**Tesoro nell’orto: un dramma familiare a Lesinara**
Maria Grazia aveva appena finito di pulire. Era ora di apparecchiare per pranzo. Il giorno prima aveva preparato una minestra di verdure così buona che ci si leccavano i baffi! All’improvviso, un urlo dalla strada la fece sobbalzare, quasi lasciò cadere il mestolo.
“Nonna! Nonno! Venite, ho trovato una cosa!”. Gridava il nipote, il piccolo Michele.
Maria Grazia e suo marito, Antonio, corsero in giardino.
“Nonno, guarda!”. Michele stringeva qualcosa in mano, gli occhi pieni di meraviglia.
Ma a lasciare Maria Grazia senza fiato fu un’altra cosa.
“Michelino… ma quando hai fatto in tempo a vangare tutto l’orto?!”. Lo sguardo le cadde sulla terra smossa con cura.
“Mi sono impegnato!”, rispose orgoglioso il bambino. “Ma guardate cos’ho trovato!”.
Antonio fissò l’oggetto e rimase senza parole.
***
Quella mattina, Maria Grazia aveva parlato con sua figlia al telefono. Appena riattaccò, chiamò il marito:
“Tonino, ci portano il nipote!”.
Antonio alzò lo sguardo dal computer, dove stava giocando a solitario, e sbottò:
“Ma quale nipote?”.
Ne avevano tre. Il maggiore, Matteo, aveva già vent’anni e aveva finito l’istituto tecnico. La nipote Sofia aveva appena finito il liceo e si preparava per psicologia. I genitori ne erano orgogliosi: sempre sui libri, determinata. Di certo non sarebbe venuta da loro.
“Ma quale, Tonino?! Non capisci? Chi è quello svogliato e pigro? Con i primi due abbiamo fatto un buon lavoro, finché avevamo le forze. Ma il piccolo Michelino è un caso perso! Ha finito la quinta con tre sei! Vergogna! E tu sempre con le carte in mano, bel nonno che sei!”.
“Che posso farci? Ognuno è artefice del proprio destino!”, borbottò Antonio, ripetendo una frase che amava.
“Protein, sì, ma non troppo. Vedremo che tipo di artefice è!”, replicò Maria Grazia, decisa.
“Hai fatto male a dire di sì. È viziato, indisciplinato. L’ultimo, ecco perché l’hanno coccolato. Cosa farà qui? Starà col telefono in mano, e tu a cucinare per lui? Sai che fame hanno a quell’età?”.
Con aria rassegnata, Antonio chiuse il computer.
“Vado a vangare l’orto, ecco cosa!”.
“Ma che orto, dai!”, rise Maria Grazia. “Tre strisce di terra per un po’ d’insalata e carote! E perché son solo i MIEI orti? Il nipote è di un po’ tutti, no?”.
“Non ho dimenticato nulla!”, borbottò Antonio. “Sei tu che ti sei scordata com’eri alla sua età. I suoi genitori non riescono a gestirlo, figuriamoci noi!”.
“Ah, a proposito, gli hanno tolto il telefono”, aggiunse Maria Grazia.
“Ecco, mancava solo il colpo di gratuito!”, si lamentò il nonno, uscendo in giardino.
Maria Grazia si rimise a cucinare. Poco dopo, la porta si aprì con un colpo secco: era Antonio.
“Già tornato?”. Lei gettò le verdure nel brodo.
“Piove a catinelle, Maria! Guarda un po’ fuori!”, disse lui, quasi felice di aver scampato il lavoro sotto la pioggia. “Compriamo tutto al supermercato”.
“Come diceva tua madre: ‘Pioggia per pigri, benedetta sia’!”, sorrise Maria Grazia.
“E chi sarebbe il pigro qui?!”. Antonio si indignò. “Tu mi metti in quella categoria?! Maria, ma per favore!”.
“Su, smettila. Va’ a prendere coperte e cuscini dalla dispensa, il nipote arriva subito!”.
***
“Meglio se Michelino restava a casa coi genitori”, borbottò Antonio tutta la sera. “Addio pace, ci hanno regalato una croce da portare alla nostra età! Abbiamo già fatto la nostra parte!”.
