Mi scusi, ma non sono la sua promessa sposa.
E perché lo facciamo
Questo evento è realmente accaduto e si è concluso in modo alquanto spiacevole per una signora. O meglio, per due signore. Ma tutto è iniziato in maniera piuttosto banale.
I genitori di Luca volevano da tempo farlo sposare. Pensateci un po’ – bel ragazzo, in salute, lavorava come operaio in un’azienda aeronautica, guadagnava un sacco di soldi, eppure era ancora scapolo.
Con tutto ciò, Luca dava solo una piccola parte della sua paga ai genitori e sprecava il resto dei soldi in divertimenti e ristoranti, senza nemmeno pensare di comprarsi un’auto, pur potendosela permettere in meno di sei mesi. Perché, quando hai i soldi, puoi permetterti di prendere un taxi. Insomma, una vita da favola: chiuso il lavoro, sei sazio e felice, e nessuno ha diritto di romperti. A parte i genitori, ovviamente, ma è compito loro dare consigli al figlio. Quindi, che continuino pure a parlare, pensava Luca.
Ma i suoi genitori avevano un’altra idea in mente: decisero di risolvere la questione in modo drastico.
Si misero d’accordo con una donna del vicinato, di nome Serena, che aveva una figlia già in età da matrimonio, ma ancora senza pretendenti. Dopo aver parlato con i genitori di Luca, Serena lo incontrò con una scusa, chiedendogli di aiutarla con una pesante borsa fino a casa sua.
Luca, essendo un bravo ragazzo, accettò di aiutare. Come ringraziamento, Serena lo invitò in cucina, versandogli un bicchierino di amaro. Tutto sembrava allegro e amichevole.
“Noi, Luca, apprezziamo molto la gentilezza negli altri. Vorremmo offrirti qualcosa per ringraziarti della tua disponibilità.”
Luca non si tirò indietro, la donna insisteva. Bevve il bicchierino, e lei subito ne versò un altro.
In quel momento, sbucò in cucina sua figlia, Giulia. Luca sorrise sorpreso, senza sapere che Serena l’avrebbe invitato il giorno dopo per il presunto compleanno della figlia.
Ormai in vena grazie all’amaro, Luca accettò con piacere. Ci pensò poco: era sabato e si poteva fare baldoria. E infatti, passò una serata tale che si ritrovò a casa di Serena la mattina seguente. Lunedì partì da casa loro direttamente per andare a lavoro.
La sera, tornato a casa, disse ai genitori:
“Mi sa che mi sono messo nei guai… Ora devo sposarmi.”
I genitori sospirarono di sollievo e sorrisero.
Il tempo finché la cerimonia arrivò rapidamente. Quando hai molte cose da fare, il tempo vola: prenotare il ristorante, confezionare l’abito da sposa, trovare gli anelli d’oro che piacciano alla sposa, pagare il trasporto per gli sposi e gli invitati… Osservando come il suo denaro sparisse su spese incomprensibili, Luca si incupì sempre di più.
Non è che amasse Giulia. Aveva buttato lì una battuta mentre era alticcio: “Come uomo d’onore, dovrei sposarmi, no?” E Giulia, con sua madre, non l’avevano più lasciato scappare. Adesso, dovrebbe pagare per quella sciocchezza detta in un momento sbagliato?
Giulia, felice, gli fece anche un accenno:
“Preparati per il rito della consegna della sposa, Luca!”
“Cosa?” disse lui, allarmato. “Facciamo una cosa semplice: ti vengo a prendere, saliamo in macchina e andiamo in comune.”
“No!” rispose caparbia la sposa. “Voglio che tutto avvenga come dice mamma.”
“Ah, come dice mamma?” rispose tra i denti Luca, ricordando il giorno in cui aiutò Serena a portare le borse a casa. Quel ricordo gli tornava costantemente, sapendo che l’incontro con Giulia non era affatto casuale, ma orchestrato dalla sua futura suocera.
Alla fine, il giorno arrivò. Luca, con il cuore pesante, indossò l’abito da sposo e si recò con un’auto a noleggio a casa della sposa. Anziché fare quattro passi fino al cortile vicino, doveva arrivarci in macchina, con gran pompamagno.
