La sorpresa è stata sconvolgente: ha scoperto della mia gravidanza e mi ha abbandonata da vile codardo!

Il colpo fu assordante: scoperto che ero incinta, mi abbandonò come un miserabile codardo!

Mi chiamo Chiara Bianchi, ho 20 anni e vivo a Zavattarello, dove la Lombardia nasconde i suoi giorni grigi tra le ombre dei boschi e dei laghi. Ho esitato a lungo prima di scrivervi, ma dopo aver letto le confessioni di altre ragazze, ho deciso di riversare il mio dolore. La mia storia è una ferita che non guarisce, un’ombra che mi perseguita, avvelenando ogni giorno della mia giovinezza.

Tutto cominciò quando avevo 15 anni. Mi innamorai di un ragazzo, Edoardo — era così bello che sembrava un eroe da sogno. I suoi occhi, il suo sorriso — tutte le ragazze a scuola sospiravano segretamente per lui. Non potevo credere alla mia fortuna quando un’amica mi sussurrò che voleva vedermi. «Sei seria?» — chiesi di nuovo, il cuore batteva come un uccello in gabbia. Accettai senza esitazione. Al primo incontro mi regalò una rosa rossa — la conservo ancora, essiccata, tra le pagine di un vecchio libro. Quella sera fu come una favola: la sua voce, il suo calore — mi persi in tutto questo, senza accorgermi di cadere nell’abisso.

Mi abbandonai a lui — e questa fu la mia fatale decisione. Presto scoprii di essere incinta. Il mondo crollò. Quando i miei genitori lo seppero, mi guardarono come se fossi un’estranea: mio padre tacque serrando i pugni, mentre mia madre pianse come se fossi morta. Ero terrorizzata, intrappolata, senza vedere una via d’uscita. E lui, Edoardo, il mio bel principe, mi lasciò come un codardo. Quando seppe del bambino, impallidì, borbottò qualcosa di incomprensibile e sparì — dissolvendosi come se non fosse mai esistito. Restai sola, con quella paura, quella vergogna, quel peso che schiacciò la mia giovinezza.

In casa calò un silenzio più spaventoso delle grida. I miei genitori si chiusero in sé, soffocati dal dispiacere, e io non sapevo dove fuggire. Alla fine, con l’accordo di mia madre, abortii. Fu un inferno: dolore, lacrime, vuoto. Dopo mi chiusi in me stessa, come in una tomba. Il trauma fu così forte che non riuscii a guardare un ragazzo negli occhi per anni. Da allora non ho più avuto nessuno — né incontri, né l’ombra di un sentimento. L’amore divenne per me veleno, il sesso un incubo che mi sveglia sudata nel cuore della notte. Ho paura di rimanere di nuovo incinta, paura che, se accadesse, dovrei partorire, e questa paura mi incatena con il gelo.

Ho perso me stessa. La mia anima è come un violino spezzato che suona solo melodie tristi, facendo eco alla mia malinconia. Vivo nella solitudine, in una tristezza perpetua senza posto per la gioia. Il sole per me si è spento, i sorrisi sono diventati estranei, mentre la mia ombra è come un fantasma che segue ogni mio passo. Ho dimenticato come parlare ai ragazzi, come guardarli negli occhi senza tremore. La mia voce trema quando qualcuno mi parla, e il mio cuore si stringe dal terrore. Sono diventata una statua di ghiaccio — fredda, fragile, incapace di sentire calore.

A volte guardo nello specchio e non mi riconosco. Dov’è la ragazza che rideva, sognava, credeva nell’amore? Edoardo l’ha rubata, calpestata, lasciandomi solo dolore e paura. Cammino per le strade di Zavattarello, vedo coppie innamorate e dentro di me tutto urla: perché non io? Perché la mia vita è buia? Voglio amare, voglio vivere, ma ogni volta che ci penso, il suo volto si frappone — bello, ingannevole, codardo. Mi ha abbandonata nel momento più terribile, e questo shock riecheggia ancora nel mio petto.

Non so come uscire da questo inferno. La paura mi ha incatenata: ho paura di fidarmi, paura di aprirmi di nuovo, paura di rivivere quell’incubo. La mia gioventù dovrebbe essere piena di luce, e invece annego nella tristezza. Gli amici mi invitano ad uscire, ma mi nascondo a casa, nella mia stanza, dove solo le pareti conoscono il mio dolore. I miei genitori hanno perdonato da tempo, ma io non riesco a perdonare me stessa — per la mia ingenuità, per la mia debolezza, per avergli creduto. La rosa nel libro è un promemoria di quel giorno in cui ho perso tutto.

Vi prego, ditemi come vivere da adesso in poi? Come sciogliere questo ghiaccio che ha congelato il mio cuore? Voglio liberarmi dal passato, ma mi tiene stretta con una presa mortale. Ho solo 20 anni, ma mi sento come una vecchia, la cui vita è finita appena iniziata. Edoardo se n’è andato, ma mi ha lasciato questo fardello — paura, solitudine, vuoto. Come posso trovare la forza per credere di nuovo nell’amore, nelle persone, in me stessa? Sono stanca di piangere nel cuscino, stanca di avere paura. Voglio il sole nella mia anima, ma non so dove trovarlo. Aiutatemi, per favore, sto affogando in questa oscurità e non vedo la luce.

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