Questione Abitativa: La Lotta per il Futuro

La Questione Abitativa: Una Lotta per il Futuro

Mi chiamo Laura, ho 48 anni, e mi trovo davanti a una scelta straziante che mi lacera il cuore. Nella nostra tranquilla cittadina lungo il Po, mio figlio Matteo ha annunciato che si sposerà con la sua fidanzata, Giulia. Sono pieni di speranze e sognano di trasferirsi nell’appartamento che io e mio marito, Antonio, affittiamo. Ma io mi oppongo fermamente, e il motivo è una spina che mi tormenta dentro. Questa decisione potrebbe cambiare per sempre il nostro rapporto con Matteo, ma non posso agire otherwise, temendo per il mio futuro e il rischio di ripetere gli errori degli altri.

Matteo e Giulia ci supplicano di lasciarli vivere nel nostro monolocale. Io e Antonio abitiamo in un bilocale insieme a lui, mentre l’altro appartamento l’abbiamo comprato anni fa, con un mutuo che abbiamo finalmente estinto. Quella casa è il nostro piano per la pensione. La affittiamo per mettere da parte soldi e vivere dignitosamente quando smetteremo di lavorare. Ora il reddito dell’affitto non è fondamentale, ma tra qualche anno sarà la nostra unica sicurezza. Senza quei soldi, finiremmo in povertà, e io non voglio passare la vecchiaia a contare gli spiccioli.

Giulia abita in un angusto bilocale con i genitori, la sorella minore e la nonna, malata. La sua famiglia spera che, una volta sposata, la casa diventi più spaziosa. I suoi genitori non possono permettersi di comprare un’abitazione per i giovani, e contano su di noi. Ma io non posso accettare. Se lasciamo che Matteo e Giulia si trasferiscano, non potrò mai chiedergli di andarsene, soprattutto se avranno un figlio. Questo pensiero mi tormenta come una scheggia, perché so che la bontà può trasformarsi in tragedia.

La mia amica, Lucia, è caduta nella stessa trappola. Ha permesso a sua figlia e al genero di vivere nell’appartamento che affittava, avvertendoli che era temporaneo. «Risparmiate per una casa vostra, poi ve ne andrete», diceva. Ma non lo hanno fatto. Spendevano invece in vacanze, vestiti costosi e tecnologia. Poi sono arrivati i bambini, e ora Lucia non può cacciarli. «Come faccio a mandare via mia figlia con i piccoli?» piangeva. «E non posso chiederle l’affitto, è in maternità. Io sopravvivo a malapena con la pensione!» Le sue lacrime e disperazione sono state un monito per me. Non voglio ripetere la sua storia.

Ho paura che Matteo e Giulia, ottenendo l’appartamento, si rilassino. Vivranno spensierati, senza preoccuparsi del domani. Perché risparmiare, se hanno una casa gratis? E noi, Antonio e io, resteremo a mani vuote. Quando andremo in pensione, sopravviveremo con una miseria, privandoci di tutto. Quest’idea mi terrorizza. Non voglio che la mia vecchiaia sia una lotta per la sopravvivenza, quando non potrò permettermi neanche le medicine.

Matteo mi guarda con rancore, senza capire perché sia così inflessibile. «Mamma, non abbiamo un posto dove andare», dice. «Giulia non può restare con i suoi, è troppo stretta». Le sue parole mi feriscono, ma non cedo. «Affittate una casa, risparmiate per la vostra», rispondo. «Io e tuo padre ce l’abbiamo fatta, potete farcela anche voi». Ma nei suoi occhi vedo delusione, e questo mi spezza il cuore. Giulia tace, ma il suo sguardo è pieno di rimprovero, come se stessi distruggendo i loro sogni. Mi sento un mostro, ma non posso arrendermi.

Ogni notte rimango sveglia, rivivendo la nostra ultima discussione. Immagino Matteo e Giulia in un piccolo affitto, a contare ogni euro, e il cuore si stringe di pietà. Ma poi ricordo Lucia, le sue lacrime, la sua povertà, e ritrovo la determinazione. Io e Antonio abbiamo lavorato tutta la vita per garantirci una vecchiaia serena. Perché dovremmo sacrificare tutto per il loro benessere? Loro sono giovani, hanno tempo ed energie per costruirsi un futuro.

So che il mio rifiuto potrebbe allontanare Matteo. Potrebbe covare risentimento, e il nostro legame, così forte e affettuoso, potrebbe spezzarsi. Giulia potrebbe metterlo contro di me, e resterei senza figlio. È un pensiero che mi trafigge come un coltello. Ma non posso rischiare il mio domani, non posso ripetere l’errore di Lucia. Voglio che Matteo e Giulia imparino a prendersi le loro responsabilità, come abbiamo fatto io e Antonio. Anche noi siamo partiti da zero, abbiamo preso un mutuo, fatto sacrifici, e ce l’abbiamo fatta. Perché loro no?

Seduta alla finestra, guardo le strade innevate del paese e sento una tempesta dentro di me. Amo mio figlio, ma non posso sacrificare tutto per la sua felicità momentanea. Che affittino, che imparino a lottare per il loro futuro. Credo che ce la faranno, ma la paura di perderli mi perseguita. Sto facendo la cosa giusta? O la mia fermezza diventerà un muro che ci dividerà per sempre?

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