Vecchiaia nell’ombra del tradimento

**Vecchiaia nell’ombra del tradimento**

Oggi vi racconto una storia che si è svolta nel nostro cortile, in un quartiere residenziale di Firenze. È piena di dramma, dolore e svolte improvvise del destino, come una sceneggiatura di un film tragico.

Arrivammo nel quartiere alla fine degli anni Settanta, quando avevano appena finito di costruire l’ultimo palazzo. Era considerato quasi un lusso: nuovo, con appartamenti spaziosi. Vicino aprirono una scuola, così i bambini potevano andarci senza attraversare mezza città. L’anno scolastico iniziava a metà ottobre, per dare alle famiglie il tempo di sistemarsi. Dopo la guerra, una casa era un privilegio, e qui c’erano appartamenti accessibili in un quartiere moderno. Si trasferirono soprattutto giovani famiglie con figli, e presto il cortile si riempì di voci allegre.

I bambini fecero amicizia in fretta, stabilirono in quale classe sarebbero andati e passavano le giornate a correre per strada. Ma c’era una ragazzina, Giovanna, che rimaneva sempre in disparte. Aveva già dieci anni, eppure passava tutto il tempo in casa. Usciva solo per fare commissioni per la madre o con la nonna, anche se noi, di sei anni, potevamo già giocare fuori da soli. Tra di noi si sussurrava che Giovanna avesse una madre severa, quasi una tiranna, che la picchiava per ogni sbaglio.

Un giorno decidemmo di invitarla noi a giocare e andammo a bussare alla sua porta. Ad aprirci fu sua madre, che con nostra sorpresa disse che sperava che la figlia uscisse di più, ma era Giovanna a preferire la solitudine. Ce ne andammo a mani vuote, decidendo di non interferire più nella sua vita.

Giovanna cresceva sotto lo sguardo vigile della madre e della nonna, che volevano vederla raffinata e istruita. Era diversa da noi: sempre ordinata, composta, non come noi, sempre in giro tra le costruzioni abbandonate. A volte, di notte, dalla sua finestra arrivavano note di violino, melodie così malinconiche che facevano venire i brividi.

Dopo qualche mese, nel nostro palazzo si trasferì una donna con suo figlio, Matteo. Abitavano allo stesso piano di Giovanna. E, miracolo, Giovanna e Matteo diventarono amici. Per la prima volta la vedemmo in cortile: rideva, giocava, invece di starsene chiusa in casa. La loro amicizia sembrava la salvezza per quella ragazza solitaria.

Passarono gli anni. Giovanna e Matteo compirono diciotto anni e si iscrissero alla stessa università. Ma Giovanna non finì gli studi: a diciannove anni Matteo insistette per sposarsi. Presto rimase incinta, e un anno dopo nacque il figlio, Luca, identico al padre, con capelli scuri e occhi verdi penetranti. I parenti erano felici, mentre il cortile brulicava di pettegolezzi sulla giovane famiglia.

Poi nel palazzo arrivò una donna sola, Elena, sui quarant’anni. Era riservata, ma conquistò subito la simpatia dei vicini: portava medicine a chi ne aveva bisogno, o aiutava con le borse pesanti. Giovanna spesso chiedeva a Elena di andare a prendere Luca all’asilo quando era impegnata al lavoro.

Ma un giorno tutto crollò. Giovanna tornò dal lavoro prima del solito, desiderosa di passare la serata con il marito e il figlio. Aprendo la porta, si bloccò: Elena e Matteo si stavano baciando proprio nel salotto di casa. Era tutto chiaro. Elena non si limitava ad aiutare con il bambino: era già di casa quando Giovanna lavorava. Il tradimento durava da mesi.

Giovanna, accecata dal dolore, cacciò Matteo. Lui, senza esitare, raccolse le sue cose e andò a vivere da Elena, che abitava un piano sopra. La nonna di Giovanna era morta anni prima, e sua madre si era trasferita in un’altra città con un nuovo marito. Giovanna rimase sola con il figlio. Sognava di andarsene, ma non poteva: la madre di Matteo, la nonna di Luca, adorava il nipote e non voleva perderlo. Con il cuore stretto, Giovanna restò in quel palazzo, dove ogni giorno le ricordava il tradimento.

Dopo qualche anno Elena diede a Matteo un altro figlio, Andrea, sorprendentemente simile a Luca. I bambini non si parlavano: Elena e Matteo li tenevano separati. Intanto Matteo cominciò a bere, come anche Elena. Fu licenziato, i soldi scarseggiavano, e i bambini soffrivano la fame. La madre di Matteo, la vecchia Anna Maria, si prese cura di entrambi i nipoti, comprando loro vestiti e cibo.

Ma la salute di Anna Maria peggiorò. Fu portata in ospedale. Giovanna, nonostante il rancore, non poteva abbandonare Andrea al suo destino. Matteo ed Elena lo dimenticavano all’asilo, o non lo nutrivano a dovere. Stringendo i denti, Giovanna iniziò a occuparsi anche del secondo bambino.

La tragedia arrivò quando Anna Maria morì d’infarto, dopo aver saputo che Matteo, in una rissa da ubriaco, aveva accoltellato un amico ed era finito in prigione. Elena sparì, abbandonando Andrea. Giovanna non lo mandò in orfanotrofio: aveva già sofferto abbastanza. Con uno stipendio misero, cresceva due figli, privandosi di tutto.

Passarono gli anni. Luca si trasferì a Milano e trovò un lavoro prestigioso. Andrea, dopo la terza media, entrò in una scuola tecnica e divenne elettricista. Giovanna andò in pensione, e i figli, grati per i suoi sacrifici, le mandavano soldi regolarmente. A volte tornavano a Firenze, ma le visite erano rare.

Giovanna ha incontrato la vecchiaia circondata dai ricordi del dolore e del tradimento, ma con orgoglio per i figli che ha cresciuto da sola. La sua storia è di come un cuore umano possa sopportare l’insopportabile per chi ama.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

seventeen + fourteen =

Vecchiaia nell’ombra del tradimento