«I miei figli mi impediscono di sposarmi…» La difficile condizione di una donna tra passato e futuro

Mi chiamo Valeria, e ho 44 anni. Mai avrei immaginato di ritrovarmi in una simile trappola emotiva. Ho passato tutta la vita con un solo uomo, mio marito, padre dei miei figli, mio compagno, mia roccia. Eravamo insieme da più di vent’anni. Un anno fa è morto all’improvviso. Un infarto. Se n’è andato senza salutare, lasciando la casa vuota e un buco ghiacciato nell’anima.

Abbiamo due figli. Mio figlio è al terzo anno di università, già adulto, intelligente, razionale. Mia figlia ha appena finito il liceo e si è iscritta all’università, ancora così giovane e fragile. Sono orgogliosa di loro, sono il mio mondo. Ma… non mi vedono come una donna. Solo come una madre. Solo come una vedova.

Due mesi fa è entrato nella mia vita Lorenzo. Ci siamo conosciuti per caso, a una mostra, dove ero andata solo per non impazzire di solitudine. Si è rivelato gentile, sensibile, un vero uomo. Non mi ha pressata, non ha preteso nulla, era semplicemente lì. Abbiamo cominciato a vederci, prima semplici passeggiate, poi cene, chiacchiere fino a notte fonda. Nei suoi occhi mi sono sentita di nuovo donna. Viva. Desiderata. Amata.

E poco tempo fa mi ha chiesto di sposarlo. Con semplicità e sincerità: «Valeria, sii mia moglie. Ricominciamo da capo. Insieme». Sono scoppiata a piangere. Non di tristezza, ma di paura. Perché sapevo che i miei figli non l’avrebbero accettato.

Ho aspettato, raccolto le forze, e alla fine ho deciso di parlarne. Mi sono seduta a tavola con loro, come quando annunciavo che aspettavo un figlio, come quando insegnavo a legare le scarpe, come quando li accompagnavo al primo giorno di scuola. Solo che questa volta era diverso.

«C’è qualcuno nella mia vita…» ho sussurrato. «Si chiama Lorenzo. Stiamo insieme. E mi ha chiesto di sposarlo.»

Quello che è successo dopo non è stato un urlo, ma un uragano. Rabbia, rancore, stupore.

«Quindi ti sei già dimenticata di papà?!» ha quasi urlato mia figlia, con gli occhi pieni di lacrime.

«Vuoi portare in casa un estraneo?!» ha sbottato mio figlio. «Hai tradato nostro padre!»

Mi guardavano come se fossi un’estranea. Ho provato a spiegare: non mi sono dimenticata. Ricordo ogni ruga sul suo viso, la sua voce, la sua risata, il profumo del dopobarba. Ma se n’è andato, figli miei. E non posso riportarlo indietro, per quanto lo desideri. Io sono viva. Respiro. E voglio stare con qualcuno che fa battere di nuovo il mio cuore.

Ma non mi hanno ascoltata.

Ora sono in bilico. Non so cosa fare. Se sposassi Lorenzo, perderei i miei figli. Smetterebbero di parlarmi, uscirebbero dalla mia vita. Se rifiutassi Lorenzo, resterei sola. Perché i figli non sono per sempre. Oggi sono con me, ma domani avranno le loro famiglie, le loro vite, le loro preoccupazioni. E io? Sarei solo «la mamma che siede da sola in casa».

Ho detto a Lorenzo: «Dammi tempo. Forse capiranno. Con il tempo». Ha annuito. Mi ha abbracciato. Ha detto che aspetterà. Ma non sono sicura che la sua pazienza durerà. E ha tutto il diritto. Lui non ha i miei ricordi, il mio dolore, i miei figli. Vuole solo starmi vicino. E non è un crimine.

Mi fa male che i miei figli non mi vedano come una persona viva. Ho vissuto una vita onesta. Sono stata una moglie fedele, una madre devota. Non ho abbandonato, non ho tradito, non ho distrutto nulla. Perché ora, se voglio solo essere felice, devo sentirmi in colpa?

Non do la colpa ai miei figli. Capisco che hanno paura. Temono che Lorenzo cancelli il ricordo di loro padre. Che io cancelli il passato. Ma non succederà. Lui rimarrà sempre con noi. Nelle foto, nei racconti, nei ricordi. Ma io… io sono qui. Io sono viva.

A volte la sera mi siedo alla finestra, guardo la città, dove ogni luce nasconde una storia. C’è chi si innamora. Chi si sposa. Chi ha figli. E c’è chi… semplicemente vive. E capisco: io voglio vivere. Non sopravvivere. Non esistere. Vivere.

Non so quale scelta farò alla fine. Ma so una cosa: non sono una criminale. Sono una donna. E ho diritto alla felicità.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

12 + 1 =

«I miei figli mi impediscono di sposarmi…» La difficile condizione di una donna tra passato e futuro