Mi chiamo Isabella, e vivo in un piccolo paese sulle colline della Toscana, dove i vigneti si estendono a perdita d’occhio e le tradizioni familiari sono sacre. Fin da bambina sognavo una famiglia numerosa, una casa piena di risate e un marito che fosse la mia roccia. Ma la vita ha deciso diversamente, e ora il mio cuore si strappa tra l’amore per mio marito e il dovere verso le persone che amo di più.
Il mio primo matrimonio era pieno di speranze, ma è crollato dopo otto anni. Io e mio marito non siamo mai riusciti ad avere figli, e quel dolore è diventato un abisso tra noi. Il divorzio mi ha lasciato un vuoto nell’anima, e avevo smesso di credere di poter trovare la felicità. Poi il destino mi ha fatto incontrare Luca—un uomo che mi ha ridato fiducia nell’amore.
Luca aveva vissuto una tragedia: sua moglie era morta, lasciandolo solo con due bambini. Mi sono innamorata di lui per la sua forza, per come si prendeva cura del figlio e della figlia, per come resisteva nonostante il dolore. Quando ci siamo sposati, mi sono trasferita nella sua grande casa in campagna, mentre il mio appartamento in città è rimasto a mia madre e mia nonna. Loro vivono lì—le persone più care che non potrei mai tradire.
Mia nonna, Maria Rosa, ha 85 anni, e mia madre, Adele, 64. Sono ancora piene di energia: puliscono, cucinano, fanno la spesa da sole. Mia madre lavora persino online, correggendo testi per tenersi occupata. Cerco di visitarle il più possibile, portare la spesa, aiutare con le faccende. Ma nel profondo del cuore ho un sogno che non mi dà pace: vorrei che mia madre e mia nonna vivessero con noi, sotto lo stesso tetto, come una vera famiglia.
Ma Luca è assolutamente contrario. Il suo rifiuto è come un coltello nel cuore. È cresciuto in una casa dove tre generazioni vivevano insieme, e per lui è stato un peso insostenibile. Nonni e zii si intromettevano nella sua vita, davano consigli non richiesti, controllavano ogni suo passo. Luca ha giurato che non avrebbe mai permesso una cosa simile nella sua casa. “Voglio che abbiamo la nostra vita, Isabella,” dice. “Senza voci o regole di altri.” Ma come posso fargli capire che mia madre e mia nonna non sono “altri,” ma parte della mia anima?
Vivo nella casa di Luca, e quel posto è il suo regno. Non posso insistere, non posso pretendere. Ma ogni volta che lascio mia madre e mia nonna, sento che qualcosa dentro di me si spezza. Per ora se la cavano, ma so che verrà il giorno in cui avranno bisogno di me. Mia nonna già fa fatica a camminare, e mia madre, anche se non si lamenta, si stanca più in fretta di prima. Come potrei abbandonarle quando avranno più bisogno di me?
Ho provato a parlarne con Luca, ma ogni discussione finisce in litigio. Lui non vuole sentire parlare del trasloco delle mie care, e io non posso immaginare di lasciarle sole. Questo pensiero mi soffoca la notte, quando resto sveglia a fissare il soffitto. Se Luca non cambierà idea, mi troverò di fronte a una scelta terribile: mio marito o la famiglia che mi ha cresciuto. Il divorzio è l’ultima cosa che desidero. Amo Luca, amo i suoi figli, che ormai considero miei. Ma tradire mia madre e mia nonna? È più di quanto io possa sopportare.
Ogni giorno prego perché Luca si ammorbidisca, perché capisca quanto le mie radici siano importanti per me. Ma il tempo passa, e il suo cuore rimane chiuso. Sono a un bivio, e la paura mi paralizza. Se perderò mio marito, la mia vita crollerà. Ma se abbandonerò mia madre e mia nonna, non mi perdonerò mai per questo tradimento. Come trovare una via d’uscita, quando entrambe le strade portano alla sofferenza?