Cuore Spezzato: Il Dramma di una Famiglia

Il cuore spezzato della nonna: Il dramma della famiglia Rossi

Lucia friggeva le polpette nella cucina del loro accogliente appartamento a Milano, quando la porta d’ingresso sbatte e le figlie, appena tornate dalla nonna, irruppero nel corridoio.
— Oh, le mie bambine! Come è andata dalla nonna? — Lucia si asciugò le mani sul grembiule e uscì a salutarle con un sorriso.
— La nonna non ci vuole bene! — esclamarono all’unisono Sofia e Giulia, le voci tremanti di rancore.
— Cosa? Perché dite così? — Lucia si bloccò, sentendo il cuore stringersi dall’ansia.
— Oggi la nonna ha fatto una cosa terribile… — iniziarono le bambine, scambiandosi un’occhiata.
— Che ha fatto? — la voce di Lucia si fece più aspra, un gelo che le salì dal petto.

Sofia e Giulia, trattenendo a stento le lacrime, raccontarono tutto. Lucia ascoltò, e con ogni parola il suo volto si irrigidì dall’orrore.
— La nonna ci ha trattato come se non esistessimo! — ripeterono le ragazzine, appena varcata la soglia.
— Da cosa lo deducete? — Marco, il padre, abbassò il giornale, corrugando la fronte. Lucia guardò il marito, in attesa di una spiegazione.
— A Matteo e Carlina ha dato tutto il meglio, l’ho visto! — cominciò Sofia, torcendosi l’orlo della maglietta. — A noi, invece, niente. A loro permetteva di correre per casa, di fare rumore, mentre a noi ordinava di restare sedute in silenzio. E quando sono partiti, la nonna gli ha riempito le tasche di caramelle, a ciascuno un cioccolatino, li ha abbracciati e li ha accompagnati alla fermata. E noi… — qui Giulia singhiozzò, — ci ha semplicemente sbattuto la porta in faccia!

Lucia sentì il sangue svanirle dal viso. Aveva notato da tempo che sua suocera, Anna Maria, adorasse i figli di sua figlia Elena più delle loro bambine. Ma fino a questo punto? Era troppo. I rapporti con la suocera erano sempre stati formali: né calorosi, né conflittuali. Ma tutto cambiò quando nacquero Matteo e Carlina, figli di Elena e suo marito. Allora Anna Maria mostrò il suo vero volto.

Al telefono poteva dilungarsi per ore su quanto fossero speciali i figli di Elena:
— Sono così intelligenti, hanno preso tutto dalla mamma, proprio degli angioletti! — si entusiasmava la nonna.

Lucia sperava che anche le loro figlie ricevessero un briciolo di quell’affetto. Ma quando nacquero Sofia e Giulia, Anna Maria accolse la notizia con freddezza:
— Due insieme? Ma vi rendete conto? Non ho le forze per badare a loro.
— Nessuno te lo chiede — replicò Marco, stupito. — Ce la caveremo da soli.
— Meglio così! — sbuffò la suocera. — Elena avrebbe più bisogno di aiuto. Con due gemelli, è dura!
— E le nostre non sono figlie? — non trattenne Lucia. — Hai sempre detto che i figli di Elena sono tranquilli, senza problemi.
Anna Maria la fissò e borbottò:
— Un fratello deve aiutare la sorella. È suo sangue, non come te.

Dopo quel discorso, Lucia e Marco capirono: non potevano contare sull’aiuto della suocera. Le gemelle richiedevano tempo e fatica, ma la madre di Lucia accorreva in aiuto, attraversando la città senza lamentarsi. Anna Maria vedeva solo Elena e la sua famiglia. Di Matteo e Carlina parlava per ore, mentre delle figlie di Marco si limitava a dire:
— Crescono, piano piano…

Vivevano lontani dalla suocera, e le visite erano rare. Con Elena, Lucia evitava di incontrarsi: quattro bambini in un appartamento erano caos. Appena i piccoli iniziavano a giocare, Anna Maria si lamentava del mal di testa, costringendoli a tornare a casa. Elena e i suoi figli rimanevano.

Durante le rare visite, le critiche non mancavano: Sofia e Giulia mangiavano caramelle senza chiedere, rovesciavano qualcosa, facevano troppo rumore. E ancora: mal di testa, pressione alta, preghiere di andarsene. Intanto, la suocera non smetteva di lodare i figli di Elena:
— Ecco i nipoti che mi ha regalato mia figlia! Tranquilli, obbedienti, affettuosi. Sempre pronti a chiamare “nonna”!

A Matteo e Carlina comprava vestiti quasi ogni settimana, li riempiva di dolci e giocattoli. Sofia e Giulia ricevevano regali solo per le feste, e mai con lo stesso entusiasmo.

I primi a notare l’ingiustizia furono i conoscenti. Alla domanda sul perché preferisse i figli di Elena, Anna Maria rispose con fierezza:
— Sono i miei veri nipoti!
— E le figlie di Marco?
— Come posso sapere di chi sono? Portano il cognome di mio figlio, ecco tutto.

Quelle parole, veleno puro, giunsero a Marco e Lucia tramite terzi. Marco, per la prima volta, perse la pazienza e affrontò la madre. Anna Maria si calmò, ma non perLucia e Marco decisero che era ora di tagliare i ponti con Anna Maria per sempre, scegliendo di proteggere le loro figlie da un amore che non era mai stato sincero.

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