Giulia correva per le strade affollate di Milano verso il suo secondo appartamento, stringendo il volante fino a sentire dolore alle dita. Il suo cuore batteva furiosamente per la rabbia: i vicini si erano lamentati ancora del fratello di suo marito, che aveva trasformato la sua eredità in un bordello. Ma quello che scoprì entrando in casa fu un colpo ancora più duro. Il cognato le rivelò la terribile verità sull’infedeltà del marito, e ora il suo mondo crollava. Giulia si trovava davanti a una scelta che le lacerava l’anima: perdonare il tradimento o ricominciare da zero.
— Giu, è mio fratello, non ha un posto dove stare, — cercava di convincerla suo marito Luca quando tutto era iniziato. — Con Laura ha divorziato, dove vuoi che vada?
— Non voglio lasciare che Marco entri nell’appartamento di nonna, — obiettò Giulia con incertezza.
— Non rovinerebbe nulla, — insisteva Luca. — Non può certo tornare dai nostri genitori, no?
— E perché no? — aggrappata a quell’idea, replicò lei.
— Un uomo di quarantacinque anni, è vergognoso vivere con i genitori, e poi ha una sua vita, — Luca la guardò supplichevole.
— Va bene, può restare, ma se i vicini si lamentano, lo caccio! — alla fine cedette Giulia dopo un lungo silenzio.
— Andrà tutto bene! — esultò Luca, sfregandosi le mani.
Luca aveva i suoi piani per quell’appartamento. Sotto il pretesto di “aiutare il fratello”, lo avrebbe usato per incontrare l’amante, di cui sua moglie trentaquattrenne non sospettava nulla.
— Adesso porto subito Marco, sarà felice! — esclamò Luca, afferrò le chiavi e corse fuori di casa.
— Corre come se ci dovesse traslocare lui, — sorrise amareggiata Giulia, tornando alle sue faccende.
Luca tornò solo tre ore dopo. Giulia, vedendo i fari dell’auto, corse in cortile.
— Dove sei stato tutto questo tempo? Stavo già per venirti a cercare! — disse quasi scherzando.
— Stavo mostrando l’appartamento a Marco, — rispose evasivo, nascondendo la vera ragione.
— Dimmi, almeno pagherà bollette e spese? — chiese improvvisamente Giulia.
Luca esitò, lo sguardo diventò nervoso. Non ne aveva parlato con il fratello.
— Sai, è imbarazzante chiedere soldi a un fratello, soprattutto adesso che è in difficoltà, — rispose con rimprovero. — Tanto paghiamo già l’affitto, non ci farà spendere molto.
Giulia, cedendo alle sue lusinghe, convenne che era sconveniente chiedere soldi a un parente. Ma non appena Marco si trasferì, l’appartamento piombò nel caos. Musica a tutto volume notte e giorno, feste rumorose, donne che entravano e uscivano, litigi e urla. I vicini iniziarono a chiamare la polizia, ma gli agenti si limitavano a multarlo, incapaci di calmarlo.
Marco si lamentò con il fratello.
— I vicini sono insopportabili, — disse. — Stiamo tranquilli, e loro chiamano la polizia. Fai qualcosa, altrimenti se mi cacciano, a te chiuderanno la porta in faccia pure qui, — scherzò.
— Sistemerò tutto, ma smettila di fare casino, — rispose Luca. — Se Giulia scopre, siamo fritti!
— Non succederà più, — promise Marco, ma quella stessa notte i vicini chiamarono di nuovo le forze dell’ordine.
Una vicina, stanca della situazione, scoprì a chi apparteneva l’appartamento e contattò Giulia sui social. Le chiese se sapesse cosa accadeva e delle visite della polizia. La risposta di Giulia lasciò tutti sbalorditi: non ne aveva idea.
Un’ora dopo, Giulia irruppe nell’appartamento, furiosa.
— Ciao! — sorrise beffardo Marco, aprendole la porta.
— Marco, i vicini si lamentano di te! — esplose lei. — Voglio che te ne vada!
— Me ne vada? — fece finta di stupirsi. — Scusa, ma tu hai tradito la mia fiducia!
— Tu hai tradito la mia! — tagliò corto Giulia. — Fuori di qui!
— Ah, davvero? Allora ascolta una cosa su tuo marito! — replicò sarcastico.
— Di che stai parlando? — rimase immobile, fissandolo senza fiato.
— Non sono solo io a fare chiasso qui, — ridacchiò Marco. — Anche il tuo Luca è un bel tipo.
— Cosa intendi? — la sua voce tremò.
— Porta qui la sua amante, — sbottò Marco. — Da tre mesi! E tu, cognata, non sai niente!
La notizia la colpì come un fulmine. Giulia sentì il terreno mancarle sotto i piedi.
— Vattene! — urlò, indicando la porta.
— E con tuo marito che farai? — sogghignò Marco.
— Non sono affari tuoi! — ringhiò lei. — Sparisci!
Marco, ridacchiando, raccolse le sue cose e venti minuti dopo se ne andò. Giulia rimase sola nell’appartamento devastato. Entrandoci, non riconobbe più la casa di nonna: niente era rimasto dell’atmosfera accogliente. Mura sporche, vestiti sparsi, odore di sigarette—tutto gridava l’inganno che aveva subito. Aprì le finestre, cercando di far uscire l’aria del tradimento.
A casa l’aspettava un confronto straziante con Luca. Inizialmente negò tutto, ma messo alle strette, si piegò e iniziò a supplicare perdono. Giulia ascoltò le sue scuse, ma nel suo cuore aveva già deciso. Il tradimento, le bugie e il cinismo di suo marito avevano annullato anni di matrimonio. Chiese il divorzio e gli alimenti, decisa a non permettere più a nessuno di calpestare la sua dignità.
Giulia sedeva nell’appartamento vuoto, guardando dalla finestra la città di notte. Le lacrime le scendevano sulle guance, ma non c’era solo dolore—c’era anche determinazione. Aveva perso le illusioni, ma trovato la forza. Ora sapeva: la sua vita ricominciava, e non avrebbe permesso al passato di trattenerla.