Ho 62 anni, lui 68. Ci stiamo separando… Dopo 35 anni di matrimonio

Ho 62 anni, lui ne ha 68. Stiamo divorziando… dopo 35 anni di matrimonio.

Mi chiamo Laura Rossi, ho sessantadue anni. Mio marito, Carlo Bianchi, ne ha sessantotto. Insieme siamo stati più di trentacinque anni. Sembrava che la vita fosse ormai sistemata: i figli cresciuti, la casa piena di ricordi, davanti a noi una vecchiaia tranquilla insieme. Credevo che tra noi andasse tutto bene. Sì, c’eban la routine quotidiana, certo, poca romanticheria. Ma eravamo una famiglia.

Per Capodanno, i figli, come al solito, ci hanno “affidato” il loro gatto e sono partiti per festeggiare sulle Dolomiti. Io e Carlo siamo rimasti soli. Durante quelle lunghe vacanze, lui mi ha detto che voleva tornare nel suo paesino in Toscana per visitare la tomba dei genitori e fare un saluto alla sorella. L’ho accompagnato senza fare troppe domande.

È passata una settimana. È tornato, e all’apparenza tutto sembrava normale. Poi, pochi giorni dopo, quasi dal nulla mi ha annunciato di aver chiesto il divorzio. Con calma, senza drammi. “Non ce la faccio più. Ho incontrato una persona che mi capisce. Che può… guarirmi.”

Sono rimasta pietrificata. All’inizio ho pensato volesse scherzare. Ma lui era serissimo. Ho scoperto così che mentre io mi occupavo della casa, gli stiravo le camicie e gli preparavo la pasta al forno, lui aveva riallacciato i rapporti con un suo vecchio amore, una donna che frequentava prima del nostro matrimonio. L’ha ritrovata su internet. Abita nella stessa città di sua sorella. E quando è andato a “visitare le tombe”, in realtà ha passato tre giorni da lei.

È una vedova. E, a suo dire, “ha tutto”: un trilocale, una casa al mare, un paio di macchine e… doti da medium. Pratica medicina alternativa, cura con le erbe, fa massaggi, legge le aure e, come ha detto lui, “sa riconoscere le malattie a livello energetico”. Persino un tumore, se è agli inizi, può “dissolverlo con le parole”.

Gli ha promesso salute, attenzioni e, in più, la casa al mare e l’auto se avesse divorziato e sposato lei. Così, in tre giorni, è crollato tutto quello che abbiamo costruito in decenni.

Ha preteso che firmassi i documenti per il divorzio subito. Mi sono rifiutata. Ho detto che non avrei partecipato a questa farsa. Allora ha presentato lui le carte. Che ci fosse un’udienza l’ho scoperto per caso, da una conoscente al tribunale. Sono andata, sconvolta, chiedendo spiegazioni.

Ma nella richiesta ha scritto che “non vivevamo insieme da sei anni” e che “non condividevamo il letto da quindici”. Tutte menzogne. Sì, c’era freddezza tra noi, certo, ormai eravamo come coinquilini, ma vivevamo sotto lo stesso tetto, dividevamo le spese, parlavamo, affrontavamo le cose insieme. E non riesco a capire come una persona con cui ho passato tutta la mia vita adulta possa cancellarmi così, per una ciarlatana con oli tibetani e promesse di “pulizie energetiche”.

Ora aspetto il processo. Dormo male. A volte non ho nemmeno la forza di alzarmi dal letto. Tutto sta crollando. Non è tanto il divorzio a spaventarmi, ma il tradimento. Lui vive ancora nel nostro appartamento, ma mi parla come se fossi un’estranea. Freddo, distaccato, come se fossi diventata un peso, come se avesse solo sopportato per anni. E quando, da ingenua, gli ho chiesto di ripensarci, si è limitato a scrollare le spalle: “Laura, viviamo come coinquilini da anni. Voglio stare con chi mi apprezza.”

Ho paura. Non per me. Per quella donna che è stata con me tutta la vita, quella che ora non riconosco più nello specchio. Come faccio a ricominciare, quando tutto quello che credevo solido si è rivelato un’illusione? Quando hai passato sessantadue anni sentendoti una moglie, e in un inverno ti ritrovi una vecchia che non interessa a nessuno?…

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