**Diario Personale**
Ero seduta in cucina con la mia amica, trattenendo a stesa le lacrime. Le mani mi tremavano, i pensieri si confondevano nella mente e la voce mi si spezzava ogni volta che cercavo di parlare.
— Aspetta… Se n’è proprio andato così, senza una spiegazione? — chiese Nadia, la mia amica di sempre.
— Sì — risposi con un nodo in gola. — Dopo vent’anni insieme. Ha fatto una valigia, ha detto: “Ho trovato un’altra” e ha sbattuto la porta.
— Ma sei sicura di aver capito bene? Forse è solo una crisi momentanea… — tentò di consolarmi.
— Nadia, ma senti cosa dici?! Quale crisi?! Se n’è andato. Senza lacrime, senza drammi, senza neanche provare a spiegare. Come se quei vent’anni insieme non fossero mai esistiti.
Mi coprii il volto con le mani. Gli occhi si riempirono di nuovo. Non mi ero mai sentita così vuota, così tradita.
— E i bambini lo sanno? — domandò Nadia con cautela.
— No… Giulia e Luca sono al campo estivo. Li ho accompagnati in treno solo tre giorni fa. Torneranno tra due settimane… E non so nemmeno come dirglielo. Come faccio?
— Forse è meglio che non siano qui adesso. Avrai tempo per… riprenderti un po’.
— Riprendermi? Dopo tutto questo? Lui era il senso della mia vita… — sussurrai, stringendomi la testa tra le mani. — Come ho potuto non accorgermi di niente?
Un silenzio pesante cadde tra noi, rotto solo dalla proposta improvvisa di Nadia:
— Dai, facciamogli pagare. In modo femminile.
— Cosa? — alzai lo sguardo sorpresa. — In che senso?
— Semplice. Stasera usciamo per un appuntamento. Con uno sconosciuto. Sei bella, curata, intelligente. Hai una casa, un lavoro, dei figli fantastici. Sei un bocconcino prelibato. Dimostriamogli che non sei solo “l’ex moglie”, ma una donna che molti desiderano.
— Non so… Io lo amo ancora…
— E lui ama te? Ti ama mentre se ne va con un’altra? — Nadia mi strinse la mano. — Andiamo. Non hai niente da perdere. Almeno ti distrai.
Ero combattuta, ma alla fine annuii. Un’ora dopo, sfogliavamo le app di incontri per scegliere il candidato perfetto. Quella sera, Nadia mi accompagnò al ristorante e, con un’occhiata complice, mi lasciò da sola.
Entrai, tremante. Tavolo numero 13. Qualcuno era già seduto.
— Scusa il ritardo, traffico… Matteo?
— Raffaella?! — l’uomo si alzò di scatto. — Non ci credo! Che coincidenza…
Era un mio ex collega, con cui avevo lavorato fianco a fianco per cinque anni. Dopo che se n’era andato, avevamo perso i contatti, ma tra noi c’era sempre stata un’intesa particolare.
— Che strano gioco del destino — sorrisi, sedendomi.
La conversazione fluì naturalmente. Ripensarono agli anni in ufficio, ai colleghi in comune, agli episodi divertenti. Risate, leggerezza, calore… tutto sembrava tornato, come se non fossero passati anni. Poi, improvvisamente, lui mi chiese:
— Dimmi, perché hai deciso di uscire per un appuntamento stasera?
Mi bloccai. Avrei voluto mentire, ma qualcosa nel suo tono mi spinse a essere sincera.
— Mio marito mi ha lasciata. Ieri. Ha fatto le valigie e se n’è andato. Ha detto che c’è un’altra. Io… non so come andare avanti.
Matteo abbassò lo sguardo, poi mi prese delicatamente la mano:
— Non sei sola, Raffa. E, a dirla tutta, sono felice che sia stata proprio te a sedersi qui stasera.
Per la prima volta in ventiquattro ore, mi sentii… desiderata. Vista. Apprezzata.
Ma Matteo fu prudente:
— Non roviniamo la serata. Chiamo un taxi per te. E questo weekend ci vediamo di nuovo. Semplicemente come due vecchi amici.
Mi risvegliai a casa. Sul divano, Nadia russava.
— Sei rimasta qui tutta la notte? — chiesi, strizzando gli occhi contro la luce del sole.
— Già. E potresti anche ringraziarmi — sbadigliò. — Allora, com’è andata la serata?
— Ho incontrato Matteo — sussurrai.
— Quello di cinque anni fa?! Quello che era mezzo innamorato di te?!
Annuii. Ma prima che potessi aggiungere altro, bussarono alla porta. Nadia andò ad aprire, mentre io, presagendo qualcosa, mi rifugiai in bagno.
— Raffa! È arrivato qualcuno — chiamò con tono ironico.
— Chi c’è…?
Sulla soglia c’era… mio marito.
— Raffaella, perdonami… Sono stato un idiota, ho sbagliato…
— Tu? Hai sbagliato? Quando sei andato al mare con quella donna e hai postato tutto su Instagram? O quando hai passato la notte “da un amico”?
— Non ho amato nessuno, solo te… Per i bambini…
— Non tirarli in mezzo! — lo interruppi. — Sai una cosa? Ieri sono uscita con Matteo. Abbiamo passato una bellissima serata. E anche se non è successo niente, ho capito una cosa: non ho più bisogno di te.
Lui impallidì.
— Quindi ora stai con lui?!
— E tu con chi eri quando mi hai tradita? Siamo pari.
Sbiancato, uscì di corsa. Io… respirai. Finalmente. Come se un peso fosse caduto dal mio cuore.
Quella sera stessa, chiamai Matteo:
— Ciao. Mi sono lasciata definitivamente. Hai cambiato idea sulla passeggiata lungofiume?
— Mai, Raffa. Stavo aspettando la tua chiamata.
Cominciammo a vederci. Senza fretta, senza illusioni, ma con sincerità. E quando tornarono i bambini, Matteo si presentò come un vecchio amico. E tutto, piano piano, prese forma. Non subito, non facilmente, ma… davvero.
A volte, la fine è l’inizio di qualcosa di migliore. L’ho capito. E non mi lascerò più tradire. Mai più.