Appena entrato nel palazzo in cui abitava la giovane, venne assalito dalle amiche della sposa, che gli chiesero di pagare per ogni gradino che lo avrebbe portato alla felicità.
Sputò mentalmente e, per sbarazzarsene, distribuì le banconote appena cambiate. Era sempre più nervoso non tanto per la cerimonia, quanto per la menzogna che avrebbe dovuto raccontare in comune: di amare la sposa.
Temendo l’imminente momento, salì le scale, entrò nella porta dell’appartamento e si trovò davanti cinque spose. Tutte con i volti coperti da un velo bianco di pizzo.
Un’altra amica dichiarò autorevolmente:
“Lo sposo deve indovinare subito chi è la sua amata Giulia al primo colpo. Per ogni errore, dovrà pagare una grossa penale!”
“Devo pagare anche una penale?” borbottò Luca, e tutti risero prendendo le sue parole per un scherzo.
Egli rimase per un minuto a fissarle con odio, sentendo il tempo stringere per poter fuggire. I presenti credevano stesse cercando di riconoscere la sua sposa, ma lui tentava solo di trovare il coraggio per fare la cosa giusta. E prese la decisione.
Scelse, tra le ragazze in bianco, quella meno somigliante a Giulia e gridò:
“Ecco la mia sposa!” Poi, la prese per mano e si affrettò verso l’uscita.
Lei rise, vedendo quanto accaduto come un gioco innocente, e lo seguì.
Tutti risero e gridarono:
“Lo sposo ha sbagliato! Diecimila euro di penale!”
Mentre gridavano, Luca era già fuori, facendo salire la ragazza nell’auto.
“Com’è possibile?!” esclamò lei, accorgendosi solo allora del luogo in cui si trovava.
“So che non sei la mia sposa!” – gridò lui nervosamente e ordinò al conducente: “Partiamo subito!”
L’auto si mosse e la ragazza, togliendosi il velo, esclamò:
“Cosa state facendo? Siete impazzito?”
“No, non ho sbagliato!” – ripeté con determinazione, guardandola negli occhi con sguardo disperato.
E allora accadde qualcosa di strano: lei sembrò capire lui dal suo sguardo, e si calmò. Poi chiese:
“Luca, sei sicuro di quello che fai?”
Luca annuì disperatamente continuando a fissarla.
“Ma Giulia, insomma, non la ami affatto?” insisté lei.
“La odio,” pronunciò Luca sottovoce.
“A questo punto, dove stiamo andando?” chiese la ragazza.
“Come dove?” chiese il conducente, stupito. “Non stiamo andando in comune?”
“No, comandante… – disse Luca tristemente. – Non ci andremo.”
“Non capisco!” frenò bruscamente il conducente.
“Ora devo forse nascondermi da tutti… – Luca guardò nuovamente la ragazza che sorrideva con comprensione.
“Vuoi che ti nasconda io?” propose lei.
“Fermate, sposi!” esclamò il conducente. “Perché non andiamo in comune? Ho tutta la vostra strada pianificata!”
“Non si preoccupi, le pagheremo un extra,” assicurò la ragazza. “Portaci a questo indirizzo.” Indicò la via e il numero civico. Luca aggiunse: “Sì! Usare la tariffa doppia! Ma per favore, se i miei parenti dovessero chiamare, non rispondere!”
Lo scandalo fu notevole. I genitori di Luca, insieme a Serena, cercarono addirittura di denunciare la scomparsa alla polizia, ma lì li accolsero con risate, consigliando loro di rivolgersi alla televisione per mandare un appello allo sposo fuggitivo.
Luca si nascose per due settimane, e Sara – così si chiamava la ragazza che lo aveva aiutato – divenne il nemico numero uno per l’amica Giulia.
Ma due mesi dopo, Luca e Sara si sposarono con amore reciproco. Dopo il matrimonio, Luca divenne un marito modello, tranquillo e sobrio. Acquistò finalmente un’auto, ma dovettero cercare casa in un quartiere lontano da quello di Serena e della figlia.