Madre Smonta Subito la Suocera e le sue Ambizioni

Mamma ha capito subito la suocera e ha frenato le sue ambizioni

Essere in debito con qualcuno è un peso enorme, ma è cento volte peggio quando il creditore ti sbatte in faccia la sua “generosità”, pretendendo gratitudine eterna. Io, Giulia, e mio marito, Matteo, abbiamo sempre cercato di vivere con quello che avevamo, senza indebitarci. Ma sua madre, Rosalia De Santis, ci imponeva il suo aiuto solo per ricordarci continuamente come ci avesse “salvato”. Queste rimostranze finivano solo se ci “prestava” di nuovo soldi. Anche quando Matteo le chiedeva un prestito e lo restituiva in tempo, lei trovava il modo di lodarsi: “Vedi, non avete dovuto rivolgervi alle banche, con i loro interessi da strozzini, ci ha pensato la mamma!” Viviamo in un paesino vicino a Bari, e questo gioco della “benefattrice” ci avvelenava l’esistenza.

Quando si è presentata l’occasione di comprare un appartamento, io non volevo assolutamente accettare l’aiuto della suocera. L’opportunità è arrivata dopo la morte di mia nonna. Aveva lasciato a mia madre un appartamento, lei l’ha venduto e ha diviso i soldi tra me e mia sorella. Era quasi metà della somma necessaria. Ma Rosalia De Santis ha subito dichiarato che era disposta ad aggiungere il resto, a patto che l’appartamento fosse intestato a lei. Sono rimasta senza parole: “Perché a lei?” ho chiesto. “E a chi? Sono io che do i soldi!” ha tagliato corto. Non ho trattenuto la rabbia: “Anche mia madre ha dato dei soldi. Forse volete essere comproprietarie?” La suocera è diventata paonazza: “Ma ti prendi gioco di me?” “No,” ho risposto, “compreremo l’appartamento e lo intestiamo a noi. I suoi soldi non ci servono. Un mutuo non è così tremendo da dover diventare suoi eterni debitori.”

A quel punto non tacevo più come prima, e avevo imparato a risponderle con la sua stessa moneta. Questo la faceva infuriare, e si lamentava con i parenti che la nuora “si era montata la testa.” Ma i soldi per l’appartamento li ha ficcati comunque a Matteo, ignorando le nostre obiezioni. È tornato a casa sconvolto: “Scusa, ho preso i soldi da mamma. Mi ha tormentato con la tua ‘ostinazione’ e con i discorsi sul mutuo.” Ho solo sospirato: “Va bene, inchini e ringraziamenti.” Ma non immaginavo l’inferno che ci aspettava.

Pagata la sua parte, Rosalia De Santis si è creduta la padrona dell’appartamento. Ci diceva quali carte da parati attaccare, quali mobili comprare, dove mettere il divano. “Togliete quella doccia, vi porto la vasca. Per me è più comoda, e poi avrete figli, dove li laverete?” ordinava. Cercavamo di evitare i suoi “consigli,” ma era come combattere contro i mulini a vento. Quando la casa è stata sistemata, la suocera ha preteso le chiavi “per ogni evenienza.” Sentivo la rabbia ribollirmi, ma ho accettato per evitare scenate. Fu un errore.

La prima domenica mi sono svegliata per dei rumori strani in cucina. Mezza addormentata, in canottiera, sono andata a vedere e mi sono bloccata: Rosalia De Santis stava riordinando i piatti nelle credenze. “Che sta facendo?” ho chiesto a denti stretti. Invece di rispondere, ha strillato: “Sfacciata! Non sei capace di metterti una vestaglia?” La mia pazienza è esplosa: “Perché? È casa mia! Posso girare nuda se voglio! E lei cosa ci fa qui?” “Tua casa?” ha sbottato. “E chi ha dato i soldi?” Non ho trattenuto la risata: “Non lei! La cucina l’ha pagata mia madre. I suoi soldi sono finiti in bagno, vada a fare la padrona là!” Matteo, svegliato dalle urla, si è afferrato la testa ed è scappato in camera, lasciandoci litigare.

Ho capito che da sola non ce l’avrei fatta, e ho chiamato i rinforzi—mia madre, Beatrice Romano. Chiusa in bagno, le ho sussurrato la situazione. Mezz’ora dopo, suonano alla porta. La suocera, come nulla fosse, apre: “Oh, Beatrice Romano, con le borse? Che sorpresa!” Mamma, senza perdere tempo, le ha risposto: “Mi annoio da sola, ho pensato di stare qualche giorno dai miei figli. Ho anche io dato soldi per la casa, ne ho il diritto. E lei cosa fa qui?” La suocera si è confusa: “Io… sono solo passata.

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