È andato via dopo vent’anni di matrimonio… e poi ha voluto tornare. Ma io ero già cambiata.

Laura sedeva in cucina con l’amica e tratteneva a fatica le lacrime. Le mani le tremavano, i pensieri si confondevano e la voce le si spezzava.

“Aspetta… Ha semplicemente preso le sue cose e se n’è andato?” chiese stupita Valentina, la sua amica di vecchia data.

“Sì,” rispose Laura con voce roca. “Dopo vent’anni insieme. Ha fatto una valigia, ha detto: ‘Mi sono innamorato di un’altra’ e ha sbattuto la porta.”

“Forse l’hai frainteso? Magari è solo una crisi?” suggerì Valentina con esitazione.

“Valentina, ma mi senti?! Quale fraintendimento?! Se n’è andato. Senza lacrime, senza scene, senza cercare di spiegare. Come se quei vent’anni della nostra vita non fossero mai esistiti.”

Laura si coprì il volto con le mani. Gli occhi le brillarono di nuovo di pianto. Non si era mai sentita così vuota e tradita.

“I bambini lo sanno?” chiese Valentina con cautela.

“No… Sofia e Matteo sono al campo estivo. Li ho accompagnati al treno tre giorni fa. Torneranno tra due settimane… E non ho idea di come dirglielo. Come faccio?!”

“Forse è meglio che non siano qui ora. Avrai tempo… almeno per riprenderti.”

“Riprendermi? Dopo una cosa del genere? Lui era il senso della mia vita…” sussurrò Laura, afferrandosi la testa. “Come ho potuto non accorgermene? Come?”

Un silenzio cadde tra loro, spezzato dall’improvvisa proposta dell’amica:

“E se ci vendicassimo? Da donne.”

“Cosa?” Laura alzò lo sguardo, sorpresa. “Come te lo immagini?”

“Molto semplice. Stasera andiamo a un appuntamento al buio. Con uno sconosciuto. Sei bella, curata, intelligente. Hai una casa, i soldi, i bambini perfetti. Sei un bocconcino prelibato. Dimostriamogli che non sei solo la sua ex moglie, ma una donna che tutti desiderano.”

“Non so… Lo amo ancora…”

“E lui? Ti ama, mentre scappa con un’altra?” Valentina le strinse la mano. “Andiamo. Non hai niente da perdere. Ti distrai un po’.”

I dubbi la tormentavano, ma alla fine Laura annuì. Un’ora dopo, le due amiche stavano già sfogliando un’app per scegliere il candidato ideale per l’appuntamento. La sera, Valentina la accompagnò al ristorante e, con un’occhiala complicità, la lasciò entrare da sola.

Laura, tremante di emozione, varcò la porta. Tavolo numero 13. Qualcuno era già seduto.

“Scusa il ritardo, il traffico… Marco?”

“Laura?!” L’uomo si alzò di scatto. “Non ci credo! Che coincidenza…”

Era un suo ex collega, con cui aveva lavorato fianco a fianco per cinque anni. Dopo che lui aveva lasciato il lavoro, avevano perso i contatti, ma tra loro c’era sempre stata una particolare affinità.

“Che destino,” sorrise Laura, sedendosi.

La conversazione fluì naturale. Ricordarono i giorni in ufficio, i conoscenti comuni, gli episodi divertenti. Risate, leggerezza, calore—tutto tornò come se quegli anni di distanza non fossero mai esistiti. Poi, improvvisamente, Marco chiese:

“Dimmi, perché hai deciso di venire a questo appuntamento?”

Laura si irrigidì. Avrebbe voluto mentire, ma qualcosa nel suo tono la spinse alla sincerità.

“Mio marito mi ha lasciata. Ieri. Ha preso le sue cose ed è andato via. Ha detto che c’è un’altra. Io… non so come andare avanti.”

Marco abbassò lo sguardo, poi le prese delicatamente la mano:

“Non sei sola, Laura. E, onestamente, sono felice di averti trovata stasera a questo tavolo.”

Per la prima volta in ventiquattr’ore, Laura non si sentì abbandonata—ma desiderata. Visibile. Apprezzata.

Ma Marco fu cauto:

“Non roviniamo questa serata. Ti chiamo un taxi. E questo weekend ci vediamo di nuovo. Solo come due vecchi amici.”

Si svegliò a casa. Valentina dormiva sulla poltrona.

“Sei stata qui tutta la notte?” chiese Laura, strizzando gli occhi contro il sole.

“Certo. E potresti anche ringraziarmi,” sbadigliò l’amica. “Allora, com’è andato l’appuntamento?”

“Ho incontrato Marco,” sussurrò Laura.

“Quello di tre anni fa?! Quello che era quasi innamorato di te?!”

Laura annuì. Ma non fecero in tempo a parlarne—qualcuno bussò alla porta. Valentina andò ad aprire, mentre Laura, colta da un brutto presentimento, corse in bagno.

“Laura! Hai una visita,” gridò Valentina con ironia.

“Chi?”

Sulla soglia c’era… suo marito.

“Laura, perdonami… Sono un idiota, ho commesso un errore…”

“Tu? Un errore? Quando sei andato al mare con un’altra e hai postato le foto? O quando hai passato la notte ‘da un amico’?”

“Non amavo nessuno, solo te… Per i bambini…”

“Non tirarli in ballo!” lo interruppe duramente Laura. “Sai una cosa? Ieri sono stata a un appuntamento. Con Marco. Abbiamo passato una serata meravigliosa. E anche se non è successo nulla, ho capito una cosa: non ho più bisogno di te.”

Il marito rimase di sasso.

“Quindi adesso stai con lui?”

“E tu con chi stavi quando mi hai tradita?! Siamo pari.”

Lui, pallido, scappò via. Lei… respirò. Leggera. Libera. Come se un peso le fosse caduto dall’anima.

Quella stessa sera chiamò Marco:

“Ciao. Ho chiuso definitivamente. Hai cambiato idea sulla passeggiata lungo il lungomare?”

“Mai, Laura. Aspettavo questa chiamanda.”

Cominciarono a frequentarsi. Senza illusioni, senza fretta, ma con fiducia e luce. E quando i bambini tornarono, Marco li conobbe come un vecchio amico di famiglia. E tutto andò per il meglio. Non subito, non facilmente, ma… davvero.

A volte il crollo è l’inizio di qualcosa di migliore. Laura lo aveva capito. E non avrebbe mai più permesso a nessuno di tradirla di nuovo.

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