Succede anche così
— Adesso basta, ne ho avuto abbastanza. Sto per chiedere il divorzio! — gridava di rabbia la signora Maria Rossi.
— Fai pure, fai pure, tanto non mi spaventi. Forse l’ho sognato per tutta la vita, — rispose, fumando una sigaretta, il signor Paolo Bianchi, che aveva alzato un po’ il gomito.
— E lo farò, credi che non lo faccia? Domani stesso vado in tribunale e consegno tutto personalmente alla signora Valentina Conti.
E si divisero.
Misero un annuncio per scambiare il loro appartamento di tre stanze.
La signora Rossi era in pensione.
Il signor Bianchi lavorava ancora e guadagnava discretamente.
Il giorno dopo il divorzio, Paolo rientrò a casa per pranzo come al solito. E solo una volta a casa si rese conto che ormai erano separati, quindi naturalmente non si era preparato nulla da mangiare.
— Dammi da mangiare, — disse in modo amichevole.
— E tu chi sei per ricevere del cibo? — rispose con orgoglio lei.
— Beh, diciamo un vecchio amico.
— Oh, avrò forse una decina di vecchi amici. Allora che devo fare, sfamarli tutti? Mi fai ridere.
— E se ti pagassi, mi sfameresti?
— Mi paghi? — non si aspettava una risposta del genere la signora Rossi. — Beh, mangiar da sola non è proprio il massimo, meglio venderlo a te che buttarlo via. Ma i prezzi saranno da ristorante, so cucinare come fanno loro.
— Da ristorante sia. Versa, che il tempo passa.
— Ehi, ma perché mi dai del tu, cittadino?
— Ma dai, non te la prendere, — disse Paolo, divorando velocemente la sua zuppa, che per qualche ragione gli sembrò molto più buona del solito, forse perché l’aveva pagata.
Così continuava a venire ogni giorno a pranzo e pagava come se fosse al ristorante. E si trovava bene – niente da fare con cibo e pentole.
E lei pure contenta – un po’ di soldi extra. Tanto cucinare tocca farlo lo stesso, che sia per uno o per due, poca differenza.
Oltre ai pranzi, lui usufruiva della cucina-ristorante casalinga anche al mattino e alla sera.
Per fortuna i soldi non mancavano…
La signora Rossi si appassionava sempre più all’idea del ristorante casalingo.
Una volta andò nel l’unico ristorante del loro piccolo paese. Osservò come erano apparecchiati i tavoli, com’era scritto il menù, come servivano, com’erano vestite le cameriere.
Ricordò tutto ciò che poteva.
Un giorno Paolo tornò a casa e rimase fermo alla porta della cucina.
Sul tavolo una tovaglia bianca, un vaso di fiori, accanto al piatto un tovagliolo e un altro fogliettino.
Si avvicinò al tavolo, prese il foglietto e lesse: “Menù”.
— Eh, che invenzione non fa la vecchia.
Tuttavia lo lesse, e l’ultima riga attirò la sua attenzione: grappa – 100 ml – 10 euro.
— Cosa mangiamo? — chiese la signora Rossi entrando in cucina.
Paolo alzò lo sguardo e rimase sorpreso, non riconoscendo sua moglie.
Un elegante abito delineava una figura che sembrava spuntata dal nulla, con sopra un grembiule bianco ordinato, i capelli acconciati.
E, soprattutto, il suo volto era illuminato da un sorriso.
— Per me tutto il piatto più costoso e, per favore, 100 ml di grappa, anzi, facciamo 200 ml.
Ma la signora Rossi non riuscì a mantenere a lungo il suo nuovo ruolo.
— Bene! — esultò — allora non hai smesso, e io pensavo: davvero si è messo a ragionare, fammi vedere.
— Vediamo. Eh sì! Di nuovo a iniziare. E io forse volevo solo fare un cin cin con te.
— Oh, ma credi che berrei un cin cin con te? Non ho proprio nulla da fare.
Eppure, un po’ di pena per Paolo, lei la provava.
Un giorno Paolo tornò a casa, ma nessuno lo accolse in cucina.
La signora Rossi si era sentita male.
La sera lei disse:
— Massaggiami almeno la schiena.
— Per i soldi, prego.
— Oh, mostro. Va bene, pagherò. Ecco, massaggia.
— E come mai mi dai del tu, cittadina?
— Scherzi?
E così continuavano a vivere.
All’annuncio per lo scambio dell’appartamento nessuno rispose.
La sera guardavano la televisione, e poi la notte andavano nelle rispettive stanze.
Un lungo inverno, una sera stavano giocando a carte.
Paolo disse:
— Ascolta, signora Rossi, ma perché sei sempre sola?
— E tu, signor Bianchi, non ti annoi, così sempre solo?
— Sì, un po’ annoiato.
— Anche io, in effetti, un pochino mi annoio.
— Ascolta, Maria, perché non torni a sposarmi?
— Eh, devo pensarci su, — rispose lei in modo civettuolo…
Anche Questo Accade
