Dieci giorni dopo: La casa è vuota

Dieci giorni dopo: la casa vuota

Quando Giulia rientrò dal lavoro nel loro piccolo appartamento a Palermo, si bloccò sulla soglia. Qualcosa non andava. Percorse le stanze con passo incerto, e il cuore le si strinse dal dolore: erano sparite le cose del marito — i vestiti estivi, il rasoio, lo spazzolino. Rimase immobile in mezzo alla camera da letto, sentendo le lacrime bruciarle gli occhi. L’aveva fatto davvero. Se n’era andato, l’aveva abbandonata senza nemmeno una parola.

Solo pochi mesi prima, lei e Dario sognavano una vacanza insieme. Lui insisteva per una località esotica, e Giulia, piena di entusiasmo, aveva accettato. Si immaginava già su una spiaggia dorata, camminare sulla sabbia calda al ritmo delle onde. Avevano deciso che ognuno avrebbe pagato la propria parte — nella loro coppia, i soldi erano sempre stati separati. Giulia ci si era abituata, anche se a volte le pesava.

Ma di recente aveva speso tutti i suoi risparmi per un’operazione. Dario lo sapeva, eppure le aveva chiesto dove avrebbe preso i soldi per la vacanza. Quelle parole l’avevano ferita come un coltello. A costo di umiliarsi, gli aveva chiesto un prestito, promettendo di restituire tutto con il bonus estivo del lavoro. Lui si era limitato a stringere le spalle, immergendosi nel laptop, borbottando qualcosa di incomprensibile.

Per Dario era una regola ferrea: non prestare mai soldi a nessuno. Ma lei non era sua moglie? Non valeva la pena di rompere una stupida regola per lei? Nelle famiglie normali certe domande non esistevano, ma tra loro… A volte Giulia doveva addirittura supplicarlo per i soldi della spesa. Si sentiva umiliata, ma continuava a sperare che cambiasse.

Aveva provato a parlargli più volte, chiedendogli di aiutarla con le spese, ma Dario evitava il discorso. Ripeteva che la vacanza sarebbe stata confermata, ma le sue parole suonavano vuote. Giulia aspettava, faceva progetti, e poi arrivarono le sue ferie. E lui partì. Da solo. Senza di lei.

Quando Giulia capì che il marito era fuggito in vacanza da solo, senza avvisarla, il suo mondo crollò. Non era solo una partenza — era un tradimento, aveva scelto i suoi soldi e il suo comfort invece della loro famiglia. La delusione le strozzava il respiro, le lacrime le rigavano il viso mentre restava seduta nell’appartamento soffocante, dove tutto le ricordava lui. Chiamò sua madre e, soffocata dai singhiozzi, le raccontò tutto.

«Come ha potuto, Giuli?» la voce di sua madre tremava di rabbia. «Io e tuo padre abbiamo sempre diviso tutto. Vieni da me, piccola. Che fai da sola tra queste mura?»

Giulia accettò. Non poteva restare in quell’appartamento, impregnato di tradimento. Raccolse le sue cose e raggiunse la madre in periferia. Lì, tra le pareti familiari, sentì per la prima volta da troppo tempo un po’ di calore. Dopo qualche giorno, suo fratello Luca e la moglie annunciarono che sarebbero partiti per il mare. La cognata, vedendola così triste, le propose:
«Giulia, vieni con noi! Basta essere malinconica!»

Giulia fu commossa fino alle lacrime. Quelle parole, così semplici e sincere, le fecero capire quanto estraneo le fosse ormai diventato il marito. Dario non l’aveva mai apprezzata, non era mai stato disposto a sacrificarsi per il loro futuro. Viveva solo per sé, mentre lei aveva creduto nel loro amore.

Al mare, Giulia respirò finalmente a pieni polmoni. Rise con i nipoti, camminò lungo la spiaggia, e il dolore nel petto cominciò ad allentarsi. Capì che non c’era più ritorno. Dario le aveva mostrato chi era davvero, e lei non voleva più essere la sua ombra. Tornata a casa della madre, prese la sua decisione. Raccolse le sue cose dall’appartamento e lasciò un biglietto sul tavolo della cucina:
«Me ne sono andata. Ho preso le mie cose. Aspetto il divorzio. Spero che tu ti sia divertito.»

Dieci giorni dopo, Dario tornò a Palermo. Si trovò davanti alla porta di casa, smarrito, frugando invano nelle tasche — le chiavi, ovviamente, erano sparite. Una vicina, impietosita, gli diede il set di riserva. Entrò, ma ad accoglierlo ci fu solo un silenzio opprimente. Giulia non c’era. Sul tavolo, il biglietto. Ogni parola fu come un pugno.

Dario cadde su una sedia, stringendo quel foglietto tra le mani tremanti. Capì cosa aveva fatto, ma era troppo tardi. Giulia, che lui aveva sempre considerato la sua ombra, se n’era andata, lasciandogli solo il vuoto. Aveva scelto se stessa, e lui sapeva: non l’avrebbe mai più riavuta.

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