Mi ha chiamato semplicemente una parrucchiera davanti ai suoi amici. L’ho fatto sentire cosa significa essere umiliato.

**12 ottobre**

A diciassette anni ho capito presto che potevo contare solo su me stessa. Mio padre se n’è andato all’estero quando mia madre si è ammalata gravemente. Io, la maggiore, mi sono fatta carico di tutto. Ho iniziato a lavorare come assistente in un salone vicino. Lavavo i capelli, spazzavo il pavimento, portavo il caffè. Potrebbe sembrare poco, ma col tempo è diventata la mia vita.

Col passare degli anni, sono cresciuta e con me la mia professionalità. Ho imparato dai migliori, ho dato tutto in questo lavoro, e dopo qualche anno avevo già una clientela fissa: donne influenti, imprenditrici, attrici, mogli di politici. Ero quella che prenotavano con due settimane di anticipo.

Poi è arrivato lui—Leonardo. Ci siamo conosciuti al festival jazz di Milano. Lui, laureato in legge a Oxford; io, ragazza di periferia che si faceva strada dal nulla. Eravamo mondi diversi, ma tra noi è scattata qualcosa. All’inizio non notavo il modo in cui annuiva con sufficienza quando parlavo del mio lavoro. O come sogghignava se qualcuno chiedeva cosa facessi. Ma le cose sono peggiorate davvero dopo il fidanzamento.

Leo cominciò a dire frasi come: “Tesoro, sei solo una parrucchiera”, “Questi discorsi ti annoieranno”. Non lo faceva con tono accusatorio, sembrava quasi scherzare. Ma quelle battute mi stringevano il cuore. In pubblico, evitava persino di dire cosa facessi. Come se si vergognasse.

Il culmine arrivò durante una cena con i suoi amici. Tutta gente dell’”élite”: avvocati, professori, banchieri. Io stavo in silenzio, ascoltavo i loro discorsi su riforme legislative e accordi internazionali. A un certo punto, qualcuno mi fece una domanda, e prima che potessi parlare, Leonardo mi interruppe:

“Non impegnatela con questi argomenti. È solo una parrucchierina. Vero, amore?”

Mi bloccai. Avrei voluto sprofondare. In quel momento, qualcosa in me si spezzò.

Il giorno dopo, senza dirgli una parola, mi misi all’opera.

Una settimana dopo, lo invitai a un “piccolo incontro tra amiche”—dissi che volevo presentargli le mie compagne. Lui accettò, ovviamente. Ma non sapeva chi ci sarebbe stato.

Quella sera, nel mio appartamento, c’erano le mie clienti: la direttrice di un’emittente televisiva, la proprietaria di una catena di negozi, un’attrice famosa e—sorpresa—la sua capa, la signora Fiorelli. Non la riconobbe subito, ma quando capì, impallidì. Con ogni storia sul mio lavoro, con ogni ringraziamento sincero che quelle donne mi rivolgevano, il suo viso si irrigidiva. Sentì per la prima volta che non mi limitavo a tagliare e sistemare capelli, ma che ridavo fiducia, sostegno e ispirazione.

Quando si avvicinò alla Fiorelli e iniziò a parlare di sé, lei sorprese, sorrise:

“Ah, sei il fidanzato di Giulia? Mi ha salvata più volte prima delle dirette. Una professionista straordinaria.”

Non resistetti. Mi avvicinai e dissi:

“Sì, questo è Leonardo. Non ama la politica, ma i discorsi da parrucchiere… quelli lo appassionano.”

Leonardo mi trascinò in cucina:

“Mi stai prendendo in giro?!” sibilò. “È umiliante!”

“Esattamente come mi sono sentita io quella sera con i tuoi amici, quando hai deciso di farmi passare per stupida. Non è vendetta. È uno specchio, Leonardo.”

Tacque.

Qualche giorno dopo, mi chiamò. Si scusò. Disse di aver capito. Mi chiese di ricominciare.

Ma la mia decisione era presa.

Gli restituii l’anello. Non perché non lo amassi. Ma perché avevo capito che non potevo stare con qualcuno che si vergognava di me.

Non sono solo una parrucchiera. Sono una donna che si è fatta da sola. E merito rispetto.

Lui… forse un giorno capirà chi ha perso.

**Lezione di oggi:** Nessuno ha il diritto di sminuirti. Se lo fanno, mostragli chi sei davvero. E poi vai avanti, senza voltarti.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

2 × four =

Mi ha chiamato semplicemente una parrucchiera davanti ai suoi amici. L’ho fatto sentire cosa significa essere umiliato.