Inarrestabile e Sincera: La Storia di una Collega Franchezza Personificata

**Diario Personale**

Veronica era una persona diretta. I colleghi la conoscevano da anni e sapevano che non aveva peli sulla lingua, che tu volessi sentire la verità o no.

Prendi Sofia, per esempio. Una mattina flirtava spudoratamente con il nuovo sistemista, mentre sbrigava gli ordini con una velocità innaturale. Volava per l’ufficio come una farfalla. *”Spero tu sappia che sua moglie è in ospedale a partorire?”* chiese Veronica, e così, puff… il flirt svanì nel nulla.

Oppure c’era Giulia, che non riusciva a smettere di fumare. Aveva provato di tutto: cerotti, caramelle, persino quelle sigarette elettroniche miracolose. Ogni mezz’ora scappava fuori per una boccata d’aria. Veronica non tardò a farle notare: *”Hai letto la lista degli ingredienti di quella sigaretta magica? Io no. E nessun altro, a quanto pare. Chissà perché?”*

Tutti evitavano Veronica. Nessuno aveva voglia di finire nel mirino del suo sarcasmo. A lei, però, non importava. La verità era la verità, dopotutto. Ma chi aveva davvero bisogno di tutta quella onestà?

Quando partì per un tirocinio all’estero, tutti tirarono un sospiro di sollievo. Ricominciarono a fumare all’angolo, a flirtare con i nuovi clienti, a organizzare venerdì folli con baci rubati negli angoli bui dell’ufficio. Sposati e single, tutti insieme.

Veronica tornò dopo tre settimane. Di solito impeccabile, con un tailleur rigoroso, tacchi alti, un profumo persistente e un trucco impeccabile. Ma quel giorno entrò in jeans sbiaditi e un maglione largo, almeno due taglie più grande del necessario. Niente trucco, i capelli raccolti in una crocchia disordinata. Occhiali da sole che non si tolse finché non scomparve nel suo ufficio. E invece del solito profumo pesante, solo una traccia leggera di *Truth* di Calvin Klein.

E, cosa più sorprendente, non disse nulla alla segretaria per i documenti non pronti. Non rimproverò il sistemista perché parlava al telefono con la moglie. Passò oltre senza notare l’avvocato che frugava tra le scatole di documenti. Tutto sembrava scivolarle addosso.

*”Non ha superato il tirocinio”*, sentenziò l’avvocato.
*”Sarà malata”*, ipotizzò la segretaria.
*”Si è innamorata!”* ridacchiò Sofia.

*”Ecco perché quel maglione enorme?”* commentò sarcastica la traduttrice.
*”Comunque, tra un’ora c’è la riunione. Meglio prepararsi invece di spettegolare.”*

Ma un’ora dopo, Veronica non si presentò. Tutti aspettavano, nervosi.

Poi, improvvisamente, il sistemista seduto vicino alla finestra esclamò: *”Eccola là! Guardate!”*

Dall’altra parte della strada, in un bar accogliente, c’era Veronica. Ma non era la stessa di sempre. Non per il trucco assente o la crocchia semplice. No. Perché di fronte a lei c’era un uomo che la faceva ridere.

La *loro* Veronica. Rideva.

Tutti nella sala riunioni fissarono la scena, increduli. Quella donna non era più la collega scontrosa e irritabile che conoscevano. Era qualcun altro.

*”A dire il vero, stamattina non trovavo la camicetta”*, disse Veronica a Marco sorridendo. *”Così ho preso il tuo maglione.”*

*”Preferisco quando non indossi niente”*, rispose lui.
Veronica arrossì e gli diede un colpetto sulla spalla. *”Smettila.”*

*”Non posso”*, si avvicinò lui. *”Dobbiamo finire presto e venire da me. O da te. Non importa. Da quando ci siamo conosciuti in aeroporto, tutto è cambiato.”*

*”Sono d’accordo.”*

*”A proposito”*, sussurrò lui, *”hai messo il maglione al contrario.”*
*”Maledizione!”*

*”Quindi dobbiamo assolutamente andare da me per toglierlo.”*
Lei rise. Prese il telefono e compose un numero.
In sala riunioni, squillò il telefono della reception.

*”Buongiorno, azienda X! La signorina Veronica? Capisco. La aspettano per la riunione. Come, non verrà? Ah, si è ammalata? Oh… si riprenda presto!”*

La segretaria si precipitò in riunione. *”La nostra Veronica è malata!”*

*”Lo vediamo”*, annuì il sistemista. Tutti fissarono Veronica, perfettamente in salute, che saliva in macchina con quell’uomo sconosciuto. Sarebbe sparita per giorni. E nessuno avrebbe osato chiamarla.

*”Perché?”* chiese la segretaria confusa.

*”Ti è mai capitato di venire al lavoro con un maglione indossato al contrario?”* rise Sofia. *”O di portare gli occhiali da sole per nascondere che hai passato una notte incredibile? Quando non ti importa di non essere truccata, perché la tua testa è ancora da un’altra parte, vicino a lui?”*

La segretaria rimase a bocca aperta. Anche gli altri. Sofia scrollò le spalle con fare civettuolo e si avviò verso l’uscita.

*”Malata”, “Non ha superato il tirocinio”. Ve l’ho detto, si è innamorata. E adesso la nostra Veronica è cambiata.*

*”Per quanto?”* borbottò cupo il sistemista.

Sofia lo guardò con aria di superiorità. *”Dipende da voi uomini”*, rispose, uscendo dalla sala.

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