In attesa del suo ordine, comodamente sul divano del caffè: il rituale mattutino per iniziare la giornata con il piede giusto.

Annalisa si era trovata un angolino accogliente sul divano della caffetteria, aspettando il suo ordine. Spesso veniva qui per un cappuccino e un cannolo, per tirarsi su il morale prima di affrontare la giornata lavorativa. Fuori, la neve scendeva lentamente. Annalisa sorseggiò con piacere il suo caffè rovente. Al tavolo di fronte sedevano due ragazze, probabilmente amiche.

— Senti, l’altro giorno ho incontrato la ragazza del mio ex. Davvero, non capisco cosa ci abbia trovato in lei.
— Magari sa fare una parmigiana da urlo? O forse sa come divertirlo a letto? — rise l’amica.
— Ma figurati! Guarda un po’ le sue foto su Facebook. Di certo non ha preso dal viso.
Le ragazze risero tra loro, mentre Annalisa si bloccò pensierosa. Le tornarono in mente le parole di sua madre, che aveva sentito per caso quando aveva sette anni: “La nostra Annalisa non è certo un cigno. Se non è bella di viso, almeno che si faccia valere con le azioni”.

Annalisa adulta curava moltissimo il suo aspetto. Tuttavia, non importava quanto si sforzasse, si sentiva sempre inadeguata. Sua madre spesso le diceva: “Testa alta, cara mia. Se non ti notano per la bellezza, colpisci col cervello. Studia, impegnati, per non restare sola”. A scuola era insicura del suo aspetto sbilenco e della figura troppo mascolina. All’università aveva imparato a vestirsi con gusto e a truccarsi bene. Persino un ragazzo si era trovata. Ma lui si permetteva di fare battute sulla sua “schiena piatta” e sui “piedoni da clown”. Annalisa capì che, anche da intelligente, avrebbe avuto difficoltà a farsi amare. Accettò la cosa e andò avanti.

Terminato il caffè e il dolce, corse verso il lavoro. Durante la pausa pranzo doveva fare una capatina a casa di un’amica per dare da mangiare al gatto e annaffiare le piante. Federica era partita per due settimane in Sardegna, e suo marito era raramente a casa. “Se dovessero incontrarsi, neanche lo noterebbe”, aveva pensato Federica partendo tranquilla.

A casa dell’amica, Annalisa diede da mangiare al gatto dormiglione, poi si occupò delle piante. Dalla stanza accanto proveniva musica. La ragazza riconobbe la melodia e iniziò a cantare: “Brilla una stella sconosciuta, e noi ancora lontani da casa…”. All’improvviso si sentì bene in quell’appartamento. Con quella canzone. Tra quelle piante. Si sentì leggera e quasi brillante. Senza accorgersene, iniziò a ballare delicatamente, ammirando le piante e… sé stessa.

All’improvviso sentì delle voci. Si girò e vide due uomini. Marco! Il marito di Federica. E non era solo. Entrambi la guardavano sorpresi. “Che imbarazzo!”, pensò Annalisa.

— Anny, ciao. Questo è il mio amico, Luca. Siamo passati a prendere alcuni documenti. Ballavi così bene che non riuscivamo a distogliere lo sguardo. Scusa per l’interruzione.
— Io… sono… Federica mi ha chiesto…
Annalisa si avviò verso la porta, non accorgendosi del gatto sotto i suoi piedi. Inciampò e cadde goffamente a terra. Il buio le avvolse la vista.

Si risvegliò in una stanza d’ospedale. — Buongiorno. Come va? Io sono Vittoria, la tua compagna di stanza. Hai una leggera commozione cerebrale, ma il dottore ha detto che andrà tutto bene. È venuto un corriere per te, e c’era un giovane uomo con dei fiori. — La ragazza sorrideva cordialmente.

— Grazie, — riuscì solo a dire Annalisa.

Poi si alzò con cautela, si avvicinò alla finestra e aprì il pacchetto. Dentro c’erano frutta, succo e i suoi amati cannoli. Probabilmente era un pensiero di Federica e suo marito.

Annalisa si chinò verso i fiori e vide un biglietto. “Carissima Annalisa, guarisci presto. Una ragazza simpatica come te non dovrebbe stare in ospedale. Ti invito a una mostra di fiori. Non accetto un no come risposta. Luca”.

Annalisa affondò il viso nelle bianche margherite, chiuse gli occhi per la gioia e corse ad abbracciare la sua compagna di stanza.

La bellezza non deve sempre essere appariscente e evidente. Ogni ragazza ha la sua. A volte è calda e viene da dentro…

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In attesa del suo ordine, comodamente sul divano del caffè: il rituale mattutino per iniziare la giornata con il piede giusto.