propose la responsabile.

Solo per poco accettò, sedendosi vicino a me.

Gli riempii subito un piatto di antipasto e affettati. Brindammo.

Io lo osservavo, il cuore in tumulto. Era mio figlio, ormai ne ero certa.

***

Dopo venti minuti, Andrea se ne andò.

Che persona! esclamò Caterina, la più anziana dellufficio. Il sindaco precedente non gli sarebbe mai venuto in mente di fermarsi con noi.

Andrea Borisovich è qui da tanto? chiesi.

Un anno. Non ricordi, lanno scorso lo abbiamo eletto?

A dire il vero, non me lo ricordavo. Demetrio decideva sempre per me.

Sai che i suoi genitori sono ricchi, giusto? continuò Caterina. Ma non sono i suoi veri genitori.

Davvero? Loredana scosse la testa.

Si scoprì due anni fa, durante la campagna elettorale. Dicono che nemmeno lui lo sapesse. E la cosa più strana? Non ha reagito.

Caterina, ma come fai a saperlo?

Lex vicesindaco, Olga Pavlovna, raccoglieva informazioni su di lui. Voleva che il suo capo restasse al potere. Invece la gente ha scelto Andrea.

Quindi non sa chi sono i suoi veri genitori? osai chiedere.

Pare di no. Ama quelli che lhanno cresciuto. Il nostro sindaco è una brava persona, sotto ogni aspetto.

Guardai la porta, dietro la quale Andrea Borisovich era seduto.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

11 + 13 =

7 Luglio! Non può essere! Solo una coincidenza. Ma anche il nome Andrea.