La Maschera della Madre Perfetta: L’Ipocrisia della Cognata

— È semplicemente scandaloso! Pubblica sempre foto con sua figlia sui social, scrivendo frasi sdolcinate, ma da quattro anni non si preoccupa di lei. Che ipocrisria disgustosa! — La voce di Beatrice tremava di rabbia mentre confidava all’amica il dolore che le dilaniava il cuore.

Seduta in un piccolo caffè a Bologna, Beatrice parlava della cognata, che da anni lavorava all’estero, dimenticandosi della figlia.
— Va bene, c’era la pandemia, non poteva tornare. Ma anche prima non le importava nulla di sua figlia! Posta solo foto per far credere a tutti che sia una madre affettuosa. Come si fa a lasciare una figlia per i soldi? — Beatrice strinse la tazza con tale forza che le nocche sbiancarono.

La nipote di suo marito, Alice, quattordicenne, viveva come un’orfana con la madre ancora in vita. La nonna, ormai oltre i 70 anni, faceva fatica a gestirla.
— Mia cognata è un’artista nel creare illusioni — continuò Beatrice. — Quando vedo Alice, il cuore mi si spezza. Cresce senza una madre, mentre lei si limita a mandare soldi, come se bastassero!

Beatrice e la cognata, Valentina, avevano la stessa età. Beatrice aveva due figli, un mutuo e, nonostante le difficoltà, una famiglia felice. Lei e suo marito cercavano di vivere in armonia, ma l’ombra di Valentina, sorella di suo marito, gravava sulla loro casa.

— I genitori di Valentina l’hanno sempre viziata — raccontò Beatrice. — Quando rimase vedova nove anni fa, fecero tutto per lei: badavano alla nipote, le davano soldi. Poi, dopo un paio d’anni, conobbe un tedesco, lo sposò e partì per la Germania.

Valentina non aveva intenzione di portare sua figlia con sé. Diceva che prima si sarebbe sistemata, poi sarebbe tornata a prendere Alice. Ma gli anni passavano, e lei non tornò mai. In Germania, Valentina lavorava come fotografa per un’agenzia di moda, guadagnando bene. Suo marito era ricco, e lei poteva permettersi di non lavorare, vivendo nel lusso.

— A tutti racconta che in Europa non è usanza portarsi dietro i figli da un matrimonio precedente — disse Beatrice con amarezza. — Dice che Alice si annoierebbe, e chi le dedicherebbe attenzione? Sono solo scuse! Per lei è più comodo vivere senza figlia!

Alice aspettò sua madre per anni. I primi cinque credeva che sarebbe tornata a prenderla, ma poi smise di sperare. Valentina sosteneva che la ragazza dovesse finire la scuola in Italia, altrimenti, senza la lingua, non avrebbe avuto futuro. Beatrice, però, vedeva solo pretesti.
— Per lei è più facile mandare soldi e fingere di essere una madre a distanza — sospirò. — Ha lasciato tutti i problemi a noi.

La cura dei genitori di Valentina e di Alice ricadeva sulle spalle del marito di Beatrice, Matteo. Ora i vicini allagavano l’appartamento, ora il padre aveva bisogno di un intervento, ora il tetto della casa al mare crollava. Beatrice e Matteo correvano tra i loro impegni e le difficoltà degli altri, mentre Valentina si limitava a inviare denaro, come se così fosse sollevata da ogni responsabilità.

Un mese fa, Valentina tornò improvvisamente a Bologna. Stava sempre accanto a Alice, la fotografava per i social, la riempiva di regali. La ragazza, trattenendo il fiato, sperava che la madre la portasse finalmente con sé. Ma il miracolo non avvenne. Quando Valentina ripartì da sola, Alice scoppiò in lacrime, rintanandosi in camera sua. Beatrice cercò di consolarla, ma cosa poteva dire?

— I genitori invecchiano, è dura per loro gestire un’adolescente — disse Beatrice all’amica, la voce tremante. — Alice è una ragazza complicata, va tenuta d’occhio. E Valentina paga solo con i soldi. Dice: “Pago tutto, arrangiatevi”. Ma Alice è ferita! Io e Matteo andiamo ai colloqui con i professori, le facciamo fare i compiti, e la madre dov’è?

Una volta Beatrice non resistette e scrisse a Valentina, cercando di spiegarle quanto la sua indifferenza ferisse la figlia. Ma la cognata la zittì:
— Non immischiarti nella mia famiglia! Non sono affari tuoi!

— Non è la mia famiglia? — sbottò Beatrice. — Allora perché mi tocca occuparmi di tutti i suoi problemi? Mia suocera, ovviamente, difende sua figlia, come farebbe qualsiasi madre. Ma Valentina ha scelto la strada più facile: né anziani né adolescenti da accudire. Eppure sui social è la madre perfetta! La bacheca è piena di foto felici, ma nella realtà c’è solo vuoto. Che ipocrisia!

Beatrice guardò fuori dal caffè, dove la pioggia disegnava ghirigori sul vetro. Pensò ad Alice, che ogni sera controllava il telefono sperando in un messaggio della madre. Pensò ai suoceri, stremati dal peso di responsabilità che non erano loro. E a sé stessa e Matteo, la cui vita era diventata una corsa infinita tra problemi propri e altrui.

Valentina, invece, continuava a vivere la sua vita spensierata, postando nuove foto con la didascalia “La mia bambina adorata”. Ma Beatrice sapeva: dietro quelle immagini perfette c’era il cuore spezzato di un’adolescente e una famiglia abbandonata per l’illusione della libertà.

Cosa ne pensi di una situazione del genere?

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