Incontro al Tramonto

Una serata di ricordi

Elisa era la ragazza più insignificante della classe. Almeno, così pensava lei. Piccola di statura, magrolina e per di più con i capelli rossi… Elisa si sentiva a disagio per il suo aspetto, guardando con invidia le compagne di classe bionde e con gli occhi azzurri.

– Figlia mia, ti sboccerai come un bocciolo di rosa – la consolava sua madre – anch’io sono diventata una signorina tardi. Solo a sedici anni. Quindi non avere fretta, e anche tu conquisterai i cuori dei ragazzi. Ora ne hai solo tredici.

– Mamma, non ho fretta – abbassava le ciglia Elisa, ma i suoi occhi verdi la tradivano. Elisa si guardava allo specchio con tristezza e sospirava.

Le piaceva da tempo un ragazzo della classe parallela – Vittorio. Sportivo, alto, allegro. E la sua audacia nei giochi e nelle sfide sembrava più avventatezza che altro. Guardando i ragazzi giocare a basket in palestra, Elisa seguiva Vittorio con lo sguardo. Con la sua passione ed energia, contagiava tutti i giocatori e la squadra vinceva immancabilmente.

Anche se Vittorio non fosse stato così attraente, avrebbe comunque colpito Elisa con la sua personalità, ma il suo fascino non le lasciava alcuna possibilità di amicizia con un leader del genere.

Inoltre, attorno a Vittorio c’erano sempre amici e amiche – era impossibile avvicinarsi. Non era mai da solo. Sempre tra una folla di ragazzi e ragazze. Ma anche gli incontri rari nei corridoi durante l’intervallo erano una gioia per Elisa. E qui la sua insicurezza si faceva sentire. Quando incontrava Vittorio, lo guardava appena e subito distoglieva lo sguardo…

Elisa non raccontava a nessuno della sua cotta adolescenziale, ma le sembrava che il mondo intero vedesse e conoscesse il suo segreto, e arrossiva solo al pensiero che i compagni di classe o, peggio ancora, Vittorio stesso potessero prenderla in giro…

Così la ragazza decise di dimenticare a tutti i costi il bel ragazzo, cercando di non prestargli attenzione e di non pensare affatto a lui. All’inizio le riusciva male, ma la forza di volontà l’aiutò. Elisa si calmò e si sentì più leggera. Addirittura cominciò a provare una certa fierezza interiore.

– L’importante è non incontrarlo da sola – mormorava a se stessa. E appena vedeva l’oggetto della sua ammirazione a scuola, subito cambiava strada o cercava di passare velocemente, nascondendosi dietro gli altri ragazzi.

Passarono due anni. Elisa studiava bene, era cresciuta, aveva smesso di vergognarsi tanto di se stessa, perché le previsioni della madre si erano avverate: da ragazzina, Elisa si era trasformata in una giovane delicata e snella in un’estate.

Dopo l’ottavo anno, Elisa passò a uno istituto tecnico. Le vicende di Vittorio e degli altri ragazzi le scopriva dalle rare chiacchierate con la sua ex professoressa di classe. Tiziana, infatti, abitava nella sua stessa strada.

Elisa non andava mai alle serate di ritrovo scolastico. Stranamente, la sua classe non era molto unita e lei non aveva amici tra quei compagni. Ma una volta che si organizarono per festeggiare il giubileo di Tiziana, Elisa decise di partecipare per salutare l’insegnante che amava.

Erano passati trent’anni dal diploma! L’incontro fu emozionante, poiché molti non si vedevano dai tempi della scuola. Arrivarono anche i ragazzi della classe parallela.

Elisa si fermò vedendo Vittorio. Un uomo alto, imponente, con capelli grigi e una barba curata. Assomigliava poco al ragazzo impulsivo di un tempo. Eppure gli occhi erano gli stessi – quelli di Vittorio, allegri, scintillanti.

Nell’aula magna c’era confusione. Dopo gli auguri a Tiziana, i ragazzi stavano in gruppi, parlando e abbracciandosi.

Quanto fu grande la sorpresa di Elisa quando Vittorio si avvicinò, sorridendo ampiamente:

– Ecco la mia amore segreta dei tempi scolastici… Elisa.

Si inchinò leggermente e le baciò la mano. Era come se gli anni non fossero passati – Elisa arrossì.

– Amore? Io? – si illuminò lei – e perché lo scopro solo ora?

Risero entrambi. Naturalmente, tutti avevano ormai una famiglia e figli, incluso Vittorio e Elisa.

Vittorio ed Elisa se ne stavano in disparte. Lui raccontava del suo lavoro, della famiglia e del figlio.

– Anche io ho un figlio – rispose Elisa, come aveva sempre desiderato. Sorrise e guardando Vittorio, chiese:

– Ma dimmi: perché? Perché ti piacevo? Ero la più timida e riservata… E neanche bella…

– È proprio per questo. Non volevi essere come tutti gli altri. Camminavi sempre con la testa alta… Non potevo nemmeno pensare di avvicinarmi a te. Orgogliosa, ma piacevi molto. Ora è solo un dolce ricordo giovanile.

– Anche tu mi piacevi non poco, non potrei neanche raccontarti… – improvvisamente ammise Elisa – ma era impossibile farsi strada tra la tua corte… E non avrei mai avuto il coraggio di avvicinarmi per prima. Ma ora è davvero solo un’infatuazione giovanile.

– Chissà… – disse pensieroso Vittorio – forse ci siamo persi qualcosa nella vita.

– Forse sì – rise Elisa – Forse ci ritroveremo la prossima volta. Nella prossima vita…

– Cercherò i tuoi occhi verdi – sussurrò Vittorio con un sorriso malinconico. Si vedeva che era affascinato da Elisa. E lei era davvero una bellezza. Un bocciolo tardivo, come diceva sua madre.

All’improvviso qualcuno chiamò Elisa.

– Mamma! Papà ed io siamo passati a prenderti… come avevi chiesto…

Attraverso la folla si fece strada un giovane.

– Ecco, questo è mio figlio… – disse Elisa sorridendo.

– Vittorio – disse allegramente il figlio di Elisa porgendo la mano.

– Vittorio Giuseppe – disse tendendo la sua grande mano Vittorio. Guardò Elisa con sorpresa, tenerezza e smarrimento nei suoi occhi.

E mentre lei si allontanava, gli fece un cenno di saluto. Quando ormai era alla porta, Vittorio la raggiunse.

– Ascolta, Elisa… – la guardava con occhi umidi – grazie…

– Di cosa? – chiese Elisa stupita.

– Per il figlio. Un altro Vittorio sta crescendo. Grazie per il ricordo…

Elisa annuì. Si avvicinò alla macchina e si sedette sul sedile posteriore.

Il marito di Elisa chiese:

– Allora, com’è andata?

– Bene – rispose Elisa – molti ragazzi sono venuti. È stato bello vederli. E un po’ triste, naturalmente. Il tempo ci cambia… Sono felice per Tiziana. Un’insegnante eroica. Le auguro ancora tanti anni di salute per tanti studenti…

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