«La Cognata si Innamora — e Noi di Nuovo Responsabili del Suo Bambino»

A Luglio, come ogni anno, partii per la casa di campagna dei miei genitori insieme ai bambini. A mio marito non andò bene con le ferie—rimase a casa, a badare alle faccende, come si suol dire. Tutto procedeva nel solito silenzio, finché non tornai… e trovai un’imprevista “ospite” nella nostra casa. Invece di quiete, risate femminili; al posto del calore domestico, biancheria stesa, trucchi e pantofole altrui in corridoio. In cucina sedeva la nipote di mio marito, sedicenne Valentina, a suo agio come se fosse a casa sua. Lui, colto in flagrante, alzò subito le mani:

— Scusami, amore… Non volevo metterti sotto pressione. Adesso ti spiego.

Già allora avevo capito da dove venisse il vento. Valentina, figlia di sua sorella Isabella, era già stata da noi. Di solito, quando Isabella aveva un nuovo “incontro romantico” o una “missione urgente”, la figlia finiva da noi. Non ci lamentavamo—divorziata, donna ancora giovane, aveva diritto a una vita sua. Ma erano sempre una notte o due. Ora invece… Vale era venuta subito dopo la nostra partenza e non sembrava avere alcuna intenzione di tornare dalla madre.

Immaginatevi: un bilocale in periferia a Bologna, cinque persone—io e mio marito, due figli irrequieti e una ragazza di sedici anni, non più bambina ma neppure adulta. La cameretta—dodici metri quadri, la nostra camera appena più grande. Resistere un giorno o due era possibile, ma viverci così? Una tortura per tutti.

In bagno, la biancheria di Valentina ad asciugare: pizzi, reggiseni sottili, tutto in bella vista. I miei ragazzi ormai notano la bellezza femminile, e di certo non volevo che il loro primo desiderio fosse associato alla biancheria della cugina. Glielo feci notare con garbo. Vale, senza obiezioni, mise tutto via, anzi si scusò. Bisogna dire che di per sé è una brava ragazza—aiuta, è educata, premurosa. Ma finché sai che è temporaneo, va bene. Qui, invece… la durata è indefinita.

Mi avvicinai a mio marito:

— Sandro, partirà almeno per l’inizio della scuola? O iniziamo anche l’anno scolastico con un “inquilino”?

Lui scrollò le spalle:

— Non lo so… Isabella non risponde.

Ecco la risposta. La madre, a quanto pare, ci aveva scaricato la figlia per dedicarsi all’amore. Come vivesse Valentina, cosa mangiasse, cosa facesse la sera—non la riguardava. E noi? Noi dovevamo fare salti mortali per non offenderla, non cacciarla, non farle sentire che era di troppo.

Decisi di non esplodere subito. Avrei chiamato Isabella al mattino, ne avremmo parlato con calma. Ma appena sentì l’argomento, la chiamata si interruppe, e da allora non riuscii più a contattarla. Il telefono cade subito, pochi squilli, probabilmente il mio numero era ormai bloccato. Andare da lei? Abita all’altro capo della città, e sono certa—non aprirebbe. Era tutto chiarissimo.

Allora sospirai e dissi a mio marito:

— Caro, risolvi tu con tua sorella. A me non vuole ascoltare.

Lui abbassò lo sguardo:

— Nemmeno a me, a quanto pare… Ma dove mandiamo Vale? Non possiamo cacciare una ragazzina.

No, certo no. Valentina è cresciuta senza padre, né una madre particolarmente presente. Le abbiamo sempre dato una mano: regali per i compleanni, vestiti per le feste, telefoni a Natale. Siamo sempre stati lì. Ma non siamo i suoi genitori. Siamo parenti. Se ospitarla per poco è una cosa, ma viverci insieme per mesi… No. Questa è un’altra storia.

E Isabella? Gode del suo nuovo amore. Chissà, al ristorante, al cinema, o magari dal suo uomo nel weekend. Lei sta bene. Vale è con noi, quindi il problema è risolto.

E ora? Prenderla per mano e riportarla davanti alla sua porta? Crudele. Ma vivere così è impossibile. Non siamo adolescenti, per dividere la camera con una terza persona. I bambini sono già nervosi—la routine è saltata. E Valentina, tra l’altro, ha i suoi umori, la sua musica, telefonate, docce tre volte al giorno, storie infinite…

Non so che fare. Valentina non ha colpe. Ma neanche io mi sono offerta come sostituta di una madre. Aspetto solo che a sua madre torni la coscienza e si ricordi di avere una figlia. Spero non sia troppo tardi.

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