Venditore di frutta apre la scatola: uno sguardo spaventato emerge.

Il fruttivendolo aprì la scatola. Spuntò fuori un musetto. Gli occhi enormi e spaventati parevano pronti a rotolare giù come due grosse lacrime.

— Non mangia nulla, forse l’hanno strappata alla madre e poi gettata. E il suo pelo è tutto appiccicato perché ha vissuto in una scatola di prugne.
La cliente, senza dire nulla, se ne andò. L’uomo scosse tristemente la testa: «Anche nelle donne non c’è più compassione». Ma dopo un po’, tornò. «Non riesco a togliermi dalla mente il suo gattino», disse porgendo un panno:
— Impacchetti “l’articolo”.

— Lo prende? — esultò l’uomo. Avvolse con cura il gattino e, come fosse un bambino, lo porse alla donna.
— È una buona azione, una buona azione. Sarà ricompensata, — ripeteva.
La donna sorrise indulgente: — Ho trovato una benefattrice, a quanto pare. Non so come la prenderà mio marito con questo “dono”. Potremmo finire entrambi per strada.
E aveva ragione. Il gattino non era ben accolto. Nonostante fosse stato lavato, nutrito, e coccolato, appariva ancora misero e malconcio.

— Cos’è questo alieno? — disse con disgusto il marito, spingendo via il gattino che cercava di arrampicarsi sulla sua gamba. L’insistente graffiare delle zampette distrasse la coppia dalla loro serie TV. In pericolo erano le nuove e costose tappezzerie.
— Che le topi ti stanno dando problemi? Perché dovremmo tenerlo in un monolocale? — rimproverava il marito alla moglie.

Prendendo il gattino per la collottola, l’uomo lo guardò con perplessità e disgusto:
— Domani non deve più essere qui.
Anche Valentina non era più felice della sua scoperta. Ma quegli occhi tristi la guardavano, e le piccole zampette le accarezzavano imploranti la gamba, mentre quel corpicino gracile emetteva un dolce ronfare che fece scorrere nel suo cuore un caldo ruscello di compassione. Si chinò a accarezzarlo.

Il gattino, incoraggiato dalle carezze, si arrampicò sulle sue braccia e affondò il nasino nel palmo caldo della padrona. «Non c’è grazia per chi non fa grazia», ricordò Valentina le parole di sua madre e, giustificando con esse il suo gesto, si tranquillizzò.
Squillò il telefono:
— Nonna, vieni da noi a bere un tè!

Valentina, senza distrarre il marito dalla serie, scivolò fuori dalla porta.
Suo figlio viveva vicino, dall’altra parte della strada. Caterina già stava davanti a casa sua e salutava felice. All’improvviso una grande macchina nera salì sul marciapiede. Il piccolo corpo della bambina fu sollevato in aria. Valentina rimase impietrita. Non riuscì né a gridare né a muoversi.
I suoi occhi, come in una ripresa rallentata ed ingrandita, assorbivano ogni dettaglio: una donna raccolse la bambina. Le manine la stringevano spasmodicamente al collo. Viva! Un uomo usciva a fatica dalla macchina. Ubriaco. Suo figlio correva verso di lui. In uniforme.

Con mani tremanti tentava di estrarre l’arma dalla fondina, e improvvisamente inciampò a un grido:
— No!!!
Sua madre stava dall’altra parte della strada, ma a lui sembrava che lei gli impedisse con le mani tese.

Le persone accorsero, si misero sulla sua strada e portarono via l’autista ubriaco. Valentina non sentiva più le gambe. Ma lei camminava… o forse la portavano? Verso Caterina! Il medico già la esaminava, palpando ogni sua ossatura:
— È tutto a posto. Niente fratture. Neanche contusioni significative.
— Ma perché non parla?! — la nuora tremava convulsamente.
— È spaventata. Bisogna distrarla, — suggerì il medico.
— Ora, ora.

Valentina corse a casa. Entrò, prese il gattino, raccontando a suo marito dell’accaduto nel frattempo. Arrivò in tempo. L’ambulanza era ancora lì. Negli occhi della bambina c’era paura. Sciolse con cura le sue mani, vi depose il gattino. Caterina diresse lo sguardo. Le ditina iniziarono a muoversi, accarezzando il morbido pelo. In risposta si udì un gentile “Miau-miau”. «Musia», disse piano la bambina. Il medico tirò un sospiro di sollievo. Valentina lasciò finalmente scorrere le lacrime — ora poteva farlo.

Caterina non lasciava più andare la gattina. Trascorsero la notte in ospedale. La mattina furono dimessi con il verdetto: «La bambina è davvero nata con la camicia».
«Grazia a chi ha fatto grazia», sussurrò Valentina.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

19 − 4 =

Venditore di frutta apre la scatola: uno sguardo spaventato emerge.