Segreto dello sposo svelato dalla vicina: la mia vendetta

**Diario personale**

Ieri ho scoperto una verità che ha cambiato tutto. Marco stava arrivando alla sua villa nelle colline toscane, accompagnando una sconosciuta.

“Marco, ciao!” lo chiamò la vicina, Valentina Rossi, sporgendosi dal cancello. “Chi è con te?”

“Ciao, signora Rossi!” sorrise lui. “Ho deciso di sposarmi. Questa è Caterina, la futura padrona di casa.”

Caterina si mise subito all’opera nella villa senza risparmiarsi, e Marco non la lasciava mai sola. Una volta, mentre lui era partito per Firenze, la signora Rossi la chiamò oltre la siepe.

“Allora, vicina novella, vuoi venire a prendere un caffè?” chiese con un sorriso furbo.

“Certo,” annuì Caterina.

Passò un’ora e mezza dalla vicina e tornò a casa poco prima del rientro di Marco.

“Perché sei così pensierosa?” notò lui.

Lei sorrise semplicemente. Ormai conosceva la verità.

“Marco, ciao! Chi è questa?” La signora Rossi non riusciva a nascondere la curiosità, fissando la ragazza.

Lui, tenendola per il braccio, strizzò gli occhi:

“Signora Rossi, sempre in guardia, eh? Ho intenzione di sposarmi. Questa è Caterina, la futura padrona. La villa è grande, volevo vedere se si sarebbe trovata bene.”

“Caterina, dunque?” annuì la vicina. “Bel nome. Marco è un buon partito, un uomo capace, ha le mani d’oro. Siete qui per sempre o solo per la stagione?”

“Non disturbare,” lo liquidò Marco, aprendo il cancello.

“Caterina, passa a prendere un caffè!” gridò la signora Rossi, ridacchiando.

“Che donna strana,” commentò Caterina, entrando in casa. “Cosa intendeva con ‘per la stagione’?”

“Non farci caso,” sospirò lui. “Qui i vicini assumono aiuti stagionali per l’orto, probabilmente si è confusa. Non è molto sveglia, cosa vuoi farci? Evita di chiacchierare troppo con i locali, la signora Rossi è la prima a spettegolare.”

La casa brillava di pulizia, solo un velo di polvere si era depositato dopo l’inverno. Caterina ammirò le stanze con stupore.

“Marco, hai fatto tutto tu?” indicò le tende cucite a mano, la tovaglia ricamata.

In cucina, gli asciugamani di lino erano decorati con motivi delicati.

“Ma figurati,” rise lui. “Prima di te, altre ragazze hanno provato a conquistarmi. Sono un uomo attraente, solo. Tutte mi correvano dietro. Ma io aspettavo te. E ti ho trovata!”

Caterina arrossì. Marco era davvero affascinante: robusto, con i capelli folti e qualche filo d’argento, gli occhi vivaci. E poi aveva un appartamento e una villa.

Si erano conosciuti al mercato di Firenze. Marco stava scegliendo piantine di lamponi, mentre lei cercava semi di basilico per il davanzale.

“Bella ragazza, prendine tre pacchetti, ti faccio lo sconto,” la tentava il venditore.

“E a che mi servono così tanti?” rise lei. “Sono sola, mi basta uno.”

“Io ho un orto in villa che resta vuoto,” le strizzò l’occhio Marco, accanto a lei. “Che ne dici di unire le forze?”

“E tua moglie cosa direbbe?” sorrise Caterina, osservandolo. Un uomo attraente, ben vestito, chiaramente più grande di lei.

“Sono vedovo,” sospirò. “Ma tu hai sciolto il mio cuore.”

E così era iniziato tutto. Dopo una settimana, Marco le confessò:

“Caterina, con te mi sento così bene, così sereno. Non voglio separarmi da te. Vado in villa per la stagione. Vieni con me? Andremo e torneremo insieme, la strada non è lunga.”

Lei accettò:

“Perché no? I figli sono grandi, si ricordano di me solo quando hanno bisogno di soldi. Non ho un marito, neanche un gatto. Forse è il mio destino?”

In villa, passarono subito al “tu”. La proposta di matrimonio di Marco la emozionò e divertì la signora Rossi.

Per tutta la stagione, Caterina lavorò nell’orto: i filari erano rigogliosi, i pomodori e i peperoni maturavano in serra, le erbacce non avevano scampo. Marco zappava, portava l’acqua, spaccava la legna. Sembravano una coppia in perfetta armonia.

Poi, le cose cambiarono. Marco iniziò a criticarla per ogni piccola cosa e non parlò più di matrimonio.

“Perché non hai chiuso la serra?” brontolò una mattina.

“Marco, di notte fa caldo, il raccolto andrà a male!” cercò di spiegare.

“Vuoi insegnare a me?” sbottò. “Come se tu avessi mai visto un orto in vita tua! A parte quel basilico sul davanzale!”

“Non è giusto,” si offese lei. “I miei genitori avevano un orto, so come funziona. Se vuoi, non tocco più niente.”

“Va bene, va bene,” si calmò lui. “Ma consultami prima. A proposito, sai fare la marmellata? È ora di raccogliere i frutti.”

Lei annuì, pensando: “Ecco, è cominciato.”

Mentre preparava la marmellata, Marco fu gentilissimo. Ma appena i barattoli furono riposti, ricominciarono le critiche. Caterina iniziò a pensare a come portarsi via parte del raccolto.

“Marco, che succede?” chiese apertamente.

Lui stava per rispondere male, ma squillò il telefono. Afferrò la cornetta e il suo volto cambiò: prima sorpresa, poi terrore.

“Che è successo?” chiese lei.

“Mi stanno rubando i soldi dal conto!” borbottò, scorrendo freneticamente i messaggi. “La banca chiama, devo cambiare il codice.”

“Marco, sono truffatori!” lo avvertì. “Non dire il codice, perderai tutto!”

“E tu che ne sai?” rise sarcastico. “Sai tutto, capisci tutto!”

“Non dire il codice,” insistette.

“Fatti i fatti tuoi!” urlò. “Vai a raccogliere i pomodori.”

Lei scrollò le spalle e si allontanò. Lo sentì dettare il codice e scosse la testa. Un minuto dopo, un urlo echeggiò in casa:

“Truffatori!”

Marco era paonazzo, ansimante.

“Lo sapevi!” urlò. “Eri con loro! Hanno pulito il conto! Stavo risparmiando per la macchina!”

“Ti avevo avvertito,” rispose gelida. “Ma tu hai deciso che ero stupida.”

“Non è finita! Hanno fatto un prestito!” gemette. “Dove troverò tutti quei soldi?”

“Quanto ti serve?” chiese.

Marco disse la cifra. Per lei era fattibile, ma non aveva intenzione di darglieli così. Ricordando le parole della signora Rossi, escogitò un piano.

“Posso darteli,” disse calma. “Ma mi venderai la villa per quella somma.”

“Sei impazzita?” sbottò. “Vale il triplo!”

“Buona fortuna,” scrollò le spalle. “Prima che trovi un compratore, gli interessi accumuleranno e la banca si prenderà tutto.”

Bluffava, ma le parole della signora Rossi le tornavano in mente: “Sei una brava ragazza, Caterina. Marco non si sposerà mai. Da anni porta qui donne sole, promette matrimoni, le fa lavorare tutta la stagione, poi litiga e le caccia. È ora di fermarlo.”

“Allora, la vendi o me ne vado?” chiese, prend”Va bene, d’accordo!” sbuffò Marco, mentre Caterina già sorrideva, sapendo di aver vinto la partita.

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