5 giugno 2023
In ogni famiglia ci sono le proprie difficoltà. C’è chi litiga ferocemente per un’eredità, chi combatte con l’alcolismo o perdona i tradimenti, chi si arrende per la disperazione. Io e mio marito sembravamo immuni da grandi problemi… se non fosse per quel grande “ma”: mia suocera. Lei, Rosalba De Luca, ha sempre avvelenato la nostra quotidianità.
Per anni ho cercato un dialogo, di abituarmi ai suoi capricci, di chiudere un occhio. Ma più il tempo passava, più capivo che era inutile. Tra noi si alzava un muro invisibile, e più mi sforzavo, più diventava alto e solido.
Capisco bene il legame speciale tra una madre e suo figlio. Ma quando un uomo di trentasette anni rimane un mammone, è già una tragedia. Mio marito e sua madre sembravano vivere in un mondo a parte: sussurravano alle mie spalle, combinavano segreti, e mi coinvolgevano solo quando non potevano più evitarlo.
Poi è successo qualcosa che ha esaurito la mia pazienza.
Il nostro figlio, Matteo, passava ogni estate nella casa di campagna dei miei genitori. Mia madre, medico, riusciva raramente a prendere ferie—anche durante la pandemia ha continuato a lavorare. Mio padre, purtroppo, per problemi di salute non poteva badare da solo al nipote.
Io lavoro per un’azienda importante, e un lungo periodo di vacanza era un sogno. Così, abbiamo deciso di chiedere aiuto a Rosalba. Per un mese ho parlato con lei, ho organizzato tutto. Si era dimostrata disponibile, avevo creduto di poter contare su di lei.
Ma una settimana prima delle ferie, la telefonata:
“Valentina,” mi annuncia allegra, “mi hanno regalato un soggiorno! Parto per le vacanze! Pensa tu a Matteo.”
Sono rimasta senza parole, tanto che ho faticato a capire. Ci aveva piantato in asso. Semplicemente tradito.
Poi ho scoperto che nessuno le aveva “regalato” niente. Si era organizzata tutto da sola: scelto la località, comprato i biglietti, prenotato l’albergo. E tutto sapendo benissimo che doveva occuparsi di suo nipote!
Non solo. Poco prima di partire, è venuta da mio marito con un’altra richiesta: innaffiare le sue piante e badare all’orto durante la sua assenza.
Certo, mio marito lavora tutto il giorno e ha delegato a me. Ma questa volta ho deciso: basta. Gli ho detto chiaro:
“Non alzerò un dito. Tua madre ha preferito le vacanze quando avevamo bisogno di lei? Che i suoi pomodori secchino, insieme al suo egoismo. Sono problemi suoi, non miei.”
Quando Rosalba ha scoperto la mia decisione, è scoppiato il finimondo. Accuse, rimproveri, lamentele—tutto su di me. Ma ormai il treno era partito. È andata comunque in vacanza, lasciandoci col bambino e il suo orto.
Adesso corro per Milano, cercando un campo estivo o un centro per Matteo. Perché anche lui merita un’estate vera, non chiuso in appartamento.
Ho capito ancora una volta: nei momenti difficili, puoi contare solo su te stessa. E sulla tua coscienza. Mia suocera ha scelto il mare. Io ho scelto mio figlio.
E credetemi, non me ne pento neanche per un secondo.