Ho sempre sognato che la pensione sarebbe finalmente stata il mio momento — per leggere, lavorare a maglia, passeggiare nel parco e godermi le cose per cui prima non avevo mai tempo. Ma quei sogni sono svaniti con il suono del campanello.
Era una domenica, proprio prima delle vacanze autunnali. Alla porta c’era mia figlia Chiara con i suoi due figli — Luca, di 12 anni, e Matteo, di 4 anni. Senza preavviso, senza spiegazioni.
— Mamma, tieni i bambini. Io e Andrea andiamo alle terme. Siamo completamente esausti! — disse mentre aiutava i bambini a togliersi i giubbotti.
— Ma pensavo che non ci fossero vacanze ora. E il lavoro? — chiesi confusa.
— Andrea ha preso tre giorni di ferie. Mamma, non abbiamo tempo! — e se ne andarono subito.
Dopo pochi minuti, la televisione era al massimo volume e i vestiti erano sparsi ovunque. Cercai di mettere un po’ d’ordine — inutilmente. Non volevano mangiare la minestra che avevo preparato perché la loro mamma aveva promesso loro la pizza. Chiamai Chiara per dirle che i bambini volevano un “servizio da ristorante”.
— Ordinerò io la pizza. Tanto non mangiano mai il tuo semolino — ogni volta è una lotta! Portali fuori, fate qualcosa di divertente! Sei tu che dici che ti stancano a casa! — rispose irritata.
— E con quali soldi? Con la mia pensione? — chiesi indignata.
— Sono i tuoi nipoti, non degli estranei! Non posso credere che tu dica una cosa del genere! — e riattaccò.
Per tutta la settimana ho cucinato, pulito, supplicato e sopportato. Amo davvero i miei nipoti. Ma non posso più essere la “nonna gratuita”. La differenza di età e la mancanza di rispetto da parte dei miei figli rendono tutto questo insopportabile.
Ho dato tutto perché mia figlia potesse crescere felice. E ora ricevo solo rimproveri. Noi, persone anziane, non abbiamo diritto alla tranquillità? Perché tutti pensano che la nostra vita non abbia più valore?
Basta silenzio — ora parlerò.