In un giorno festivo, una donna si reca al mercato cittadino per acquistare uno scialle di lana come regalo per la madre.

In una giornata di riposo, Viola decise di andare al mercato cittadino, desiderava comprare uno scialle di lana per sua madre. Lì c’era sempre una vasta scelta e i prezzi erano più convenienti rispetto ai negozi che vendevano articoli artigianali.

All’ingresso si radunavano alcune donne rom con scialli tra le mani, che si avvicinarono a Viola offrendole la loro merce. Lei, confusa, passava lo sguardo da uno scialle all’altro, incapace di decidere, poiché tutti erano belli e caldi. Avrebbe voluto comprarne diversi, ma non erano economici, quindi doveva decidere quale prendere.

Accanto a lei c’era una vecchia rom con uno scialle che piaceva particolarmente a Viola. La donna lo mostrò e lo scosse, e Viola immaginò immediatamente che sua madre sarebbe stata comodissima con quel magnifico scialle grande.

Dopo aver contrattato, Viola tirò fuori i soldi e li porse alla rom, che le prese la mano e le disse: “Ti aspetta un incontro. Presto conoscerai un uomo, non allontanarlo immediatamente, perché è il tuo destino. Non sarà facile, ma sarai felice con lui per tutta la vita.”

Viola ascoltava la donna con incredulità; non c’era nessun candidato all’orizzonte e non aveva tempo per appuntamenti, doveva occuparsi della madre, che era malata.

“Te lo dico io, sarà proprio così,” continuò la rom.

Pagato il conto, Viola si diresse verso la fermata dell’autobus, doveva passare in farmacia per comprare le medicine per la madre. Arrivò a casa con il regalo e la madre esclamò: “Quanto è costato? È così caro! Sai, ho sempre sognato uno scialle del genere!”

Viola era felice, e mentre preparava il tè in cucina, continuava a riflettere sulle parole della rom, pensava che fossero solo chiacchiere.

La settimana seguente, Viola e sua madre andarono alla clinica. La madre camminava con un bastone e Viola la accompagnava sempre dal dottore.

Davanti al portone c’era un’auto che bloccava il passaggio. Il bagagliaio era aperto e pieno di borse e scatoloni, poteva essere qualcuno che si stava trasferendo nel loro palazzo. Vicino all’auto correvano due ragazzini, uno di circa 5 anni e l’altro di 7, giocavano a rincorrersi. Dal portone uscì un uomo, si diresse verso l’auto e iniziò a scaricare le cose dal bagagliaio.

La madre di Viola lo salutò e chiese: “Vivranno nel nostro palazzo? Forse al quinto piano, dove i Rossi hanno venduto l’appartamento recentemente?”

L’uomo salutò e confermò che aveva comprato l’appartamento al quinto piano. “Ecco i miei monelli,” indicò i ragazzi, “non riesco a star loro dietro.”

Non riuscì a terminare la frase che un urlo si levò: “Ah-ah!”

“Cosa è successo ora?” L’uomo prese il più piccolo in braccio, che piangeva mostrando un grosso graffio sul ginocchio.

“Un bel graffio,” l’uomo guardò intorno: “che fare? Serve disinfettare, ma non ho una cassetta di pronto soccorso.”

“Vieni da noi, mamma, potresti aspettare un po’ sulla panchina?” Viola invitò l’uomo a seguirla.

“Non vorrei disturbare, e voi avevate da fare,” rispose l’uomo.

“Non importa, dal dottore c’è la fila, abbiamo tempo, vieni.”

Salendo le scale dietro Viola, l’uomo si presentò: “Mi chiamo Marco, e questo piccolo è Luca.”

A casa Viola curò abilmente la ferita, mentre il ragazzino cercava di non lamentarsi troppo.

“Sono impressionata, sei un vero eroe!” disse Viola accarezzando i capelli del ragazzino, che annuì dicendo che non avrebbe più corso.

Viola notò che Marco osservava come si prendeva cura di suo figlio. Nei suoi occhi c’era qualcosa che la turbava.

“Grazie, ora devo continuare a scaricare, e domani finiamo il resto,” disse Marco.

“Porta i bambini da noi domattina,” suggerì Viola, “ho le ferie e sono a casa, sicuramente farà piacere anche a mia madre.”

Marco esitò, ma accettò, era scomodo portarsi dietro i bambini e l’auto era troppo piena per ospitarli.

“Grazie mille, li porto alle 10?”

Detto fatto, la mattina seguente Marco portò i figli da Viola e si recò al vecchio appartamento.

I due ragazzini giocarono, disegnarono e guardarono cartoni animati, comportandosi benissimo fino al ritorno del padre.

Marco tornò verso le sei, completata la trasferta, e Viola servì la cena a tutti, per poi lasciarli tornare a casa. Andando a letto, Viola ripensava allo sguardo di Marco, che le faceva correre un brivido lungo la schiena. Le donne sanno il significato di certi sguardi.

“Ma due bambini!” Viola immaginava quanto fosse difficile per Marco gestire tutto da solo. Si incrociavano spesso nel condominio, salutandosi, finché un giorno Marco prese l’iniziativa.

“Viola, io e i ragazzi vorremmo invitarvi a casa, te e tua madre, cosa ne pensi?”

“Sarei felicissima!” rispose Viola con entusiasmo, “Posso preparare una torta per il tè?”

“Oh, sarebbe fantastico!” Marco le sfiorò la mano, “Passate per le sette, ci farebbe piacere avervi.”

Viola andò al negozio per comprare dei giocattoli per i bambini e raccontò alla madre dell’invito.

“No, Viola, vai da sola, prepara quella torta?”

“Sì, ci penso subito!”

La sera, Viola andò da Marco, consegnò i regali ai bambini che iniziarono subito a giocare, mentre lei e Marco si sistemarono in cucina.

“Non è ancora accogliente,” si giustificò Marco, “ma presto metterò tutto in ordine.”

Bevvero il tè, parlando un po’ di tutto. Marco raccontò che la madre dei ragazzi era partita per lavoro e non era più tornata. Aveva trovato un altro uomo e Marco si era preso cura dei figli da solo per anni.

“Come ha potuto lasciare i bambini?” Viola non riusciva a capire.

Marco si limitò a scrollare le spalle: “E’ stato così.”

“Viola, mi piaci molto,” disse improvvisamente Marco. “Capisco che non è facile con bambini non tuoi…”

“È una proposta?” rise Viola, “I tuoi ragazzi sono adorabili, e tu mi piaci.”

“Allora, passiamo al ‘tu’ e questo weekend andiamo al cinema insieme?”

“Va bene!” rispose Viola alzandosi, “Vado, buonanotte.”

Raccontò alla madre del suo incontro con Marco, e la madre riconobbe che era una brava persona, ma la scelta spettava a Viola, se poteva amare quei bambini.

“Li amo, tutti quanti.”

La rom aveva ragione, Viola incontrò un uomo con cui si sentiva bene e serena. Pochi mesi dopo si trasferì da Marco, si sposarono e sua madre guadagnò subito due adorati nipoti.

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