Mi sono trasferito in questo condominio a fine autunno. Ogni mattina, andando al lavoro, vedevo la mia vicina. A volte era seduta su una panchina sotto un alto tiglio, altre volte camminava piano, appoggiandosi al bastone.
Dopo un po’ di tempo abbiamo iniziato a salutarci. Mi fermavo un attimo per chiedere come stesse Anna Rossi e per augurarle una buona giornata. Lei mi sorrideva sempre calorosamente e mi ringraziava.
Alla fine di dicembre, nel nostro cortile è apparso un nuovo abitante: un cane. Sembrava giovane, poiché era piuttosto piccolo, ma nessuno sapeva da dove fosse arrivato.
Era una creatura arruffata e sporca, con il pelo aggrovigliato, senza alcuna caratteristica di una razza specifica. Nel momento in cui Anna gli offrì un pezzo di salsiccia, il suo destino fu deciso: da quel giorno rimase nel cortile. Probabilmente non sarebbe sopravvissuto altrove, dato il suo aspetto miserevole.
La maggior parte degli abitanti del condominio non era contenta della sua presenza. Molti cercavano di scacciarlo, gridando: “Vai via da qui!”, ogni volta che si avvicinava e li guardava con occhi supplichevoli, come se chiedesse cibo in silenzio.
Eppure, di tanto in tanto riusciva a trovare qualcosa da mangiare: qualcuno gli lanciava una crosta di pane, qualcun altro un piccolo osso. Anche Anna gli portava dei biscotti secchi o delle fette di pane raffermo e gli parlava dolcemente, accarezzandogli la testa e chiamandolo Zampa.
Con l’arrivo della primavera, quando l’ultima neve si era quasi sciolta, una mattina incontrai Anna nel cortile. Mi disse che quella sera sarebbe partita con sua nipote per il paese e che sarebbe rimasta lì fino all’autunno.
“Forse anche fino a tardo autunno” – aggiunse. “Lì abbiamo una stufa, e vicino a essa fa caldo anche nelle notti più fredde.”
Mi fece promettere di andarla a trovare.
Alla fine di agosto, finalmente, decisi di andare a trovare Anna. Dopo averle comprato un piccolo regalo, salii su un autobus diretto al villaggio dove soggiornava.
Quando arrivai, trovai Anna seduta sulla veranda, intenta a sbucciare grandi mele rosse. Accanto a lei, disteso su un gradino di legno, c’era un cane.
“Zampa, su, va’ a salutare il nostro ospite!” disse l’anziana signora.
Il cane balzò in piedi, scodinzolando felicemente con la sua coda soffice, e corse verso di me.
Era un animale magnifico, con un pelo lucido e ondulato che brillava alla luce del sole.
“Signora Anna, è davvero lo stesso Zampa arruffato del nostro cortile?” chiesi sorpreso.
“Sì, proprio lui! Si è rivelato essere un vero splendore!” rispose Anna con un sorriso. “Dai, entra, beviamo un tè. Devi raccontarmi tutte le novità della città!”
Restammo a lungo seduti al tavolo, sorseggiando tè alle ciliegie e parlando. Zampa, dopo aver mangiato la sua porzione di pappa, si acciambellò vicino alla stufa calda, sospirando dolcemente nel sonno – forse stava sognando qualcosa…
Fuori, una brezza leggera muoveva i rami del melo, e grandi mele rosse e mature cadevano dolcemente nell’erba…