Scandalo in Villaverde: l’ombra di una faida familiare

**Diario Personale**

Ieri sera, mentre mettevo Ginevra a dormire, è arrivato Federico con una pessima notizia: “Mia madre e mio padre verranno a trovarci domani. Vogliono vedere la piccola”. Il cuore mi è sceso ai piedi. Ormai ogni visita di Ada e Claudio finisce in litigio, e stavolta non sarà diverso.

Tutto è iniziato dopo la nascita di Ginevra. Prima, andavo d’accordo con mia suocera, ma ora ogni sua visita è un incubo. Non rispetta mai le mie regole: le infila dolci e schifezze in bocca alla bambina, come se nulla fosse. L’ultima volta, le ha dato una fetta di panettone, anche se le avevo detto mille volte che Ginevra è troppo piccola.

“Ma che fai?!” ho urlato, strappando la bambina dalle sue braccia. “Ha solo nove mesi! Non può mangiare ste cose!” L’ho portata in bagno per pulirle la faccia piena di crema, mentre sentivo Federico sgridare sua madre:

“Perché devi sempre fare di testa tua?!”

“Ma dai, tu mangiavi dolci alla sua età e sei cresciuto sano!” rispondeva Ada, come se nulla fosse.

“Non capisci mai!” urlava lui, più frustrato che mai. La discussione finì male. Quando sono tornata in cucina, non ho resistito: “Andatevene, se non sapete comportarvi!”

Ada mi ha guardato con aria offesa, aspettando che suo figlio la difendesse, ma Federico è rimasto in silenzio. “Che esagerati! Ai miei tempi si faceva così e nessuno moriva!” ha sbottato, prima di uscire sbattendo la porta.

Da allora, non si è più fatta viva. Chiamava solo per chiedere foto, ma ieri ha deciso di riapparire, proprio per il primo compleanno di Ginevra.

“Che combinerà stavolta?” ho chiesto a Federico, già stanca solo al pensiero.

“Niente, gliel’ho detto chiaro e tondo,” mi ha rassicurato. Ma io non ci credevo. Ada non cambierà mai.

Si sono presentati dieci minuti dopo la chiamata, sicuri di essere i benvenuti. “Dov’è la mia stellina? Abbiamo i regalini!” ha strillato Ada, porgendomi un sacchetto. Claudio, invece, portava una torta e una bottiglia di prosecco. “Non volevamo disturbare, ci siamo portati tutto!” ha detto, come se dovessimo ringraziarli.

Ho capito subito il gioco. Ho passato Ginevra a Federico e ho apparecchiato in salotto, mentre loro rimanevano in cucina con la bambina.

“Apri il prosecco, vediamo com’è… trenta euro l’abbiamo pagato,” ha sussurrato Ada a Claudio. Lui ha stappato e le ha versato un bicchiere. “Dammelo, che ho la bimba in braccio!” ha ordinato. Dopo un sorso, ha annuito approvando: “Buono!” Poi, guardando Ginevra, ha aggiunto: “Piccolina, proviamo un goccino, di nascosto…”

“Se la nuora ti vede, fa una scenata!” ha riso Claudio.

Ho sentito quelle parole e sono corsa in cucina. Il sangue mi si è gelato: Ada stava avvicinando il bicchiere alla bocca di mia figlia. “Ma che diavolo fate?!” ho urlato, strappandole il bicchiere. “Ve l’ho detto mille volte! Non le date niente!” Ginevra si è messa a piangere, spaventata dalle mie urla.

“Ma dai, a Federico lo davan da piccolo! Non muore mica!” ha riso Ada, come se fosse tutto uno scherzo.

Federico è arrivato di corsa. “Basta! Ve l’ho detto di non darle nulla! Prima il panettone, ora l’alcol?! Andatevene!” ha urlato.

“Ma che esagerazione!” ha sbottato Claudio. “Solo una goccia!”

“Neanche una goccia, mai più!” ha ruggito Federico. “Fuori di qui! Cosa le darete la prossima volta?”

“Siete insopportabili, voi due!” ha detto Ada, alzandosi. “Vieni, Claudio!”

Un minuto dopo, la porta ha sbattuto. Stavo ancora tremando, stringendo Ginevra forte a me. “Non voglio più vederli in questa casa. Ma cosa le passa per la testa?!” ho sibilato.

Federico ha solo annuito. “Hai ragione.”

Da quel momento, i rapporti con loro si sono rotti. Ada e Claudio ci hanno tolto il saluto, offesi per come li abbiamo trattati. Noi, invece, non possiamo perdonare la loro testardaggine e irresponsabilità.

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