L’ha chiamata serva miserabile e se n’è andato, ma al ritorno lo attendeva una sorpresa

Sin da bambina, Giulia sentiva le donne della sua famiglia ripetere che l’amore, per loro, era solo sfortuna. La bisnonna era rimasta vedova dopo la guerra, la nonna aveva perso il marito in un incidente in fabbrica, e suo padre aveva abbandonato sua madre quando lei aveva appena tre anni. Queste storie le erano cresciute dentro, e spesso si domandava: e se anche il suo matrimonio finisse così? Per quanto non lo volesse affatto.

Con il futuro marito si era conosciuta in fabbrica—lavoravano nello stesso reparto, anche se con mansioni diverse. Durante le pause pranzo sedevano alla stessa tavola, si scambiavano sorrisi, chiacchieravano. Tutto era iniziato in modo innocente, e presto era diventato una storia d’amore. Dopo sei mesi si erano sposati e si erano trasferiti nell’appartamento lasciato a Giulia dalla nonna. Prima era nato un figlio, poi un altro. La vita scorreva monotona, sempre uguale: lavoro, bambini, casa.

Ma quando sua madre morì, tutto il peso cadde sulle spalle di Giulia: casa, figli, marito. Lui all’inizio aiutava, ma presto tutto cambiò. Cominciò a tornare tardi, diventò irritabile, distante. Poi si scoprì: aveva una relazione con una collega più giovane. La casa diventò solo un posto dove passare: entrare, cambiarsi, sparire.

Giulia capiva, ma taceva. Aveva paura di restare sola con due figli e senza un soldo. Provò più volte a parlare con lui, ma la respingeva:

«Tu non sai fare altro che servire. Sei patetica», le disse in faccia.

Eppure Giulia sperava: forse si sarebbe ravveduto, sarebbe tornato, avrebbe capito. Ma una sera lui fece le valigie e se ne andò. Senza spiegazioni. Senza rimorsi.

«Non andare, ti prego. I bambini rimarranno senza padre», piangeva lei, ferma nel corridoio.

«Non mi interessi più, sei nessuno». La guardò con disgusto e sbatté la porta.

I bambini avevano sentito tutto. Due ragazzini, stretti l’uno all’altro, seduti sul divano, senza capire perché papà non sarebbe più tornato. Non sapevano cosa avessero fatto di male.

Passarono mesi. Giulia lavorava senza sosta. Puliva scale, faceva lavoretti qualsiasi pur di sfamare i suoi ragazzi. Di una vita privata non pensava—i figli erano tutto.

Ma un giorno, tornando dal mercato, le cadde la borsa della spesa. Qualcuno si chinò subito ad aiutarla.

«Permettete che vi aiuti a portarle», disse un uomo gentile.

«Non c’è bisogno, posso far da sola…»

«Ho deciso comunque di aiutarvi», raccolse i sacchetti.

Così Giulia conobbe Luca—buono, attento, discreto. Cominciò a frequentare lo stesso negozio dove l’aveva vista la prima volta. Una sera, mentre puliva le scale del palazzo, lui riapparve.

«Posso darvi una mano?» propose, e senza aggiungere altro si mise all’opera.

Quella sera andò a trovarla: con fiori, in giacca e cravatta, una torta in mano. I bambini lo accolsero subito—Luca era sincero, affettuoso, con un grande senso dell’umorismo. Giocava con loro, raccontava storie della sua infanzia, e loro gli si affezionarono. Anche quando confessò che, dopo un incidente, aveva problemi di parola e movimento, i bambini lo abbracciarono più forte.

«Sei come un vero papà», disse una volta il più piccolo. «Solo più buono.»

Passò un anno. Giulia e Luca si sposarono. La vita si sistemò. In casa tornarono a sentirsi risate, profumo di crostate, e una pace nuova. Il figlio maggiore aveva una fidanzata, il più piccolo giocava a pallacanestro. Tutto filava liscio… finché un giorno non suonarono alla porta.

Sulla soglia c’era l’ex marito. Invecchiato, dimagrito.

«Ho capito tutto. Mi perdoni?»

«Sei in ritardo», rispose fredda Giulia.

«Papà?» esclamò il più piccolo, per poi aggiungere deciso: «Vattene.»

«Come ti permetti di parlare così a tuo padre?!»

«Lui non è nostro padre! Il nostro papà è Luca», ribatté il maggiore, mettendosi accanto al fratello.

«Hai distrutto la nostra vita. E ora vuoi tornare?» disse Luca, alzandosi accanto ai ragazzi. «Vattene. Qui non è il tuo posto.»

L’ex marito gettò un ultimo sguardo a Giulia, ma lei aveva già voltato le spalle.

Quando la porta si chiuse, Giulia si avvicinò ai suoi uomini. Guardò i due figli e colui che era diventato loro padre. E il suo cuore si riempì di una felicità immensa.

Aveva costruito quello che le donne della sua famiglia avevano solo sognato—una famiglia forte, dove regnavano amore, rispetto e calore.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

12 − three =

L’ha chiamata serva miserabile e se n’è andato, ma al ritorno lo attendeva una sorpresa