Attendo mia moglie in aeroporto: il volo in ritardo.

Ero all’aeroporto di Fiumicino, aspettando mia moglie che tornava da un viaggio. L’aereo era in ritardo, secondo gli annunci, di ben 3 ore, ed io stavo lentamente perdendo la pazienza. Accanto a me c’era un uomo che sembrava altrettanto irritato: occhiali, cappello, una piccola valigetta… Mi si avvicina esitante e mi chiede con garbo se posso badare alla sua valigetta per un paio di minuti mentre va in bagno. Sono una persona di buon cuore, quindi accetto di aiutarlo, e così resto lì. Passa mezz’ora. Un’ora. Un’ora e mezza. Ormai non solo ero impaziente, ma furioso!

Alla fine, mi rivolgo all’agente di polizia dell’aeroporto e gli racconto la situazione della valigetta abbandonata. Mi chiede di seguirlo. Arriviamo al posto di polizia, iniziamo a compilare il verbale della valigetta, i miei dati personali, la descrizione della situazione. Alla fine, arriviamo all’inventario del contenuto della valigetta.

La apriamo…
Madre mia cara! Che colpo! La valigetta è piena fino all’orlo di banconote da 500 euro tutte ben confezionate! Quasi mi strozzavo rendendomi conto del tesoro che non avevo fatto mio! Mi sentivo come l’ultimo degli sciocchi, nemmeno la forza di arrabbiarmi con me stesso! Guardo, e noto che il verbale viene discretamente fatto a pezzi dalle persone in uniforme che si scambiano sguardi imbarazzati tra loro e la valigetta… Poi, all’improvviso, si avventano sulla valigetta e iniziano a mettere quei mazzetti nei loro tasche, mentre io sto lì a deglutire saliva… Ma l’agente si intenerisce e dice:

— Allora, perché stai lì fermo? Prendine anche tu, che aspetti?!
Mi precipito sulla valigetta, dimenticandomi persino il mio nome, e inizio anch’io a riempirmi le tasche…

Prendo, prendo, prendo, prendo…
Mi sveglio— e trovo il lenzuolo tutto infilato nei pantaloni…

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