Stanca di Essere Perfetta per Tutti

Ero stanca di essere perfetta agli occhi di tutti.

Nella rumorosa Milano, dove la vita ribolle come l’acqua di una pentola sul fuoco, la mia esistenza a 27 anni sembrava impeccabile solo dal di fuori. Mi chiamo Chiara, lavoro come marketing manager in una grande azienda, sono sposata con Luca e non abbiamo figli, ma ambizioni e progetti. Ieri, uscita dal lavoro, sono salita in macchina, ho fatto rifornimento, ho preso la borsa e sono entrata nel bagno della stazione di servizio. Lì mi sono cambiata, ho rifatto il trucco e sono uscita così bella che tutti si voltavano a guardarmi. Ma dietro questa immagine impeccabile si nascondeva la stanchezza: ero stanca di essere la moglie, la figlia e la nuora perfetta, e ora dovevo decidere come vivere per me stessa.

**La vita che sembra perfetta**

Sono sempre stata “la brava ragazza”. A scuola, la prima della classe; all’università, quella che prendeva sempre la borsa di studio; al lavoro, quella che consegnava i progetti prima della scadenza. Luca, mio marito, fa il programmatore e mi ama, è orgoglioso di me. Siamo sposati da tre anni, viviamo in un appartamento accogliente e viaggiamo due volte l’anno. I miei genitori e mia suocera, signora Rosetta, ci considerano la coppia perfetta. “Chiara, sei così in gamba, riesci a fare tutto”, dice mia madre. “Luca, quanto sei fortunato ad avere una moglie così”, aggiunge mia suocera. Ma nessuno vede il peso che porto sulle spalle.

La mia vita è una lista di compiti: la mattina preparo la colazione perché Luca sia contento, di giorno lavoro senza sosta, la sera pulisco e cucino affinché mia suocera non dica che “non so badare alla casa”. Persino ieri alla stazione di servizio mi sono cambiata in un vestito elegante e ho rifatto il trucco perché dovevo andare a cena dai suoceri e dovevo apparire “all’altezza”. Tutti mi guardavano, ma io mi sentivo un’attrice che recita la parte della Chiara perfetta.

**La maschera che si è incrinata**

La cena di ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A casa di mia suocera, come sempre, ho aiutato in cucina, sorriso, partecipato alla conversazione. Ma quando la signora Rosetta ha detto: “Chiara, dovresti pensare ai figli, non sei più una ragazzina”, ho sentito qualcosa spezzarsi dentro. Non sono pronta per avere figli, voglio vivere un po’ per me, ma tutti si aspettano che faccia “le scelte giuste”. Luca è rimasto in silenzio, e ho capito: non mi difenderà da queste aspettative. Mia madre, più tardi, mi ha chiamato aggiungendo: “Chiara, non aspettare troppo, hai già 27 anni, voglio diventare nonna”. Anche al lavoro i colleghi scherzano: “Allora, quando arriva il congedo di maternità?”

Sono stanca. Stanca che il mio successo sia misurato non dalle mie conquiste, ma da quanto soddisfo le aspettative degli altri. Stanca di cambiarmi in un bagno di una stazione di servizio pur di essere “perfetta” per una cena. Stanca di sorridere quando vorrei urlare. Amo Luca, ma il suo silenzio, quando mia suocera o mia madre mi mettono pressione, mi fa male. Voglio essere me stessa, non la Chiara che accontenta tutti.

**La paura di essere se stessa**

La mia amica Elena mi dice: “Chiara, di’ a tutti che hai bisogno di tempo per te”. Ma come posso? Se smetto di preparare la cena o comincio a dire “no” a mia suocera, penserà che sono una moglie incapace. Se dico a mia madre che non voglio figli ora, si offenderà. Se confesso a Luca che sono stanca, mi risponderà: “Hai sempre fatto tutto, cosa è cambiato?” Ho paura che, togliendomi la maschera della Chiara perfetta, rimarrò sola—senza l’approvazione della famiglia, senza i complimenti al lavoro, senza quell’immagine che tutti si aspettano.

Ma ieri, davanti allo specchio della stazione di servizio, mi sono osservata—bella, ma estranea. Quella Chiara col vestito e il trucco impeccabile non sono io. Voglio indossare le scarpe da ginnastica, non i tacchi; voglio una sera senza cucinare; voglio dire: “Non sono pronta per i figli, ed è un mio diritto”. Ma come farlo senza distruggere tutto?

**Cosa fare?**

Non so da dove cominciare. Parlare con Luca e spiegargli che ho bisogno del suo sostegno? Ma lui pensa che “stia esagerando”. Mettere dei limiti con mia suocera e mia madre? Ma ho paura di ferirle. Prendermi una pausa e partire da sola per capire cosa voglio? Sembra egoista. O continuare a recitare la parte della Chiara perfetta finché non crollerò? Voglio vivere senza dovermi cambiare in un bagno di una stazione di servizio per gli altri, ma non so se avrò il coraggio.

A 27 anni voglio essere autentica, non perfetta. Mia suocera vuole il meglio per suo figlio, ma la sua pressione mi soffoca. Mia madre sogna i nipoti, ma i suoi sogni non sono i miei. Luca mi ama, ma il suo silenzio mi fa sentire sola. Come trovare me stessa? Come smettere di vivere per gli altri, tranne che per me?

**La mia richiesta di libertà**

Questa storia è il mio grido per il diritto di essere me stessa. Sono stanca della maschera che indosso per compiacere gli altri. Voglio che la mia casa sia un posto dove posso stare con le scarpe da ginnastica e senza trucco, dove i miei desideri contano, dove non devo giustificare le aspettative altrui. A 27 anni, merito di vivere per me, non per l’approvazione di mia suocera, di mia madre o dei colleghi.

Sono Chiara, e troverò il modo di togliermi questa maschera, anche se dovessi litigare con chi mi è vicino. Sarà un passo spaventoso, ma non voglio più nascondermi nel bagno di una stazione di servizio per diventare ciò che gli altri vogliono.

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