Il marito lasciò una lettera e se ne andò: «Mi sono innamorato di un’altra»
— Mi ha chiamato tua madre. Tuo fratello sta divorziando — disse Francesca a cena, fissando il marito. Claudio rimase in silenzio, gli occhi fissi sul piatto. — Perché non dici niente? Lo approvi? Sta abbandonando tre figli! — Avvertì la rabbia montarle dentro.
— Francy, calmati — Claudio allontanò il piatto. — Non li abbandona. Se divorziano, ci saranno i suoi motivi. — Si alzò e uscì dalla cucina, lasciandola confusa. La sua freddezza le trafisse il cuore. Il giorno dopo, rientrando dal lavoro, Francesca trovò una lettera sul tavolo e si bloccò, come colpita da un fulmine.
Francesca e Claudio avevano vissuto insieme per 27 anni nel loro accogliente appartamento a Bologna. E ora, all’improvviso, il divorzio. Com’era possibile? Come potevano persone che avevano camminato fianco a fianco per così tanto tempo separarsi? E la loro figlia? Francesca non riusciva a credere che la loro vita stesse crollando.
Si erano conosciuti quando lei, giovane studentessa di un paesino delle Marche, era venuta a Bologna per iscriversi all’università. Dopo gli esami, passeggiava con un’amica lungo il Reno, dove alcuni ragazzi suonavano la chitarra. Lei, amante di quelle canzoni, si fermò ad ascoltare. Fu lì che Claudio le si avvicinò, sorridente, con una scintilla negli occhi. Era così che era cominciata la loro storia.
Si frequentarono nonostante la distanza. Francesca studiava da lavoratrice, tornava per le sessioni d’esame, e tra un incontro e l’altro si scrivevano lettere — i cellulari non esistevano. L’amore crebbe, e un anno dopo si sposarono con una cerimonia semplice. Vivevano in affitto. Francesca lavorava, studiava, si occupava della madre malata di Claudio. I bambini tardarono ad arrivare — solo otto anni dopo nacque la loro figlia, Beatrice. Per Francesca era stato un miracolo.
La parola “divorzio” le suonò come una condanna. La fine del mondo. Non riusciva a immaginare la vita senza Claudio. Lui era stato la sua roccia: alto, affidabile, con la famiglia sempre al primo posto. Non erano una coppia perfetta — Francesca lavorava tanto, spesso la casa ricadeva su di lui. Ma fino a poco prima, a entrambi andava bene.
Tutto cambiò quando il fratello di Claudio annunciò il divorzio, lasciando la moglie con tre figli. Francesca entrò nel panico: e se anche suo marito avesse un’altra? “Tradimento negli anni della maturità”, pensò, osservandolo durante la cena. Lui taceva, e quel silenzio la spaventava.
— Approvi tuo fratello? — scoppiò. — Sta abbandonando i figli!
— Francy, non iniziare — tagliò corto Claudio. — Hanno le loro ragioni.
Lei non si calmò. Iniziò a controllarlo: chiamate continue, orecchie tese a ogni sua conversazione. Non era mai stata gelosa, ma ora ogni suo movimento le sembrava sospetto. Claudio si allontanò sempre di più, e questo non fece che gettare benzina sul fuoco.
Quell’estate, Beatrice si sarebbe iscritta all’università a Milano. Francesca la accompagnò per trovarle un appartamento. Partendo, non avrebbe mai immaginato di tornare a una casa vuota. Claudio non la venne a prendere in stazione. Non rispondeva al telefono. A casa, sul tavolo della cucina, c’era una lettera. Francesca la aprì, e il suo mondo crollò.
“Francy, non so da dove cominciare… Ho chiesto il divorzio. Beatrice è cresciuta, ho aspettato questo momento. Non te ne sei accorta, ma io sono cambiato. Per nostra figlia ho sopportato le tue critiche, ho gestito la casa mentre tu sparivi per il lavoro. Non abbiamo più nulla in comune, l’amore è finito. Siamo estranei. Quattro anni fa ho incontrato una donna. Abbiamo un figlio, ha tre anni. Me ne vado da loro. Beatrice non la abbandonerò, continuerò a esserle presente. L’appartamento rimane vostro. Perdonami, se ci riuscirai.”
Francesca crollò a terra. Niente lacrime, solo il vuoto. Guardò intorno, ma nulla la confortava. La sua vita era in frantumi. Come dirlo a Beatrice? Come vivere sapendo che per quattro anni lui aveva amato un’altra, mentre con lei aveva solo aspettato il momento giusto per andarsene?
Uscì in strada. Aveva piovuto per giorni, un diluvio che rifletteva la sua desolazione, ma quel giorno splendeva il sole. Sulla porta incontrò la vicina, Luisa. Cinque anni prima, Luisa e suo marito erano rimasti coinvolti in un incidente. Lui non ce l’aveva fatta, lei era rimasta su una sedia a rotelle. Ogni giorno Francesca la vedeva al parco, sola ma con un sorriso.
— Buongiorno, Francesca — disse Luisa. — Che bella giornata, vero? Mi aiuti a scendere?
Francesca la aiutò in silenzio. Luisa la ringraziò, poi le propose: — Andiamo a fare una passeggiata insieme? — Francesca annuì, senza sapere perché. Non erano amiche, ma in quel momento aveva bisogno di qualcosa di vivo accanto a sé.
Nel parco si sedettero su una panchina sotto un vecchio olmo. Restarono in silenzio, poi Luisa parlò: — Quando io e Marco abbiamo avuto l’incidente, sognavamo figli, una casa in campagna. Tutto è finito in un attimo. L’altro guidatore perse il controllo. Marco se n’è andato. Io mi sono salvata, ma quando mi sono svegliata ho pensato: “Perché vivere?” La riabilitazione è stata un inferno. Non volevo nulla. Poi una notte Marco mi è apparso in sogno: “Vivi, Luisa! Goditi ogni giorno, ogni raggio di sole, ogni goccia di pioggia. Vivi per me!” Ho obbedito. Ho trovato un lavoro da casa, rivedo gli amici. Poco fa ho conosciuto un uomo. Mi ha chiesto di uscire. Avevo paura che la sedia lo spaventasse, ma mi ha accettata. Ora stiamo insieme, e la vita sembra più luminosa.
— Scusa, mi sono dilungata — si scusò Luisa. — Vuoi che me ne vada?
— No — mormorò Francesca. — Mi hai aiutata. Mio marito oggi se n’è andato… Credevo fosse la fine. Ma hai ragione: la vita non si ferma.
Luisa sorrise: — Ce la farai. È stato onesto ad andarsene, invece di continuare a mentirti. Andrà tutto bene.
Francesca guardò lontano. Davanti a un bar, un uomo salutava Luisa con un cenno. Lei gli andò incontro, mentre Francesca sussurrò: — Andrà tutto bene.
Quell’incontro la cambiò. Il divorzio era dolore, ma non la fine. La vita continuava, e Francesca era pronta ad affrontarla con rinnovata forza.