Il mattino dopo, un’auto si fermò davanti alla loro casa a Lesinara. Ne scese Michele, imbronciato. Ai nonni sorrise, ma subito tornò cupo:
“E io cosa devo fare qui?”.
“Esattamente, niente. Lo penso anch’io”, bofonchiò Antonio tra sé.
Ma Michele lo sentì:
“Nonno, non sei contento che sia qui?”.
“Di cosa dovrei esserlo? Hai la faccia storta, non servi a nulla, solo problemi!”.
“Mamma, hai sentito cosa ha detto nonno?”, si rivolse Michele alla madre, Isabella.
“Papà, mamma, non badateci, è sempre così brontolone, è l’età. Ok, io vado, passo a prendere Michele più tardi. Ecco il suo telefono, se diventa insopportabile, dagli. Non ti preoccupare, con loro bisogna ripetere tutto mille volte. Sono strani, questi ragazzi”, sussurrò, salendo in macchina.
“Nessuno ci vuole!”, borbottò Antonio. “Ci hanno piazzato il ragazzino e sono scappati”.
“Loro sono sempre così, non hanno mai tempo”, sospirò Michele, gettandosi lo zaino in spalla e trascinandosi dentro.
“Tonino, almeno oggi vanga un po’ l’orto?”, chiese Maria Grazia. “Altrimenti non pianto nulla”.
“Maria, basta con questo orto! Mi fa male la schiena, vuoi che mi ammali? Non troverai un altro tesoro lì. Chiedi al nipote, lui è giovane, ha le forze!”, rispose Antonio, seccato.
“Che tesoro, nonno?”, sbucò Michele dalla stanza.
“Ma non eri sordo?”, sorrise la nonna. “Sai, una volta tuo nonno, scavando, trovò una scatolina antica”.
“E cosa c’era dentro?”.
“Curioso, eh? Più tardi te la mostro”.
“Nonna, dove devo vangare? Tanto non ho niente da fare”, propose improvvisamente Michele.
“La vanga è nel capanno, ci sono tre strisce dietro casa, scegli quella che vuoi”.
Michele sparì in un lampo.
“È corso a cercare il tesoro”, rise Maria Grazia.
“Dovrei metterci dentro qualcosa per farlo scavare?”.
“Non ho altro da fare! Darà due colpi e basta, è pigro come pochi!”, sbuffò Antonio.
“Eh già, guarda chi parla!”, scrollò la testa Maria Grazia.
Michele lavorò nell’orto per più di un’ora. Offeso per essere stato etichettato come pigro, Antonio andò a riordinare il capanno. Maria Grazia pulì casa e iniziò a preparare il pranzo. L’aroma della minestra del giorno prima era irresistibile.
Poi Isabella chiamò:
“Mamma, scusa, dimenticavo di dirtelo: Michelino è diventato schizzinoso con il cibo. Non mangia minestre, solo pizza e panini. Ti ho lasciato della roba, non affannarti!”.
“Non ti preoccupare, Isà, ci pensiamo noi. Se è qui, lo sistemiamo”, la tranquillizzò Maria Grazia.
Appena riattaccò, un grido arrivò dal giardino:
“Nonna! Nonno! Venite, ho trovato qualcosa!”.
“Ma avrà davvero nascosto qualcosa Antonio?!”, pensò Maria Grazia. Ma vedendo la faccia stupita del marito, capì che era impossibile. Corsero fuori.
“Nonno, guarda!”, Michele stringeva qualcosa, gli occhi brillavano.
Ma Maria Grazia sussultò:
“Michelino… hai vangato TUTTO l’orto?! Nonno, guarda che forza ha il nostro nipote! Non tutti ce la fanno!”.
Michele, per le lodi, si illuminò ancora di più.
“Mi sono impegnato, nonna, tanto nonno ha male alla schAntonio prese il portafoglio ritrovato, lo aprì con mani tremanti e sussurrò: “C’erano dentro cento euro… e la foto di mio padre”.