Giulia Bianchi si voltò, osservando la giovane donna senza riconoscerla.
«Scusa, ti conosco?» chiese, mentre l’altra scivolava sul marciapiede ghiacciato. Giulia la afferrò per un braccio, trattenendo il fiato.
«Angelica? Angelica Moretti? Ma che miracolo! Da dove spunti?»
«Passavo vicino alla scuola, ti ho vista e non credevo ai miei occhi! Come stai? Cosa fai ora? Sei sparita dopo quel trasferimento…»
«Sparita? Ti ho chiamata, ma il numero non era più attivo!»
«Ho perso il telefono e… beh, la vita è stata un vortice. Basta, parliamo di te!»
«Perché restiamo al freddo? Vieni da noi! Domani facciamo una cena con gli amici, ti unisci?»
«Non vorrei disturbare…»
«Assurdità! Siamo amiche dall’asilo. Dove alloggi?»
«In hotel.»
«Ma vieni da noi! Abbiamo un trilocale appena comprato a Milano.»
«Ah, capisco… lavoro come agente immobiliare, sai? L’azienda paga l’hotel, ma grazie.»
«Allora ci vediamo domani?»
«Cercherò di esserci. A proposito… tuo marito? Non vorrei creare imbarazzi…»
«Marito? Certo! Io e Marco siamo sposati da otto anni. Due figli: Matteo e Anna. E tu?»
«A domani, Giulia.»
A cena, Giulia raccontò a Marco dell’incontro.
«Angelica Moretti? Quella che portavamo in bici? Io sul tubo, lei sul portapacchi?»
«Esatto! Poi litigavamo perché volevamo entrambe il tubo… Che ridere!»
«E perché ne parli?»
«L’ho invitata domani. È in città per un corso.»
Il giorno dopo, gli amici arrivarono alle sette. I bambini ridevano in salotto, mentre Matteo, cinque anni, guardava i cartoni in camera sua.
All’improvviso, il campanello suonò.
«Chi sarà?» mormorò Giulia, pallida.
«La tua amica d’infanzia, no?» rise Marco.
Angelica entrò come una tempesta: profumo intenso, capelli lucenti, sorriso smagliante.
«Presento Angelica,» disse Giulia, notando il volto contratto di Marco e lo sguardo di Oleg fisso su di lei.
La serata fu un turbine. Angelica dominava ogni conversazione, ridacchiando di aneddoti imbarazzanti su Giulia.
«Ricordi quando rubavi i pastelli all’asilo?» sbottò, mentre gli altri ridevano.
Giulia scivolò in cucina, gli occhi lucidi. Attraverso la finestra, udì voci sul balcone.
«…un trilocale, dici? Io vivo in un monolocale! Hai i soldi per mantenere due figli, eh?» sibilò Angelica. «O denuncio tutto a tua moglie…»
Giulia rientrò, gelida. «Dov’è Marco?»
«Fuma con Angelica,» rispose un’amica.
Quando tornarono, Angelica rise più forte, Marco era rigido. Dopo l’addio degli ospiti, Giulia esplose.
«Da quanto mi tradisci? Prenditi l’appartamento, vattene con lei!»
Marco la interruppe: «Mi ricatti da cinque anni! Dice di avere un figlio mio, ma non l’ho mai visto. Le ho dato soldi per il mutuo, ma le foto che manda sono falsi di un attore!»
Angelica sogghignò. «Non avete prove. I regali erano volontari. Addio, patetici!»
«Fermati!» urlò Giulia. «Restituisci ogni centesimo!»
«Provalo,» rise Angelica, uscendo.
Nella quiete seguente, Marco sussurrò: «Temevo di perderti.»
«Sei stato un ingenuo,» sospirò Giulia. «Una gravidanza dopo una settimana? Davvero ci credevi?»
Marco strinse le sue mani. «Mai più segreti. Promesso.»
[Nota finale: Se il ritmo narrativo o i dialoghi vi sembrano innaturali, ricordate che ogni storia ha il suo stile. Critiche su minigonne o gusti musicali? Conservatele. Qui si condividono emozioni, non giudizi. Buona lettura.]