Dove state andando? In realtà siamo venuti a trovarvi!

Mi scusi se mi intrometto, ma noi siamo venuti a trovarvi, – disse con le mani sui fianchi la cognata.

– Non sopporto tua sorella! – sbottò Giulia, arricciando il naso con disappunto. – Mi irrita proprio!

– Non solo te! – concordò Alberto con la moglie.

– Si intromette sempre dappertutto e crede di sapere tutto lei. Dovresti vedere come mi guarda trionfante quando riesce a pungolarmi, – disse tra i denti Giulia. – A volte è la mia istruzione che non va bene, altre volte il mio trucco è vecchio…

– È sempre stata così, – sospirò Alberto. – Purtroppo, è tutta colpa di nostra madre, che le permetteva tutto e la viziava.

– Meno male che abitiamo a cento chilometri dai tuoi parenti, – alzò gli occhi al cielo Giulia.

La suocera Carla e la cognata Chiara vivevano a Milano, mentre Alberto e Giulia si erano trasferiti in un paesino lì vicino.

Entrambe vedove, Carla e Chiara condividevano un appartamento, così quando Alberto e Giulia andavano a trovare la madre, inevitabilmente visitavano anche Chiara.

La sorella non tollerava la cognata, e quindi le tensioni erano inevitabili.

Le prime visite Giulia sopportò in silenzio, poi decise di rispondere a tono a Chiara, perché anche Carla iniziava a criticarla alla minima occasione.

Dopo di ciò, ogni visita si trasformava in un litigio, e i due coniugi decisero di non andare più dai familiari di Alberto.

Carla se ne accorse subito e iniziò a chiamare il figlio per chiedere spiegazioni.

– Perché non venite? Sono due settimane che non vi vediamo. Non pensi che tua madre e tua sorella sentano la vostra mancanza? – iniziò a rimproverarlo Carla.

– Abbiamo molto da fare, non abbiamo tempo, – rispose secco Alberto, evitando dettagli.

– Troppo occupati? – chiese dubbiosa Carla. – Tua moglie te lo impedisce? L’ultima volta è andata via con un’espressione come se avesse mangiato cento limoni.

– Ti ho detto che siamo impegnati, – ripeté Alberto, salutando rapidamente sua madre.

Ma un’ora dopo Carla richiamò, dicendo che lei e Chiara stavano venendo al paese.

– E perché mai? – chiese Alberto sorpreso.

– Volevo visitare un’amica d’infanzia e fare tappa anche da voi, visto che non riuscite a venire voi, – spiegò Carla con tono pratico.

Alberto impallidì: non aveva evitato di andare dai familiari per farli venire da loro.

– È probabile che non saremo a casa, – disse cercando di dissuadere la madre e la sorella dalla visita.

– Dove andreste? – chiese Carla con fastidio. – Mi sembra proprio che non vogliate vederci. Se è così, ditelo chiaramente.

– Andremo a un compleanno di amici, – inventò Alberto al volo.

– Allora andateci, anche se una madre e una sorella mica vengono a trovarti tutti i giorni, – rispose Carla offesa, e chiuse la chiamata.

Alberto si sentì in colpa, ma ricordando come le due trattavano Giulia, smise di preoccuparsi.

Non menzionò alla moglie la visita improvvisa, per non allarmarla inutilmente.

Tuttavia, tre ore dopo si rese conto dell’errore. Quando il campanello suonò, Giulia corse ad aprire.

Vedendo Carla e Chiara sorridenti sulla soglia, Giulia fu presa in contropiede. Non si aspettava certo la loro visita.

Alberto, che si ricordò dei familiari proprio appena la moglie aprì la porta, si precipitò nell’ingresso.

– Giulia, sei pronta? Non ti sei ancora cambiata? – disse Alberto, facendo finta di non notare gli ospiti indesiderati.

– Dove? – chiese Giulia confusa ad Alberto.

– Al compleanno. Te ne sei dimenticata? – sorrise forzatamente Alberto. – Oh, mamma, Chiara, come mai siete qui?

