Questione Abitativa: Lotta per il Futuro

**Questione abitativa: la battaglia per il futuro**

Mi chiamo Elena, ho 48 anni, e mi trovo davanti a una scelta straziante che mi lacera il cuore. Nel nostro tranquillo paesino sulle rive del Po, mio figlio Marco ha annunciato che vuole sposare la sua fidanzata Sofia. Sono pieni di speranze e sognano di trasferirsi nell’appartamento che io e mio marito affittiamo. Ma io sono assolutamente contraria, e c’è una ragione che mi corrode dentro. Questa decisione potrebbe cambiare per sempre il nostro rapporto con Marco, ma non posso fare altrimenti: ho paura per il mio futuro e di ripetere gli errori degli altri.

Marco e Sofia ci supplicano di lasciarli vivere nel nostro monolocale. Io e mio marito, Luca, abitiamo in un bilocale insieme a lui. Il monolocale lo abbiamo comprato qualche anno fa, con un mutuo che abbiamo finito di pagare da poco. Quel monolocale è il nostro piano per la pensione. Lo affittiamo per mettere da parte soldi e vivere dignitosamente quando smetteremo di lavorare. Attualmente, l’affitto non è essenziale, ma tra qualche anno sarà la nostra unica sicurezza. Senza quei soldi, finiremmo nella povertà, e non voglio passare la vecchiaia a contare gli spiccioli.

Sofia vive in un piccolo bilocale con i genitori, la sorella minore e la nonna malata. La sua famiglia spera che lei si sposi così in casa avranno più spazio. I genitori di Sofia non possono comprare una casa per i giovani e contano su di noi. Ma io non posso accettare. Se lasciamo che Marco e Sofia vivano lì, non potrò mai chiedere loro di andarsene—specialmente se avranno un figlio. Questo pensiero mi tormenta come una spina, perché so che la gentilezza può trasformarsi in una catastrofe.

La mia amica Silvia è caduta nella stessa trappola. Permise a sua figlia e al genero di vivere nell’appartamento che affittava, avvertendoli che era temporaneo. “Risparmiate per la vostra casa, poi ve ne andrete,” diceva. Ma non risparmiavano. Spendevano tutto in vacanze, vestiti costosi e tecnologia. Presto arrivarono i bambini, e ora Silvia non può cacciarli. “Come faccio a cacciare mia figlia con i bambini? – piangeva. – E non possono pagarmi, è in maternità. Io sopravvivo a malapena con la pensione!” Le sue lacrime e disperazione sono diventate un monito per me. Non voglio fare la stessa fine.

Temo che Marco e Sofia, una volta ottenuto l’appartamento, si rilassino. Vivranno senza pensieri, senza preoccuparsi del futuro. Perché risparmiare per una casa se ne hanno una gratis? E noi, Luca ed io, resteremo con niente. Quando andremo in pensione, dovremo sopravvivere con pochi soldi, privandoci di tutto. Questo pensiero mi terrorizza. Non voglio che la mia vecchiaia diventi una lotta per la sopravvivenza, quando non potrò permettermi nemmeno le medicine.

Marco mi guarda ferito, senza capire perché sono così dura. “Mamma, non abbiamo un posto dove vivere, – dice. – Sofia non può restare con i suoi, è troppo stretto”. Le sue parole mi fanno male, ma non cedo. “Affittate un appartamento, risparmiate per il vostro, – rispondo. – Io e tuo padre ce l’abbiamo fatta, potete farlo anche voi”. Ma nei suoi occhi vedo delusione, e questo mi spezza il cuore. Sofia tace, ma il suo sguardo è pieno di rimprovero, come se stessi distruggendo i loro sogni. Mi sento un mostro, ma non posso cedere.

Ogni notte rigiro nel letto, ripensando alla nostra ultima discussione. Immagino Marco e Sofia in un piccolo affitto, a contare ogni centesimo, e il cuore mi si stringe. Ma poi ricordo Silvia, le sue lacrime, la sua povertà, e la determinazione ritorna. Io e Luca abbiamo lavorato tutta la vita per garantirci la vecchiaia. Perché dovremmo sacrificare tutto per il loro comfort? Sono giovani, hanno tempo ed energie per costruirsi una vita.

So che il mio rifiuto potrebbe allontanare Marco. Potrebbe serbare rancore, e il nostro legame, così forte e caloroso, potrebbe rompersi. Sofia potrebbe metterlo contro di me, e resterei senza mio figlio. Questo pensiero è come un coltello nel petto. Ma non posso rischiare il mio futuro, non posso ripetere l’errore di Silvia. Voglio che Marco e Sofia imparino a prendersi le proprie responsabilità, come abbiamo fatto io e Luca. Anche noi abbiamo iniziato da zero, con un mutuo e tanti sacrifici, ma ce l’abbiamo fatta. Perché loro no?

Seduta alla finestra, guardo le strade innevate del paese e sento una tempesta dentro di me. Amo mio figlio, ma non posso sacrificare tutto per la sua felicità momentanea. Che affittino, che imparino a lottare per il loro futuro. Credo che ce la faranno, ma la paura di perderli mi perseguita. Sto facendo la cosa giusta? O la mia fermezza diventerà un muro che ci separerà per sempre?

A volte, amare significa dire di no—perché il vero amore non è dare tutto, ma insegnare a costruire.

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