Tradimento al tavolo di nozze

**Tradimento al Tavolo Nuziale**

Giulia Moretti bussò frettolosamente alla porta dell’appartamento di suo figlio e di sua nuora. Il cuore le batteva forte dalla gioia: voleva mostrare le foto del sontuoso matrimonio della figlia minore, celebrato il fine settimana precedente. La porta si aprì, e sulla soglia apparve la nuora, Sofia. Il suo viso era cupo, gli occhi arrossati dal pianto. «Ah, siete voi? Entrate», disse con freddezza. Giulia capì subito che qualcosa non andava. «Sofia, è successo qualcosa?», chiese con cautela, varcando la soglia. «È successo! Io e vostro figlio stiamo per divorziare!», esplose Sofia, la voce rotta dalla rabbia. «Divorziare? Perché?», esclamò Giulia, incapace di credere alle sue orecchie. «Davvero non sapete cosa ha fatto vostro figlio?», rise amara Sofia. «No! Cosa ha fatto?», Giulia la fissava sconvolta, il petto stretto dall’ansia.

Due mesi prima, in un tranquillo paesino sulle rive del Lago di Garda, era scoppiata una lite tra Sofia e la sorella di suo marito, Elena. «Il matrimonio è una cosa che si fa una volta sola! Perché non volete festeggiarlo come si deve?», sbottò Elena, scoprendo che Sofia e suo fratello Marco avevano deciso di rinunciare a una grande cerimonia. «Mi sembra uno spreco di soldi. Preferisco usarli per qualcosa di concreto», rispose Sofia tranquilla. «Tipo?», chiese Elena sospettosa. «Un viaggio, una macchina, o un acconto per la casa», elencò Sofia. «Quindi i soldi li avete, ma non volete spenderli per il matrimonio?», ribatté Elena. Sofia non rispose, ma il suo silenzio era eloquente.

Marco e Sofia scelsero una semplice cerimonia in comune e una cena intima con i parenti stretti. Tra gli invitati, per dovere, c’erano anche Elena e il suo fidanzato. Inizialmente lei aveva rifiutato, ma all’ultimo momento cambiò idea. Aveva un motivo: stava preparando una sorpresa che avrebbe sconvolto la serata.

Dopo la cerimonia, gli sposi e gli ospiti si radunarono a casa dei genitori di Sofia, una grande villa alla periferia della città. I genitori della sposa si occuparono del ricevimento. Gli invitati erano pochi—solo una dozzina—ma la tavola era stracolma di piatti tradizionali.

Durante i brindisi, Elena si alzò improvvisamente, il bicchiere in mano. La sua voce tremava per l’emozione, ma era chiara: «Auguro ogni felicità agli sposi! Ma ho un annuncio da fare: io e Luca abbiamo deciso di sposarci anche noi!». Tutti si voltarono verso di lei. Gli ospiti scoppiarono in applausi e congratulazioni, mentre Sofia sentiva il cuore contrarsi dal rancore. Elena, raggiante, si lasciava inondare di complimenti, vantandosi di un matrimonio grandioso che avrebbe fatto parlare tutti.

Sofia trascorse il resto della serata con un amaro in bocca. Il suo giorno speciale era stato oscurato. Quando gli ospiti se ne furono andati, scoppiò: «Perché l’ha fatto? Voleva umiliarci? Rimarcare che non abbiamo fatto una festa come piace a lei?». «Lascia stare, Sofì», cercò di calmarla Marco. «Almeno i soldi li abbiamo ancora, possiamo usarli per altro». «E se andassimo al mare?», propose lei, improvvisamente speranzosa. «Voglio fuggire da tutto questo». «Ne parliamo domani», rispose Marco evasivo.

Due settimane dopo, Elena consegnò agli sposi l’invito per il suo matrimonio. «Non ci voglio andare», borbottò Sofia, stringendo la busta. «Se non vuoi, non andiamo», sorrise Marco. «E se invece partissimo per il mare? Dopo quello che ha fatto, non la sopporto». A quelle parole, Marco si irrigidì. Il sudore gli imperlò la fronte. «Magari dopo… al matrimonio di mia sorella non posso mancare», balbettò. «Allora perché hai parlato?», sbottò Sofia, allontanandosi.

A malincuore, Sofia partecipò comunque al matrimonio di Elena. Era uno spettacolo: limousine, banchetto nel miglior ristorante della città, fuochi d’artificio, fotografi professionisti. «Che spreco», commentò Sofia. «Quel vestito costerà almeno diecimila euro. Per cosa? Un solo giorno?». Marco borbottò qualcosa di incomprensibile, senza prendere posizione.

Il giorno dopo, Sofia riprova: «Ho trovato dei biglietti, andiamo al mare!». «Non possiamo», disse Marco, la voce tesa. «Non ci sono soldi». «Come? Abbiamo quarantamila euro da parte!». «Li ho prestati a Elena per il matrimonio», sussurrò lui, evitando il suo sguardo. «Ma me li restituirà». Sofia impallidì. «Prestati? Senza chiedermelo? Li abbiamo risparmiati insieme!». «Elena insisteva… me li ridarà, a rate». «Non li voglio dopo! Li voglio adesso!», urlò Sofia, sentendo il terreno mancarle sotto i piedi.

In quel momento, Giulia bussò alla porta, entrando con le foto del matrimonio di Elena, orgogliosa. Sofia, senza freni, le urlò in faccia: «Lo sapevate che vostro figlio ha pagato il matrimonio a Elena?». «Certo», rispose calma Giulia. «Il fratello deve aiutare la sorella». «Incredibile!», sbuffò Sofia. «Abbiamo rinunciato alla nostra festa per non sprecare soldi, e lui li regala a lei! Sei un traditore, Marco!». «Ma che scenate sono queste?», s’indignò Giulia, cercando di difendere il figlio. Sofia tratteneva a stento le lacrime. «Metà di quei soldi erano miei! Me li ridai entro settimana, o vado in tribunale!». E così fece. Vinse la causa: Marco fu costretto a restituirle la sua parte.

Con quei soldi, Sofia partì per la Sicilia. Lì, tra il sole e il mare, conobbe un uomo che diventò il suo nuovo amore. Tornò a casa con il cuore leggero, pronta a ricominciare. Finalmente libera.

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