– Siamo venute per una visita, ti avevo avvertito, – rispose serenamente Carla. – Ci fate entrare o preferite lasciarci qui sulla porta?

– No, non possiamo, stiamo per uscire. Giulia, vai a prepararti, – comandò Alberto, prendendo la mano della moglie.

Giulia guardò Alberto con nonchalance e, quando lui fece un occhiolino, capì che stava solo cercando di congedare gli ospiti non invitati.

– Dove pensate di andare? Noi siamo venute a trovarvi, – si intromise la cognata. – Non è un po’ tardi per un compleanno?

– No, dobbiamo essere lì per le otto, – rispose Alberto rapidamente. – Dobbiamo essere là tra mezz’ora.

– E vai in pantaloni da casa? – ridacchiò Carla, osservando l’abbigliamento del figlio.

– Cavolo, avevo dimenticato di cambiarmi, – arrossì Alberto fino alle orecchie e corse in camera.

Chiara e Carla rimasero a guardarli dubbiose, scambiandosi uno sguardo.

Le due sorelle faticavano a credere che Alberto e Giulia fossero davvero diretti a un compleanno.

Erano certe che la coppia avesse inventato la scusa della festa per liberarsi di loro.

– Non potreste rimandare per noi? – chiese Carla, appena il figlio ritornò cambiato in ingresso.

– No, non possiamo, – ribatté Alberto, sistemando il colletto della camicia. – Siamo stati invitati da tempo. E il posto è già pagato. Venite la prossima settimana, – aggiunse, certo che la madre si sarebbe offesa e avrebbe rifiutato.

– E se restassimo qui finché non tornate? – propose Chiara, guardandosi attorno. – Aspetteremo, diciamo.

– No, perché? – rispose deciso Alberto. – Avete un altro posto dove andare, no?

– Beh, a casa del figlio è meglio che dall’amica vecchia, – ridacchiò Carla. – Inoltre, ci siamo già stati e non sembrava molto felice di vederci.

– Vi porto alla stazione degli autobus? – chiese Alberto, suggerendo chiaramente che non intendeva lasciare le parenti a casa sua.

– Gli autobus ormai non ci sono, e tu non potrai portarci, – sorrise astutamente Chiara.

– Posso prenotare una camera d’albergo per voi, – propose Alberto. – Purtroppo non posso fare altro.

Carla aggrottò le sopracciglia con disappunto. La risposta del figlio l’aveva delusa. Sperava che Alberto le avrebbe lasciate restare.

– Quindi, in hotel? – si intromise Chiara. – Hai paura di lasciarci in casa vostra? Pensate che vi derubiamo?

– No, semplicemente non vogliamo. Cosa fareste qui senza di noi? – intervenne Giulia. – Preferiamo non lasciare nessuno in casa quando non ci siamo.

– Vi accompagno in hotel se volete, – propose ancora Alberto, cercando di alleviare la tensione.

– Ce la caviamo! – rispose Carla, girandosi ed uscendo dall’appartamento.

Chiara la seguì subito, lanciando maledizioni e insoddisfazione verso il fratello e la cognata.

Alberto e Giulia sospirarono sollevati quando le videro uscire dal portone.

Il finto compleanno era stato rimandato: non era più necessario andarci.

Carla e Chiara presero un taxi per tornare in città, decidendo di non voler più avere nulla a che fare con quei parenti.

Alberto ricordò della famiglia solo quando ebbe bisogno di andare dal dottore e pranzare da qualche parte.

Alla porta gli aprì la sorella Chiara. Vedendolo, con sguardo freddo disse che lei e la madre stavano per uscire, e che non volevano lasciare un estraneo a casa.

Alberto si rese conto che sua madre e sua sorella erano veramente arrabbiate con lui.

Dopo quell’incontro, i rapporti con la famiglia si deteriorarono del tutto.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

3 + 2 =

Dove state andando? In realtà siamo venuti a trovarvi!